“La Regione Basilicata approvi la delibera di giunta necessaria per il completamento della Città della pace di Scanzano Jonico, ferma da due anni. L’abbandono definitivo del progetto rappresenterebbe l’ennesimo spreco di risorse pubbliche e la rinuncia definitiva a un’idea di accoglienza che, oggi più che mai, non può essere abbandonata”. È l’appello lanciato dalla Cgil Basilicata dalla piazza di Matera in occasione dell’apertura della decima edizione delle Giornate del Lavoro della Cgil Basilicata. Diverse le voci autorevoli che hanno portato il proprio contributo al dibattito “Legalità, contrasto al caporalato e alla tratta degli esseri umani”. Dopo l’introduzione del segretario generale della Cgil di Matera, Eustachio Nicoletti, sono intervenuti Giuseppe Gatti, Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia; Francesco Curcio, Procuratore della Repubblica di Potenza; Sante Copponi, Prefetto di Matera; Angelo Summa, segretario generale Cgil Basilicata e Jean Rene Bilongo, della Flai Cgil nazionale.
“Il Comune di Scanzano – hanno ricordato Summa e Nicoletti dal palco di piazza San Francesco – ha deliberato la cessione in comodato d’uso alla Regione Basilicata della struttura di Terzo Cavone, tassello fondamentale per lo sblocco dei 2 milioni di euro previsti dal Pon Legalità destinati al completamento della struttura. Non si capisce dunque cosa aspetti la giunta regionale ad approvare la delibera. Come Cgil avevamo già paventato il rischio di perdere il finanziamento per interessi estranei alla pubblica amministrazione, ignorando totalmente la necessità di misure necessarie a fronteggiare l’accoglienza nell’area Metapontina con il continuo arrivo di braccianti stagionali che tutt’oggi, come testimonia il lavoro del Sindacato di strada della Flai Cgil, sono presenti in centinaia in baracche e alloggi di fortuna. Tutto questo, nonostante il ministero del Lavoro e dell’Interno abbiamo indirizzato risorse Ue per circa 18 milioni di euro, finalizzati alla costruzione di nuovi centri programmati e decisi a livello regionale nell’ambito del Tavolo anticaporalato coordinato dalla prefettura”.
Per Summa e Nicoletti “programmare e fare, senza ricorrere alla teoria dell’isola felice, rimane un obiettivo fondamentale per sostenere il lavoro della Direzione investigativa antimafia di Basilicata, istituita a marzo del 2022 che, oltre al lavoro di contrasto della criminalità organizzata dei colletti bianchi, ha valorizzato e dato impulso a inchieste anche sul caporalato nella zona dell’Alto Bradano e nel territorio Metapontino. In questi anni, il movimento sindacale confederale, ripetutamente è intervenuto per rimarcare l’esistenza di un tessuto socio economico compromesso da fatti e comportamenti ritorsivi ed estorsivi nei confronti di aziende agricole che dimostravano lo sfaldamento degli anticorpi di legalità. Le operazioni della magistratura hanno confermano le nostre paure.
Per queste ragioni – affermano Summa e Nicoletti – crediamo fermamente che la costruzione nel territorio Metapontino di un tessuto politico, sociale e produttivo improntato sul rispetto della legalità e della trasparenza non può essere esclusivamente un problema di ordine pubblico, ma un impegno congiunto tra le istituzioni, la società civile e l’associazionismo datoriale e sindacale. In particolare è necessario intraprendere una lotta più severa al fenomeno del caporalato e attivare progetti di solidarietà per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti stanziali e temporanei. In tal senso, la Regione Basilicata continua ad avere grosse responsabilità per aver ritardato o fermato interventi finalizzati all’organizzazione di un sistema di servizi e della logistica adeguata e la mancata firma alla delibera per il completamento della Città della pace a Scanzano ne è l’emblema”. Secondo i dati della Cgil già nel 2019 i 45.000 stranieri presenti in Basilicata (8% della popolazione) hanno contribuito al Pil attraverso il loro impiego in diversi settori. “Sono dati – spiegano i segretari – che avrebbero dovuto favorire nuove politiche per il lavoro, l’elaborazione di un piano per l’occupazione, il riuso e utilizzo di 70mila case sfitte, dei 100 capannoni nelle aree industriali e Pip, delle terre demaniali e non utilizzate, dei beni pubblici abbandonati, la creazione di servizi sociali con i fondi comunitari.
