Mega (Cgil Basilicata): “Inaugurazione in Francia della prima gigafactory smentisce le affermazioni del presidente Bardi e della Regione Basilicata che alzano bandiera bianca senza essersi mai preoccupati del drammatico e progressivo smantellamento dello stabilimento di Melfi”. Di seguito la nota integrale.
“L’inaugurazione in Francia della prima gigafactory europea per la produzione di batterie per auto elettriche da parte di Stellantis è la migliore risposta all’immobilismo del presidente Vito Bardi e della Regione Basilicata, che alzano bandiera bianca senza mai essersi di fatto realmente interessati a Stellantis e allo stabilimento di Melfi”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega, ricordando che la seconda gigafacotory sarà in Germania e la terza in Italia, a Termoli, per un investimento complessivo di 7,3 miliardi di euro, di cui circa 1,3 miliardi di investimenti pubblici.
“Mentre a Melfi si fa i conti con l’uso massiccio di ammortizzatori sociali, figli della recente approvazione dell’area di crisi industriale complessa contraddistinta solo dai festeggiamenti fuori luogo dell’assessore al ramo, oltre alle fermate produttive e ai continui incentivi all’esodo, che hanno superato quota duemila, – afferma Mega – Stellantis va avanti investendo in altri siti produttivi. Una sfida persa da parte della Basilicata – così come già denunciato dalla Cgil negli ultimi mesi – il cui governo è responsabile di un silenzio assordante nei confronti dello smantellamento di uno dei siti industriali più grandi della Basilicata e del Mezzogiorno. Il governo Bardi continua a non battere ciglio, accusando inutilmente le politiche europee di settore e usando la transizione energetica come capro espiatorio di una situazione che è drammatica in tutto il Paese. La crisi dell’automotive va avanti da almeno due anni. Attualmente in Italia non si produce nemmeno un veicolo elettrico, con una riduzione della produzione da 1 milione e 600mila alle 469mila auto dello scorso anno, un Paese che quindi produce un quarto dei veicoli che vende. Tutto ciò con il beneplacito del governo nazionale e del governo regionale per quanto riguarda la Basilicata e lo stabilimento Stellantis di Melfi, che rientra in un quadro complessivo dello smantellamento dell’automotive in Italia.
Le parole di Tavares durante l’inaugurazione in Francia della prima gigafactory, che definisce un simbolo forte, frutto anche di un dialogo costruttivo con i vari stakeholder, compresi i territori, mettono in risalto, in tutta la loro evidenza – riprende il segretario – la totale assenza di questo dialogo in Basilicata che ancora adesso, nonostante le sollecitazioni da mesi da parte della Cgil e i duemila licenziamenti mascherati, cerca di portare Stellantis al tavolo regionale senza riuscirci. È di qualche giorno fa l’ultimo annuncio di un incontro da parte del presidente Bardi di cui a oggi ancora non sappiamo nulla. Ogni tanto si reiterano annunci su incontri vari ma i sindacati non sono mai convocati su nulla.
È il momento che Stellantis faccia chiarezza sugli accordi sottoscritti a giugno 2021 e che la politica consideri Stellantis quale player principale per la riconversione della componentistica per la produzione dei futuri modelli, altrimenti in ginocchio non sarà solo lo stabilimento Stellantis ma tutto l’indotto che già sta subendo la crisi. Pertanto le dichiarazioni di Tavares, per il quale l’avvio della produzione di batterie nello stesso sito in cui Stellantis ha prodotto e produce ancora motori a combustione interna «mostra come anticipazione e dialogo costruttivo con i nostri stakeholder – sindacati, dipendenti, grandi industriali, eletti locali e regionali, lo Stato, possono contribuire a costruire un futuro per i nostri dipendenti in un contesto di grandi cambiamenti nel nostro settore» stridono con la politica nazionale e regionale, del tutto assente”.