Per la rubrica “Matera everywhere” dedicata personaggi materani illustri ma sconosciuti il materano Gianni Maragno racconta in esclusiva per SassiLive la storia dell’architetto materano Luca Andrisani.
Era il lontano 1910 quando Giuseppe Andrisani, appena sedicenne, partì da Matera alla volta di New York in cerca di fortuna. Grazie al suo fisico robusto e abituato alla fatica fece presto a trovare occupa-zione in un cantiere edile ed a guadagnarsi la fiducia e la stima dei compagni di lavoro. Ma, a causa di un fortuito, quanto umoristico, episodio, si generò uno spiacevole malinteso con il capo del cantiere dove era impegnato, e la sua avventura americana si interruppe malinconicamente. Sulla base dell’avanzamento del progetto edilizio, il titolare della ditta di costruzioni si recò ad ispezionare il cantiere e, accompagnato dal suo assistente, si fermò occasionalmente davanti a Giuseppe, che come sempre spalava a ritmo intenso il terreno dello scavo della fondazione; fu così che il sorvegliante, indicando l’operaio, riportò al titolare il suo lusinghiero giudizio con queste parole: This is the best man, “Questo è il miglior uomo al lavoro”. Giuseppe, immerso nella fatica e non ancora ben avvezzo alla lingua americana, invece intese “Questo è una bestia”, e, in men che non si dica, si vide la pala tra le braccia nerborute di Giuseppe volteggiare nell’aria, e abbattersi con vigore sulla testa dell’incolpevole capocantiere. Si trattò di un increscioso equivoco, ma costò a Giuseppe qualche giorno di prigione ed al malcapitato sorvegliante 20 giorni di ospedale. Per fortuna tutto si ricompose, ma Giuseppe preferì far ritorno nella sua Matera, dove prese moglie ed ebbe 8 figli.
A distanza di oltre un secolo, un altro Andrisani, Luca (appartenente alla numerosa nidiata di nipoti di Giuseppe), ha voluto varcare l’Oceano alla ricerca di quella fortuna che il nonno non aveva raggiunto. Luca, però, a differenza del progenitore, già prima di partire ha ben imparato la lingua inglese quando sul finire degli anni novanta è giunto negli States.
Luca Andrisani è nato a Matera nel 1973 e già da bambino era solito giocare con righe e squadrette sul tavolo di disegno del padre l’architetto Aldo Andrisani, la cui influenza ha continuamente accompagnato il percorso di studi; sempre a Matera ha frequentato le scuole superiori, per poi laurearsi con lode in Architettura presso l’Università la Sapienza di Roma e conseguendo successivamente il Master in Architettura in Svezia presso il Royal Institute di Stoccolma. Superando ostacoli di ogni genere, giovanissimo si è trasferito a Basilea per entrare a far parte del prestigioso team di architetti Herzog & de Meuron, conquistando il Pritzker Prize-winning. In seguito, a New York , con due tra i più grandi nomi dell’architettura mondiale, quali Rafael Viñoly e Peter Marino, ha potuto consolidare esperienza e preparazione in high-end retail design per i più importanti marchi della moda, come Prada a Tokyo e Montevarchi, Louis Vuitton, Fendi, Dior a Parigi e New York. Nel 2007 il punto di svolta, Luca decide di mettersi in proprio e fonda la Luca Andrisani Architects, con sede in una centralissima Avenue di New York, segnando l’inizio del sogno americano. Ben presto altri due collaboratori, selezionati da Luca, sono entrati a far parte della sua compagine; la designer Melissa Baird e l’architetto Giacomo Feri di origini senesi.
Dotato di una nitida prospettiva internazionale, Luca ha così potuto fi-nalmente affermare il suo carisma di architetto. La nuova generazione di architetti della Grande Mela, dove il materano rappresenta una delle espressioni di punta del settore, mostrandosi sempre attento agli sti-moli di contributi artistici, fondamentali per una professione che dalla ricerca di materiali d’avanguardia, che si integrano a quelli senza tempo e non convenzionali, del design sobrio ma efficace, ricava solu-zioni e configurazioni idonee a soddisfare ogni esigenza umana adatte a tutti gli ambienti.