Si tratta di scelte politiche e di decidere da che parte stare. È necessario – concludono Summa e Nicoletti – che le istituzioni intervengano celermente per garantire il rispetto della legalità. Solo un’azione capillare e precoce sul territorio da parte delle istituzioni può davvero mettere un freno al fenomeno del caporalato. È evidente che non si può più aspettare. La Regione Basilicata ha il dovere di mettere in campo tutte le azioni necessarie per mettere fine a questa piaga sociale che in questo particolare momento di crisi, oltre a danneggiare i diritti e la dignità dei lavoratori coinvolti, danneggia quelle aziende agricole che agiscono nel rispetto delle norme”.
Al centro della giornata di apertura anche il tema della Zes Jonica, “reale possibilità di sviluppo non solo della Basilicata e del Porto di Taranto – ha precisato Nicoletti – ma per l’intero Mezzogiorno, in quanto consentirà di dare risposte alle sfide globali che negli ultimi vent’anni hanno ridisegnato i confini dell’economia e messo in crisi il welfare. Tutto ciò a patto che la sua istituzione e delimitazione sia supportata da un’idea strategica di sviluppo che tenga conto delle peculiarità dei territori. Dall’esperienza di altri paesi europei e mondiali si evince che, per avere gli effetti delle Zes sui processi di sviluppo, non bastano solo gli incentivi fiscali, ma devono determinarsi alcune fondamentali condizioni:capacità di attrarre grossi investitori e capitale umano (università, centri di ricerca e scuole tecniche e professionali del territorio), specializzazione delle attività, aggregazioni delle imprese con lo stesso nesso economico. Pertanto è necessario che all’iter procedurale e formale si affianchi una iniziativa operativa che risponda agli obiettivi strutturali della logistica, finalizzata a sostenere le imprese nella commercializzazione in uscita dei prodotti (manifatturieri, agricoli, meccanici), utilizzando la ferrovia e soprattutto il porto di Taranto”.
Per Nicoletti “serve un progetto di sviluppo complessivo che guardi alla creazione di buona occupazione, all’innovazione delle filiere produttive e all’ambiente. Solo così – conclude – la Zes jonica potrà essere un’opportunità per sviluppare logistica, scambi commerciali e filiere agroalimentari, oltre a un incentivo alla capacità delle imprese lucane e del sud di internazionalizzarsi. Questa è la precondizione affinché la Zes rimetta il Mezzogiorno al centro del Mediterraneo, dando risposte alle sfide globali che abbiamo dinanzi”. Al dibattito sono intervenuti anche Floriana Gallucci, Commissario Governativo per Zes interregionale Jonica Puglia e Basilicata e Anna Teselli, della Cgil nazionale. La serata si è conclusa con il concerto degli Arenaria Maqam.
Venerdì 9 settembre le Giornate del Lavoro proseguiranno a Potenza alle 18 in piazza Don Bosco per discutere di “Transizione ecologica, energetica e mobilità sostenibile” con la partecipazione del segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini.
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La fotogallery dei due incontri a Matera per le “Giornate del Lavoro della Cgil Basilicata – Un mondo nuovo” (foto www.SassiLive.it)
Programma 9 settembre in piazza Don Bosco a Potenza
ore 18
TRANSIZIONE ECOLOGICA, ENERGETICA E MOBILITÀ SOSTENIBILE
Introduce
Giuliana Scarano
Segretaria Cgil Basilicata
Intervengono
Angelo Summa
Segretario Generale Cgil Basilicata
Anna Donati
Responsabile Mobilità Kyoto Club
Federico Butera
Professore Emerito di Fisica Tecnica Ambientale, Politecnico di Milano
Francesco Starace
Amministratore Delegato ENEL
Maurizio Landini
Segretario Generale Cgil
Coordina
Filomena Greco
Giornalista “Il Sole 24 Ore”
ore 21.30
CONCERTO GRATUITO – LO STATO SOCIALE