Il ministro delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, ha rassegnato le dimissioni. La notizia arriva dopo la bufera su presunte sue interferenze su nomine e appalti alla Asl di Benevento. “Ho deciso di lasciare un ministero – si legge in una nota – e di lasciare un governo perché la mia dignità vale più di tutto questo ed è stata offesa da chi sa che non ho fatto nulla e avrebbe dovuto”. Nunzia De Girolamo, in una nota, afferma: “Mi dimetto da Ministro. L’ho deciso per la mia dignità: è la cosa più importante che ho e la voglio salvaguardare a qualunque costo. Ho deciso di lasciare un ministero e di lasciare un governo perché la mia dignità vale più di tutto questo ed è stata offesa da chi sa che non ho fatto nulla e avrebbe dovuto spiegare perché era suo dovere prima morale e poi politico. Non posso restare in un governo che non ha difeso la mia onorabilità”. La notizia è stata diffusa nella mattinata di domenica 26 gennaio.
Come fa una come la De Girolamo a non dimettersi dopo le intercettazioni dalle quali si evince una scandalosa e vergognosa gestione degli appalti nel Beneventano, dopo i rilievi della Corte dei Conti nella gestione dei fondi Agea e dopo la nomina del suo ex fidanzato nella società Sin controllata da Agea? Lo rileva una nota della Fima, federazione italiana movimenti agricoli.
Che Nunzia De Girolamo fosse già discutibile – prosegue la nota – come ministro prima dello scandalo e delle intercettazioni, gli agricoltori e gli allevatori italiani lo sapevano già, in particolare quelli del mezzogiorno. Una che scambia la lontra per un uccello, dimostra subito quale sia la sua attitudine. Ma è singolare che volesse intervenire anche nei campi della sanità o dei bar, essendo ministro degli agricoltori o meglio delle lobby agroindustriali.
Basti pensare alle varie vicende in cui ha stravolto le decisioni della Comagri, a favore delle multinazionali! Per non parlare del fazioso sostegno al folclore sul Brennero con tanto di giubbotto giallo! O ai piani di settore promessi e mai realizzati, che hanno avuto il merito di aver bloccato lo sviluppo!
Gli agricoltori, dunque, come tutti gli italiani, – a parere della Fima – sono convinti che come ministro non può più restare li, anzi farebbe bene a non tornare al suo vecchio ovile, ma a dimettersi anche da parlamentare per l’ inconsistenza del suo operato politico, di cui la nostra federazione di movimenti e associazioni è diretta testimonianza.
La Signora, con il suo operato, ha contribuito al fallimento di centinaia di aziende zootecniche nello stesso beneventano, senza parlare di tutti gli altri allevatori italiani. Basta solo questa prova politica a dimostrare il fallimento della sua (in)attività. Una Signora giovane, assetata unicamente di comando e prona ai riti del “centurione” pur di salire al Mipaaf, dimostra una senilità precoce politicamente e moralmente.
Un politico privo di corredo genetico non può nascere in provetta! La macchina della selezione berlusconiana ha mostrato tutti i suoi limiti.
La Signora, si “indispettisce” pure per la violazione della propria privacy, ma perché non parla dei contenuti e tronca perfino le interviste?
Il fatto che il Pd stia ancora “pensando”, denota la stessa pavidità esibita sui casi Alfano e Cancellieri. Dove sono i puritani che per molto meno avevano preteso le dimissioni immediate della Ministra Josefa Idem?
La verità è che quel che ha scoperto il Fatto, la scredita totalmente sul piano etico e politico. Renzi e Letta nel loro testa a testa per un nuovo patto di governo non dovrebbero farsi condizionare da un insidioso familismo politico.
Del resto lo stesso Mastella non pare aver torto quando lascia intendere che la De Girolamo è ancora lì perché moglie dell’ idolo Boccia, infaticabile nonché irresistibile estimatore di Letta, che di professione fa il nipote di suo zio.
L’ ostinazione della De Girolamo, antesignana delle larghe intese già in famiglia, danneggia la stessa immagine della sua città delle Streghe, Benevento. Tant’è che perfino Crozza ha invocato per il futuro una politica diversa con una battuta (“Ma Benevento ha dato alla politica la De Girolamo e Mastella. Non sarebbe bene una politica sulle nascite?”).
Insomma, stiamo assistendo all’ ennesimo spettacolo avvilente della politica italiana, con i frutti avvelenati del ventennio berlusconiano, fatte salve le solite eccezioni. Nel frattempo – evidenzia la nota – l’ agricoltura paga il conto per via di un ministero allo sbando.
Renzi se vuole sporcarsi le mani nel nuovo governo, – sottolinea la Fima – deve oscurare questo stile nocivo e dimostrare di aver compreso la valenza strategica dell’ agricoltura italiana, mettendoci una persona all’altezza della sfida, diversamente anche lui passerà alla storia come una delle tante meteore dimenticate della triste politica italiana.
Nel frattempo, il Ministro, – conclude la nota – se vuol bene agli agricoltori e ai consumatori che soffrono si dimetta in fretta, in punta di piedi e senza giravolte politiche da ribelle che la umilierebbero ulteriormente accostandola allo scilipotismo. Torni dunque a fare la mamma, la politica non fa per lei, la lasci fare a suo marito, altrimenti arrecherà danni anche all’ intesa familiare! Che è più preziosa di tutte le altre…