La Luca Andrisani Architects ha ottenuto in questi anni numerosi premi, tra i più significativi, tre premi internazionali di design, gli International Design Awards IDA, ed altrettanti come Best of the Year per realizzazioni architettoniche; riconoscimenti attribuiti ai più eminenti progettisti av¬veniristici del mondo, in una competizione tra architetti e designer di interni provenienti da oltre 65 paesi.
Il giovane professionista materano è stato definito “architetto emergente” da Architectural Record, autorevole rivista specializzata di architettura; diversi i magazine “di settore e non” che ne hanno voluto mettere in evidenza i brillanti lavori: New York Magazine, Interior Design, Architectural Record, Metropolitan Home, Interni, Daily News, Design & Display Idee, DLux. Dal 2008 Luca è anche accreditato nel Green Building Council degli Stati Uniti.
Recentemente il periodico illustrato Interni ha dedicato un servizio di ben 6 pagine alla casa , di cui Luca è proprietario a Miami.
Professionalità, studio continuo, abnegazione e tanto lavoro hanno consentito a Luca di affermarsi nei cinque continenti, numerosi i suoi lavori recensiti e attenzionati per il mondo, dalla progettazione alla re-alizzazione architettonica e all’interior design.
L’ultimo riconoscimento in ordine di tempo ma certamente non di importanza è arrivato il 4 dicembre scorso con il Best of year 2015, nella categoria delle facciate, per l’edificio progettato da Luca e realizzato nel cuore della cosmopolita Clinton Hill a New York. Opera ispirata al paesaggio di roccia arenaria di New York, 538 Apertura, questo il nome del fabbricato che aggiunge un tocco moderno in un quartiere storico. Impresa che tanto ha entusiasmato gli operatori del settore in America, tanto da meritare i seguenti commenti dei media i disegni di Luca Andrisani sono più che solo una bella facciata. Ma c’è di più, l’esterno è un’interpretazione astratta del ponte di Brooklyn ed è ornato da uno schermo in rame forato che copre l’intera facciata. Il materiale è stato trattato per consentirgli di prendere la patina nel tempo, creando di fatto un pezzo unico di arte per ogni appartamento. Inoltre un sistema di scorrimento rende le persiane e le vetrate mobili permettendo ai residenti la vista sui viali alberati del parco sottostante.
Dall’arrivo a New York del nonno Giuseppe nel 1910 è passato tanto tempo, ma è stata percorsa anche molta strada: dagli scavi di fondazione eseguiti con la forza delle braccia di Giuseppe, all’architettura e al design delle matite elettroniche di Luca, come in un cerchio che si chiude perfettamente, senza soluzione di continuità.
Il lavoro e la creatività italiani continuano a stupire il mondo, ma anche nel caso di Luca vale il detto nessuno è profeta in casa propria. Vorremmo augurarci che le opportunità connesse al ruolo della città di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, possano consentire a qualcuno dei nostri giovani di tornare e fornire il suo contributo in favore della propria città. Basti pensare che Matera vive l’annoso problema della mancanza di un Teatro di tradizione; il Sindaco De Ruggieri ha avanzato l’idea di coprire con una intelaiatura mobile e leggera la Cava del Sole per poterla adibire a teatro anche nei rigidi mesi invernali: forse l’Architetto Luca Andrisani, Best of the year 2015, proprio con le sue facciate mobili potrebbe assolvere questo compito, coniugando il passato della Capitale dell’Habitat rupestre con il futuro prossimo di una città aperta, autentica Capitale Europea, in grado di capitalizzare e valorizzare peculiarità e sensazioni, da sempre insediati in questa terra, ma pronti ad assumere caratteri innovativi capaci di sorprendere e conquistare.
Gianni Maragno