I segretari generali della Basilicata di Cgil, Cisl e Uil, Angelo Summa, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, hanno ribadito la richiesta alla Regione Basilicata di avviare “il reddito minimo di inserimento”, definito una “priorità”. Summa, Falotico e Vaccaro si sono detti “consapevoli della grande responsabilità che ci hanno consegnato i diecimila partecipanti della Marcia per il lavoro”, svoltasi nei giorni scorsi a Potenza. La Marcia ha evidenziato che nella società lucana c’è molta disperazione e se la Regione continua con questo insultante balletto burocratico rischia di far tracimare la disperazione”.
UIL: CRISI ANCORA ALTA
Nel primo trimestre 2016 le ore autorizzate di cassa integrazione in Basilicata ammontano complessivamente a 462.165 con un calo del 65,1% rispetto al primo trimestre 2015 (ad eccezione della cig in deroga con il segno più, sia pure poco significativa per numero di ore). La tendenza è però invertita nel rapporto tra cigdel mese di marzo 2016 e cig del mese di febbraio 2016 con un incremento a marzo scorso del 176,3% che vede la provincia di Matera al quinto posto tra le province investite da aumenti di cassa integrazione (a marzo più 313,9%). Sono i dati del terzo rapporto Uil sulla cig che consentono – è scritto in una nota – di fare un primo bilancio del 2016 cumulando le ore di cassa integrazione del primo trimestre dell’anno. Dal confronto delle ore richieste nelprimo trimestre 2016 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno emerge una fotografia altrettanto critica: continua la crisi strutturale delle grandi aziende (testimoniata dall’aumento del 17,3% delle richieste di straordinaria) e la sofferenza delle piccole e piccolissime imprese (salgono del 33,7% le richieste di cassa in deroga). Dato in linea, purtroppo, con la bassa crescita della nostra economia.
Per la UIL – commenta il segretario regionale Carmine Vaccaro – è sempre più urgente che il Governo emani il decreto sui nuovi criteri di autorizzazione della cassa integrazione ordinaria, in ritardo da molte settimane, per evitare che molte imprese rimangano nel limbo dell’incertezza normativa. Ritardo che in molte realtà ha rallentato le procedure di autorizzazione mettendo in difficolta molti lavoratori. Con la marcia per il lavoro in Basilicata, esattamente una settimana fa, Cgil, Cisl e Uil non solo hanno rivendicato più sviluppo e occupazione, ma anche maggiore tutela per quanti hanno perso il posto di lavoro. In Basilicata, nel corso degli ultimi decenni, le royalty sul petrolio hanno fruttato oltre 1 miliardo: sono stati utilizzati per le spese correnti, dovrebbero essere indirizzate per dare lavoro. Oggi invece si scopre che per la forestazione – continua Vaccaro – mancano 35 milioni di euro creando nuovo allarme sociale per circa 6mila addetti. E’ dal 2013 che come Uil e Uila proponiamo l’istituzione di un’Agenzia Regionale per la forestazione. Il grande patrimonio boschivo lucano – di circa 355.409 ettari, con un indice di boschività del 35,6% – potrebbe utilmente essere valorizzato per la negoziazione di crediti di carbonio da offrire alle grandi realtà produttive che operano in loco (in primis le grandi multinazionali che si occupano di estrazioni petrolifere) ma anche da “offrire” ai siti produttivi delle Regioni limitrofe e dell’intero territorio nazionale sfruttando la vocazione del territorio lucano che può divenire una sorta di “grande polmone verde nazionale”. In una situazione di rinnovato impegno di tutela per l’ambiente – continua -il mantenimento di attività agricole e forestali “sostenibili” nell’ambiente rurale ha una fondamentale importanza in quanto consente la conservazione del paesaggio lucano, nonché di specifici habitat e mosaici ambientali indispensabili per la tutela della biodiversità animale e vegetale. Il bosco e i terreni forestali svolgono inoltre un importante ruolo di regolazione del ciclo idrologico e di protezione del suolo dall’erosione, che ha un ruolo essenziale anche nella difesa della pianura. Per questo occorre operare per una corretta gestione e manutenzione del territorio agro-forestale, anche attraverso l’impiego di tecniche sistematorie a basso impatto ambientale (ingegneria naturalistica) da integrarsi con tecniche di sistemazione idraulica tradizionale.