Mega (Cgil) e Tortorelli (Uil): “Accogliamo e facciamo nostro il sentito appello dei vescovi lucani di fronte alla grave crisi che sta investendo diversi ambiti economici della Basilicata, alla base della nostra mobilitazione. Uniamoci per dare un futuro migliore a questa terra devastata”. Di seguito la nota integrale.
“Accogliamo e facciamo nostro il sentito appello dei vescovi lucani di fronte alla grave crisi che sta investendo diversi ambiti economici della Basilicata, alla base della nostra mobilitazione. Ribadiamo anche noi la necessità di unirsi per dare un futuro migliore a questa terra devastata”. Lo affermano i segretari generali di Cgil e Uil Basilicata, Fernando Mega e Vincenzo Tortorelli. “La gremita piazza dello sciopero generale indetto unitariamente il 29 novembre – proseguono- è indicativa rispetto alle reali esigenze della popolazione, in Italia e in Basilicata. Le prospettive sono purtroppo sempre più nebulose, di giorno in giorno. È di appena qualche ora fa la notizia delle dimissioni dell’ad di Stellantis, Tavares, con inevitabili ulteriori ripercussioni sul settore automotive e il suo indotto, già fortemente in crisi, specialmente in Basilicata, dove il settore è stato da sempre trainante per l’economia locale. E non possiamo accontentarci di sentirci dire dal presidente della Regione Basilicata che ci sono processi economici e cambiamenti epocali in atto, come se dovessimo rassegnarci a una certa condizione.
I cambiamenti epocali ci sono – precisano Mega e Tortorelli – ma sta a chi governa, alle decisioni della politica, indirizzarli verso il bene della collettività. Lo abbiamo visto con la crisi idrica, dove l’incuria di anni, compresi quelli più recenti delle due ultime legislature, sta negando di fatto il diritto del libero accesso all’acqua, bene pubblico universale, a 140 mila lucani. Servono risposte. Servono impegni concreti da parte delle istituzioni che guardino al futuro con programmazione e progettazione, mettendo al centro il lavoro e la persona. La Cgil e la Uil – concludono – ci sono e ci saranno, accanto alla Chiesa e accanto a chiunque condivida la nostra lotta, che non è nè partitica nè politica. Ma è una lotta di giustizia sociale, affinché possa esserci un presente dignitoso e futuro migliore per le prossime generazioni”.