“Venitevi a sposare nei Parchi di divertimento. Lì il “green pass” non è obbligatorio”: è l’invito-provocazione alle coppie che hanno programmato la festa di matrimonio dopo il 15 giugno che viene da Federmep, associazione che rappresenta imprese e professionisti del settore Matrimoni ed eventi.
“Il 15 giugno – sottolinea la presidente di Federmep Serena Ranieri – riapriranno i parchi tematici. Migliaia di giovani e giovanissimi, finalmente torneranno ad affollare queste strutture, come le feste di matrimonio interdetti per decreto da mesi. E le famiglie lo faranno senza certificato verde, obbligatorio al momento per le sole feste conseguenti cerimonie civili e religiose. Obbligo che, legato alle incertezze sulla sua applicazione, sta comportando ulteriori rinvii”.
“Siamo felici – prosegue Ranieri – che i parchi possano riaprire senza obbligo del green pass, ma ci sfugge come un matrimonio possa essere più rischioso in termini di contagio di una di queste strutture. O il governo sana questa contraddizione logica, togliendo l’obbligo almeno in zona bianca, oppure proporremo agli sposi di celebrare le nozze nei parchi divertimento. Una provocazione, certo, che confidiamo scienziati e governanti possano tenere in dovuta considerazione”.
Con l’ultimo dpcm in vigore dal 18 maggio, il Governo ha imposto delle limitazioni. Le regole, tra l’altro, valgono anche per comunioni, cresime, battesimi ecc. e dovranno essere rispettate a prescindere dalla zona in cui ci si trova (bianca o gialla). Innanzitutto, chiunque voglia partecipare a un matrimonio dovrà possedere un green pass. Per chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino, il certificato sarà disponibile a partire dal 15esimo giorno successivo all’inoculazione, mentre a chi ha già ricevuto entrambe le dosi il certificato viene rilasciato immediatamente. Gli invitati che hanno avuto il Covid e sono guariti possono richiedere il green pass in ospedale o, in alternativa, al medico curante. La terza via per ottenere il certificato è invece quella di fare un tampone (antigenico, molecolare o salivare) nelle 48 ore precedenti all’evento. Esclusi dall’obbligo i bambini sotto i 2 anni.
Il Governo ha stabilito un limite massimo di invitati molto alto: mille persone. Bisognerà però tenere in considerazione lo spazio (interno o esterno) a di disposizione): due metri per ogni invitato. In parole povere: più è grande lo spazio a disposizione per il ricevimento, più invitati potranno esserci. Nonostante gli annunci iniziali, non sarà obbligatorio assumere un Covid Manager ogni 50 invitati, né individuare questa figura tra i dipendenti del locale.
“Dopo la “grande fuga dalle nozze” che lo scorso anno in Basilicata ha fatto registrare un calo del 70% – sottolinea Sabrina Cannas, segretaria generale Federmep e delegata Basilicata – pensavamo che finalmente fosse possibile riprendere a festeggiare gli eventi. Invece ci troviamo a fronteggiare mille problematiche che non solo si scaricano su chi organizza ma hanno l’effetto di scoraggiare gli sposi. Come abbiamo dimostrato qualche settimana fa con il matrimonio ai tempi del Covid organizzato in una sala ricevimenti a Bari, evento dimostrativo e anche una provocazione –aggiunge Cannas– è possibile tornare a festeggiare i matrimoni in assoluta sicurezza. La nostra proposta di introdurre una sorta di “bollino di sicurezza” sarebbe stata più semplice e di più facile attuazione. Innanzitutto – spiega – lo svolgimento di ogni tipo di festa, anche conseguente a cerimonie religiose e civili, è subordinato alla comunicazione preventiva dell’evento al sindaco – in qualità di autorità sanitaria locale del Comune – in cui si tiene l’evento. Adesso – sottolinea Cannas – dobbiamo districarci nella ragnatela delle prescrizioni. Speriamo che nei prossimi giorni ogni adempimento sia chiaro senza discriminazioni e penalizzazioni per categorie professionali come la nostra. Una cosa è certa: non intendiamo in alcun modo abbassare l’atmosfera di serenità e convivialità per quella che è la festa più importante della vita delle coppie e delle loro famiglie”.