Esposito (Flai Cgil), Summa (Cgil): “Regione Basilicata intervenga subito. Si proceda con immediatezza alla pubblicazione del bando per la gestione del centro di accoglienza ex tabacchificio e si regolarizzino i lavoratori”. Di seguito la nota integrale.
La Flai Cgil e la Cgil di Basilicata esprimono “preoccupazione” per i forti ritardi della Regione Basilicata circa l’accoglienza dei braccianti stagionali stranieri che ogni anno arrivano nelle nostre campagne per la raccolta del pomodoro. Da recenti sopralluoghi della Flai Cgil risulta che alcune decine di migranti stiano già stanziando nelle campagna del Vulture Alto Bradano, organizzati in insediamenti informali. Il rischio, con la raccolta alle porte e in anticipo rispetto agli anni passati per via delle alte temperature, è che ci si ritrovi nuovamente con un elevato numero di lavoratori stagionali irregolari sfruttati, privi di diritti e della minima assistenza.
“È necessario che politica e istituzioni intervengano al più presto – affermano il segretario generale Cgil Basilicata, Angelo Summa e il segretario generale Flai Cgil Basilicata, Vincenzo Esposito – affinché questi migranti non solo vengano regolarizzati, ma siano tutelati garantendo loro i livelli igienico sanitari indispensabili e tutti i dispositivi di protezione individuali necessari per l’emergenza sanitaria, in modo da salvaguardare la salute degli stessi e quella delle comunità.
Pertanto, chiediamo con urgenza un incontro al prefetto di Potenza e alla Regione Basilicata di pubblicare con immediatezza il bando per l’affidamento del centro di accoglienza ex tabacchificio di Palazzo San Gervasio, al fine di garantire fin da subito l’adeguata assistenza ai migranti stagionali, a partire dalla regolarizzazione, per la quale riteniamo indispensabile l’attivazione all’interno della struttura di Centri per l’impiego, a nostro avviso l’unico strumento di reclutamento in grado di arginare il fenomeno del caporalato e di agire nella legalità, garantendo a tutti i livelli l’incontro tra domanda e offerta del lavoro pubblico in agricoltura.
Non intervenire oggi, fin da subito – concludono Summa ed Esposito – significa esporre ancora di più questi lavoratori, che assicurano il cibo sulle nostre tavole, ai fenomeni dello sfruttamento e dell’illegalità”.