Non solo trattori in marcia e mobilitazioni ma anche proposte e confronti istituzionali. La Cia-Agricoltori dalla manifestazione nazionale del 22 marzo 2022 a Scanzano Jonico (circa 5 mila agricoltori) a quella più recente del 26 ottobre scorso a Roma ha tenuto alta la mobilitazione del mondo agricolo. La nuova fase avviata con le assemblee territoriali la settimana scorsa e in prosecuzione per tutto il mese ha avuto un momento significativo di confronto istituzionale con i rappresentanti delle istituzioni locali – di Anci (Antonio Bernardo) , Upi (Rocco Pappalardo e il vice presidente Provincia di Matera Emilio Pilato), Lega Autonomie Locali Basilicata (Salvatore Adduce) ai quali è stato presentato un documento.
In sintesi gli elementi e i dati più significativi della crisi che hanno ridotto drasticamente i redditi degli agricoltori e le produzioni
• I prezzi cerealicoli dell’ultima campagna sono in caduta libera mentre il carrello della spesa è aumentato a due cifre.
• La frutta è in ginocchio dopo la siccità record del 2022, le gelate di fine primavera e le conseguenze delle alluvioni.
• La produzione vinicola è in forte contrazione a causa delle crisi fitosanitarie che hanno colpitole coltivazioni di uva.
• La zootecnia è in forte sofferenza. I prezzi del latte stanno crollando. L’inflazione ha eroso i consumi di carne e la Peste suina africana continua a proliferare lungo lo Stivale.
Più 9 miliardi l’impatto dell’impennata dei prezzi pagati dagli agricoltori secondo l’indagine RICA. 16 mila euro di costi medi per azienda agricola e +57% la crescita dei costi correnti per le aziende specializzate nell’allevamento di bovini da latte.
Più 200% l’incremento del prezzo del gas e dei fertilizzanti utilizzati in agricoltura. -60% le stime del reddito netto delle aziende agricole e +30% le aziende in perdita reddituale.
Meno 40% di produzione. Eventi climatici estremi (gelate primaverili tardive ed elevati picchi termici con temperature fino a 48 gradi) ed eventi climatici eccezionali (siccità 2022 e alluvioni 2023) hanno impattato negativamente sulla produzione ortofrutticola italiana e quindi sull’offerta. Nel 2023 attesi i minimi storici per il calo delle superfici e gli eventi meteo estremi. 2mila ettari di abbattimenti annuali a causa di eventi meteo disastrosi dopo anni difficili per cimice asiatica e maculatura. -9% produzione di pesche e nettarine e -26% per le albicocche.
Più 200% costi di produzione del comparto. Per gli ortaggi: +52,3% concimi, + 63,5% carburanti,+180,4% energia elettrica e +22,6% sementi e piantine
Una crisi generalizzata. Nessun comparto si può ritenere indenne.
Vino: • -12% il calo medio delle produzioni, sotto i 44 milioni di ettolitri nel 2023 rispetto ai 50 milioni del 2022. Perdita del primato mondiale a favore della Francia (con 45 milioni di ettolitri).• -3% il calo della domanda interna che ha registrato flessioni soprattutto tra gli scaffali dellagrande distribuzione. Il calo del 3% in volume è a fronte di +3,8% in valore rispetto ai primi otto mesi del 2022.
