Per le aziende agrituristiche lucane sarà questo l’ultimo Capodanno senza “marchio nazionale”. Il 29 dicembre infatti la Giunta regionale su proposta dell’assessore Braia ha approvato la delibera che introduce il marchio anche in Basilicata. Passo successivo, nei primi mesi del nuovo anno, sarà una nuova legge regionale su agriturismo e turismo rurale che aggiorni e adegui le precedenti normative piuttosto datate che risalgono al 2005 e del 2006. Ad affermarlo in una nota congiunta sono la Cia e Turismo Verde (Agenzia Agrituristica) ricordando il Marchio “Agriturismo Italia”, con il quale il Ministero delle Politiche agricole ha voluto fissare i criteri di classificazione nazionale sulla base dei servizi offerti e riunire sotto un logo nazionale riconosciuto il sistema agrituristico italiano: una casa rurale, un albero e la bandiera italiana che prende le forme delle linee di un campo arato, iscritti all’interno di un girasole. Sotto, la scritta “Agriturismo Italia” e una simbologia di classificazione con piccole icone di girasoli, da uno a cinque.Spetta alle Regioni stabilire le procedure per la concessione alle aziende agrituristiche della licenza d’uso del marchio, così come provvedono ai controlli e sanzioni, e all’iscrizione nel Repertorio nazionale dell’agriturismo delle aziende a cui è stato concesso l’uso del marchio. Tutto è pronto quindi per la partenza di un marchio che molto potrà apportare al sistema agrituristico lucano in termini di chiarezza dell’offerta, riconoscibilità, garanzia di qualità.
Per il Capodanno Turismo Verde conferma il tutto esaurito sia per il cenone del 31 che per il primo dell’anno a conferma del trend positivo della scelta degli italiani di trascorrere le vacanze a diretto contatto con la terra e i suoi tesori, anche d’inverno. Premiati dalle famiglie e da gruppi di amici soprattutto gli agriturismi che offrono ristorazione grazie all’ambiente familiare che contraddistingue questo tipo di ospitalità. Tutti elementi che premiano la scelta dell’agriturismo, con un aumento previsto dell’8%, il più alto dall’inizio della crisi. Complici i listini rimasti pressochè stabili con la possibilità di veri e propri «pacchetti feste», ma anche la voglia di respirare aria «buona e pulita. I clienti delle feste sono sensibili al buon cibo genuino, alla natura, alla sostenibilità e alla qualità.
“Per quanto riguarda il marchio “Agriturismo Italia” – riferisce Paolo Carbone Turismo Verde-Cia – tutti i titolari di agriturismi sono d’accordo sul fatto che un marchio per il settore nel suo complesso, con garanzia istituzionale a monte, sembra in grado di dare sensazioni di certificazione e garanzia, l’idea di luoghi controllati e affidabili. Anche la suddivisione degli agriturismi in categorie è, secondo molti, opportuna in quanto può aiutare a scegliere e dare una garanzia ulteriore. Su questo punto, la chiave di volta del problema è nei criteri di attribuzione dei girasoli e nella accurata comunicazione di questo significato ad operatori e a consumatori per fare in modo che i girasoli siano legati a una maggior ricchezza di proposte, offerte, servizi e attività”.
Dic 30