Il giornalista Nino Sangerardi in una nota si interroga sul progetto previsto per l’immobile già sede della Banca d’Italia a Matera. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
“Manutenzione straordinaria dell’immobile denominato ex Banca d’Italia”,si legge sul cartello affisso dietro sbarre di ferro. Lavori iniziati a fine aprile scorso,si concluderanno entro 92 giorni.
L’edificio si trova in piazza San Francesco, centro storico della Città dei Sassi. Aggiudicato alla società a responsabilità limitata MPH, sede in Tito presso Potenza, la cui offerta sarebbe stata pari a 4,8 milioni di euro rispetto ai 5,2 milioni fissati da Bankitalia.
Palazzo realizzato negli Anni Cinquanta. Due i corpi di fabbrica: manufatto principale con quattro ingressi a uso ufficio e struttura di tre livelli per magazzini più deposito. La superficie complessiva nella misura di 3.690 metri quadrati.
Pochi passi indietro nel tempo. Il 14 settembre 2009 i vertici di Banca d’Italia decretano la chiusura della sede di Matera, nonostante lettere di sindaci e organizzazioni di varie categorie sociali inviate al Governatore Mario Draghi: ” La ventilata chiusura della sede significherebbe condannare il già fragile sistema economico di questa città ad un altro duro colpo,dopo le continue penalizzazioni inflitte ultimamente al territorio,che ne limitano lo sviluppo…Si chiede che la trattativa possa essere riaperta considerando l’opportunità di non depauperare la nostra realtà di una efficiente istituzione economica”.
Petizioni che s’infrangono contro il muro del silenzio innalzato dai massimi banchieri italiani e, soprattutto, a fronte dell’inesistenza di un pur minimo potere contrattuale riconducibile al ceto dirigente locale.
A metà giugno 2010 Banca d’Italia inserisce la residenza materana nel Piano di dismissioni (70 immobili per un valore di 420 milioni di euro) affidato, per la cessione, al raggruppamento temporaneo d’imprese Collers International Italia-Exitone. Risultato? Nessun acquirente in grado di sborsare, si vociferava, 5,9 milioni di euro per il complesso edilizio di Matera.
Quindi la cessione, dopo il secondo bando, al sodalizio MPH srl.
Gruppo industriale fondato da due potentini: Pasquale Carrano farmacista e Michele Di Trana ingegnere. Opera nel mercato dell’information tecnology, tramite aziende specializzate nella progettazione e realizzazione di software, consulenza e “… outsorcing di processi organizzativi”.
Risulta essere capofila di quattro imprese: Smartp@per spa(tra l’altro in joint venture con Enel spa per la gestione documentale),Intema srl, Smartest srl e Baltik It Sia.
Conta novecento addetti, di cui settecento in Basilicata massima parte giovani sotto i 30 anni.
Otto stabilimenti, cinque dislocati in area lucana , due su territorio Veneto e uno nella Lettonia.
Pasquale Carrano chi è? Ex presidente Confindustria Potenza,ex membro Commissione regionale Lucani nel mondo, ex consigliere presso succursale Banca d’Italia di Potenza, dal 2012 al 2015 consigliere del Cnel(consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) su proposta del presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, dal 2015 nel Consiglio di Territorio del Sud Italia di Banca Unicredit, presidente e amministratore delegato Smartp@per spa,presidente di Smartest srl.
L’ingegnere Michele Di Trana ricopre la carica di amministratore delegato di MPH srl,ed è stato sindaco di Calvello,provincia di Potenza,dal 1992 al 1997 con la Lista formata da Pci-Dc-Psdi.
I vertici di MPH srl quale progetto hanno elaborato in merito al fabbricato già succursale della Banca d’Italia: hotel a più stelle,luogo di rappresentanza aziendale, snodo informatico e tecnologico…?
Non è dato sapere.
Nella fotogallery i lavori in corso nell’immobile e una foto d’epoca dell’immobile già sede della Banca d’Italia a Matera