“Monitorare l’attività dei Centri per l’Impiego, come ha cominciato a fare l’Upi con l’incontro di ieri insieme al Ministro del Lavoro Giovannini, è un compito che deve coinvolgere anche la Regione, tenuto conto che, come ha denunciato il coordinamento degli assessori regionali al Lavoro, tra qualche mese il sistema dei Centri si troverà davanti a un gigantesco problema di risorse perché i flussi di finanziamento europei, nazionali e provinciali si sono esauriti”. A sostenerlo è il vice presidente del Consiglio Regionale Franco Mattia (Pdl) per il quale “il primo dato che emerge è che in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana, dove le Province hanno il compito di seguire tutto l’iter dell’occupazione, dalla formazione professionale all’orientamento, fino all’incontro tra domanda e offerta, i disoccupati che trovano lavoro attraverso i centri per l’impiego sono il 20% del totale, una cifra da standard europeo. Da noi in Basilicata e in tutto il Sud, invece, la percentuale è bassissima al punto da scoraggiare il ricorso dei disoccupati ai nostri Centri, mentre i canali più utilizzati sono sempre le segnalazioni di amici, parenti e conoscenti o il passa-parola (che contribuiscono al 45% circa delle assunzioni), seguono le auto-candidature spontanee (27% circa dal 2003 in poi), i concorsi pubblici (8% circa) e le agenzie di collocamento private (5% negli ultimi 10 anni). Non stupisce, quindi, che nel 2011, secondo i dati del Rapporto Isfol, complessivamente, solo il 32% dei disoccupati si sia rivolto ai Centri per l’impiego, il dato più basso della Ue (la media di utilizzo della Ue sfiora il 56%, ma in Germania si arriva anche all’82%, in Inghilterra al 62% e in Francia al 58 per cento). Secondo Mattia “come indica il Rapporto Isfol, la ricerca del lavoro, e più in generale di una corretta collocazione lavorativa, non può essere una caccia al tesoro, una svolta dopo l’altra in un labirinto, una serie di scelte aleatorie che assomigliano più ad una lotteria che a un percorso strutturato e orientato. Questi sforzi vani, questo tempo perso, queste cattive soluzioni alimentano una serie di inefficienze che altro non sono che un costo – individuale, sociale ed economico – che mina il nostro sistema, in cui una laica secolarizzazione elide a poco a poco ogni regola, legge, valore, consuetudine o prassi, anche nel mondo del lavoro. Ed in attesa di poter esaminare il tanto annunciato Piano pluriennale regionale del lavoro – conclude il consigliere del Pdl – bisogna mettere mano per tempo all’adeguamento di tutti i servizi dei Centri per l’Impiego, specie in tema di orientamento e di formazione-riqualificazione dei disoccupati, in particolare in possesso di diploma di scuola media superiore”.