Cereali • Frumento duro. -40% di produzione. Nell’ultimo anno, il prezzo medio all’origine del frumento duro si è posizionato appena al di sopra dei 300 euro/tonnellata con un crollo medio del 40% sul 2022. • Frumento tenero. -37% di produzione. I prezzi medi all’origine sono passati da 270 euro/ettaro di fine marzo a 224 euro/ettaro nell’ultima settimana di giugno a fronte di una riduzione tendenziale del 37%. • + 40% l’aumento dei costi di produzione del comparto
ZOOTECNIA. Carne bovina • -30% di produzione nazionale nel primo trimestre 2023. • -4,5% il calo dei volumi degli acquisti domestici e, per la prima volta, anche inferiori ai livelli del 2019 (-1,2%). • -6,5% di produzione. Nei primi quattro mesi del 2023 sono stati complessivamente macellati oltre 4,3 milioni di capi (di cui circa i tre quarti all’interno del circuito Dop), facendo registrare un calo produttivo del 6,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (pari a 237mila capi in meno). • -4% Il calo su base annua delle macellazioni di suini DOP nei primi sette mesi del 2023. • -1,5% la flessione nel numero di capi allevati in Italia nel 2023 (era stata del -3,5% nel 2022).• -8% Contrazione nel numero di allevamenti suinicoli nel 2023, dinamica che conferma una tendenza in atto già dal 2018 (-28% in cinque anni) Peste suina: a rischio il settore suinicolo nazionale:11miliardi di valore, 70milaoccupati e 2.700aziende Latte • -2,6 %Le consegne di latte in Italia (nel periodo gennaio-aprile 2023) a causa di costi di produzione alti . • Per quanto riguarda la spesa delle famiglie di latte e derivati è in aumento del 18,8% nei primi sei mesi del 2023, a fronte di una riduzione delle quantità nel carrello del -1,8%. La contrazione sta interessando tutti i segmenti, colpendo in misura significativa anche i prodotti di base come il latte e la mozzarella
“Noi – hanno sostenuto i presidenti Cia di Potenza e Matera Giambattista Lorusso e Giuseppe Stasi – non siamo stati mai fermi, né nei mesi scorsi né in queste ore. Stiamo conducendo una battaglia importantissima sui tavoli istituzionali per restituire all’agricoltura italiana ciò che l’Europa, con norme troppo rigide e adottate in un momento di crisi epocale, sta togliendo all’intero comparto, con gravi ripercussioni anche in Basilicata e nel Sud. Rivendichiamo con forza un Piano Agricolo Nazionale, misure adeguate dall’Ue ed intervento della Regione da subito con la convocazione di un Tavolo Verde o meglio ancora un Tavolo di Crisi”-
Le proposte contenute nel documento della Cia sono sintetizzabili in difesa del reddito dell’agricoltore attraverso una Legge Quadro; la contrazione dei costi con una serie di agevolazioni; la riforma della Pac considerata troppo ferraginosa; indennizzi rapidi ed efficaci contro le calamità naturali. Il documento richiama i seguenti punti: la revisione della Pac 23/27; Interventi per contenere i costi di produzione; Garantire il giusto prezzo alle materie prima agricole; Semplificazione e sburocratizzazione; Contrasto della fauna selvatica; previdenza agricola e un sistema pensionistico dignitoso
Per il presidente Anci Bernardo le proposte della Cia che – ha detto – “non si limitano alla protesta” sono tutte accoglibili e nonostante le limitatissime funzioni dei Comuni saranno sostenute ai vari tavoli come quello in Regione. “Purtroppo – ha aggiunto – a fine mandato la Giunta non potrà fare molto ma se avesse accolto la nostra proposta sul bonus gas come altre per programmare risorse naturali e finanziarie da utilizzare in maniera più produttiva saremmo in un’altra situazione. Anche l’Upi si è detta disponibile a condividere le legittime richieste del mondo agricolo ed ha chiesto alla Regione di attivare il Tavolo specifico sollecitato dalla Cia.
Abbiamo voluto un primo momento di confronto istituzionale – ha sostenuto il direttore Cia Donato Distefano – per costruire insieme un fronte unico allargato ai consumatori che sono anche loro vittime della crisi dell’agricoltura. Dopo aver rivendicato nelle sedi istituzionali e nelle Piazze le risposte ed a fronte di talune «sordità» l’azione della Cia non si è mai fermata e mai si fermerà. Non rinunceremo a mettere in campo ogni utile iniziativa per l’affermazione delle ragioni degli agricoltori e del mondo rurale.