Presso la sede materana del Distretto del Mobile Imbottito si è svolto un seminario tecnico curato dal personale del BI Mat, il centro regionale sui nuovi materiali e tecnologie di Basilicata Innovazione, e aperto alle imprese del settore. Si è parlato di materiali innovativi da impiegare per la realizzazione dei fusti dei divani, per le imbottiture e i rivestimenti, ma anche di tessuti naturali, altamente performanti e tipologie di pelli, tutti in grado di coniugare qualità ed estetica con resistenza ed ecosostenibilità. Un seminario che ha inaugurato una collaborazione di lungo termine tra Basilicata Innovazione e il Distretto.
Dagli Stati Uniti, Thailandia, Francia, Danimarca, Gran Bretagna, Austria, Germania, Svizzera a Matera: oggi i materiali innovativi di tutto il mondo hanno fatto tappa nella “Città dei Sassi”, presso la sede del Distretto del Mobile Imbottito, e sono diventati oggetto del seminario organizzato da BI MaT, il centro nuovi materiali e tecnologie di Basilicata Innovazione. L’incontro, che ha coinvolto le imprese del settore, ha avviato ufficialmente la collaborazione della struttura con il Distretto ed ha catalizzato l’attenzione su materiali e tecnologie utilizzabili per la realizzazione di imbottiture, rivestimenti e fusto dei divani, con caratteristiche in grado di migliorare prestazione e qualità dei prodotti.
Dopo i saluti di apertura di Donato Caldarulo – presidente Distretto Mobile Imbottito, Giuseppina Lo Vecchio – referente Ufficio Internazionalizzazione, ricerca scientifica ed innovazione tecnologica Regione Basilicata e Andrea Trevisi – direttore Basilicata Innovazione, hanno preso la parola Francesca De Sua e Luigi D’amato, che curano le attività di BI MaT. È con il loro intervento che è iniziato il “giro del mondo” tra i materiali e le tecnologie che coniugano al meglio design e comfort dei manufatti con durabilità , rispetto dei principi dell’ecosostenibilità e costi competitivi.
Si pensa, per esempio, che per realizzare il fusto dei divani, possa essere usato solo il legno. Invece esistono pannelli di origine biologica, costituiti da fibra di canapa o di lino, da steli di grano, da gusci di noce e scarti della lavorazione dei girasoli, facilmente lavorabili e resistenti alla fiamma e all’umidità. L’imbottitura può essere realizzata con PET riciclato, derivante da bottiglie e flaconi, e contenente fondi di caffè che fungono da additivo antiodore; o con una schiuma ottenuta da un polimero a base di soia, o con una fibra interamente costituita da materiali risultanti dalla lavorazione del mais. Per i rivestimenti, esistono tessuti altamente performanti che garantiscono resistenza e un’azione antimicrobica, altri in grado di immagazzinare e rilasciare il calore corporeo per garantire il controllo ottimale di temperatura e umidità, altri ancora naturali e derivanti dal sughero o dalla canna da zucchero; ma anche pellami traspiranti, resistenti, lavabili in lavatrice e tipologie di cuoio rigenerato, ottenuto da scarti di calzaturifici, o termocromico ovvero arricchito di pigmenti che ne cambiano il colore in presenza di variazioni di temperatura.
I partecipanti hanno avuto la possibilità di vedere dal vivo anche alcuni campioni e di richiedere un appuntamento con il personale BI MaT, in occasione del quale riceveranno il report contenente le schede tecniche con i dettagli qualitativi ed estetici dei materiali e i riferimenti di produttori e distributori. Una giornata quella di oggi che ha dimostrato come l’innovazione e l’artigianalità “made in Basilicata” siano, assieme, la chiave che apre alle imprese lucane percorsi di sviluppo competitivo.