“Se nel 2011, il 22,7% delle microimprese del Paese ha acquisito nuove risorse umane, il dato della Basilicata che scende al 18,5% e, secondo i dati Istat, è all’ultimo posto della graduatoria delle regioni, non può che allarmarci, sollecitando un nuovo e maggiore impegno del sindacato sullo “stato di salute” delle 5.959 micro ditte iscritte alle Cciaa di Potenza e di Matera”. E’ il commento del segretario regionale della UIL Carmine Vaccaro sottolineando che “il sindacato confederale condivide la strategia del cartello di pmi di tutti i comparti produttivi “Pensiamo Basilicata” contenuta nel “manifesto” che abbiamo sottoscritto insieme a Cgil, Cisl e Confindustria innanzitutto per rilanciare la concertazione sociale. Dai dati dell’Istat – continua Vaccaro – ci sono almeno due elementi che richiedono un’approfondita valutazione: la percentuale ridotta di microimprese che ha svolto attività di formazione aziendale e quella altrettanto risicata di imprese che ha avviato una diversificazione produttiva. Due fattori che sono rilevanti per salvare attività produttive e di servizi insieme a posti di lavoro, al pari del ricorso allo strumento dell’apprendistato professionalizzato, da noi ancora troppo basso, a strumenti tecnologici ed applicazioni web, a campagne di pubblicità e marketing dei prodotti e servizi aziendali che ancora non trovano attuazione in innovative scelte imprenditoriali. Dal nuovo Governo Regionale – continua Vaccaro – ci aspettiamo misure coraggiose, mentre ribadiamo il nostro profondo dissenso dai contenuti della Legge di Stabilità che ci ha portato come sindacati a prime iniziative di mobilitazione in base all’esigenza primaria di ridurre le tasse sul lavoro. Siamo l’unico Paese al mondo in cui la gran parte dei lavoratori paga piu’ tasse del suo datore di lavoro. La legge di stabilità era stata presentata come un provvedimento di svolta da parte del governo, che avrebbe dovuto mettere fine ai sacrifici e puntare alla crescita è diventata una legge di conservazione. L’Italia per uscire dal guado deve ridurre le tasse, finanziando questo calo con un taglio alla spesa pubblica improduttiva. Per legge, o anche con un decreto, si deve mettere nero su bianco la decisione politica che va presa immediatamente: garantire il trasferimento automatico dei risparmi che derivano dalla riduzione degli sprechi e dalla lotta all’evasione ad un abbattimento delle tasse sul lavoro. Ridurre le tasse sul lavoro e quindi ottenere un abbassamento del costo del lavoro e soprattutto maggiori disponibilità nelle tasche dei dipendenti – dice Vaccaro – avrebbe un effetto positivo per la competitività delle imprese, specie quelle più piccole e rilancerebbe la domanda interna. È un vero volano da mettere in moto per ridare fiato all’economia, rilanciando i consumi. La crescita non può essere determinata soltanto dall’export. Agire sulle tasse è prioritario: più aumentano le tasse, più aumenta la disoccupazione”.
Annale (Lista Pittella): “Aiutare le micro imprese lucane”
“Tra le proposte programmatiche, tutte segnate dall’emergenza sociale e dalla necessità di dare segnali di discontinuità, presentate oggi dal nuovo Governatore Pittella alla direzione del suo partito, credo ci sia bisogno di aggiungere un’attenzione maggiore per aiutare le microimprese lucane (unità con 3-9 addetti) a difendersi in maniera più efficace”: a sostenerlo è Antonio Annale (Lista Pittella). “Il terzo report Istat diffuso oggi – aggiunge – evidenzia che il 69,9% delle piccole aziende della nostra regione adotta strategie quasi esclusivamente difensive; solo il 39,6% aumenta la gamma dei prodotti e servizi, il 20,5% ricerca l’accesso a nuovi servizi e l’8,1% si adopera per l’attivazione e l’incremento di relazioni tra imprese. Una fotografia particolarmente nitida delle complesse problematiche che riguardano le pmi. E – continua Annale – non si sottovaluti che tra l’esercito di astensionisti che ha caratterizzato il voto delle regionali ci sono numerosi titolari di ditte individuali e familiari dei comparti commercio, artigianato, agricoltura, servizi che stanno soffrendo i morsi della crisi e che hanno perso la fiducia nella politica. E’ impensabile riannodare il filo cittadini-politica senza recuperare il consenso di piccoli imprenditori che nel nostro tessuto economico sono la forza imprenditoriale principale”.
Per Annale “le indicazioni contenute nel documento programmatico di “Pensiamo Basilicata”, che è la rappresentanza dell’intero universo di pmi lucane, sintetizzabile con il Patto di Comunità, rappresentano la strada da seguire innanzitutto in vista della nuova programmazione del POR Basilicata 2014-2020 che – puntualizza – deve mettere al centro la piccola impresa, scongiurando il ripetersi della polverizzazione dei fondi comunitari. Dunque ben venga la sburocratizzazione della macchina regionale che come quella della Pubblica Amministrazione in generale è un “cappio” al collo degli imprenditori, come la riorganizzazione dei Dipartimenti e la riforma della governance territoriale, ma è necessario fare di più sia nei servizi di cui hanno bisogno le pmi che soprattutto nel credito per favorire investimenti e nuovi mercati italiani ed esteri e nuova occupazione. L’Istat ci ricorda che la regione con la quota più elevata di assunzioni da parte di microimprese è il Trentino Alto Adige (30,9%), in coda Basilicata (18,5%)”.