Giovedì 11 luglio 2024 alle ore 11 al presidio permanente organizzato dai lavoratori Tis e Rmi lucani presso il palazzo della Regione Basilicata sarà presente l’Arcivescovo metropolita di Potenza-Muro lucano-Marsico Nuovo, Davide Carbonaro.
Raccogliendo la staffetta dal suo predecessore, già vicino alla lotta dei lavoratori Tis e Rmi, monsignor Carbonaro, insieme al parroco don Salvatore Dattero, ha espresso la volontà di recarsi alla tenda allestita presso la Regione Basilicata per portare i saluti e la propria solidarietà a questi lavoratori, sfruttati da anni senza un contratto di lavoro.
A esattamente 500 giorni dall’insediamento, nulla si è mosso nella direzione desiderata dai lavoratori, il potere politico regionale ancora non ha trovato il tempo di risolvere la questione dei Tis e Rmi lucani.
Una platea che negli anni ha visto incidenti gravi o addirittura mortali, senza che alle vittime e ai propri familiari venisse riconosciuto il minimo legittimo contributo.
La visita dell’arcivescovo Carbonaro servirà ad illustrare ancora meglio la condizione di queste persone, con l’auspicio di fare fronte comune nella lotta per il riconoscimento di un legittimo contratto di lavoro.
Giovedì 11 luglio 2024 alle ore 10 l’Arcivescovo di Potenza, Muro Lucano e Marsico Nuovo, mons. Davide Carbonaro porterà la sua solidarietà ai precari che da oltre un anno stazionano, a turno, nella tenda piantata nel parcheggio davanti ai palazzi della Regione Basilicata nella speranza di risolvere il loro problema.
Sono i rappresentanti di una platea di 1800 persone che lavorano da 17 anni senza contratto, senza diritti, senza assicurazione sociale, e per questo si considerano socialmente, “invisibili” .
Sono i reduci TIS, (tirocini di inclusione sociale) ed RMI (Reddito minimo di inclusione) entrati a far parte, anni addietro, in un progetto regionale in funzione di uno sbocco lavorativo vero, che però non c’è finora stato.Da tempo sono semplicemente “aggregati per prestazioni sociali agevolate “in quasi tutti i 131 comuni lucani e nelle scuole, sopperendo alle mille necessità oggettive degli enti pubblici, ma con un reddito di pura assistenza, e forse nemmeno di sussistenza, di appena 550 euro al mese.
Il desiderio di incontrarli da parte dell’Arcivescovo è maturato a Trieste dove si trovava per la settimana sociale dei cattolici italiani, e dove si è parlato a lungo di lavoro precario e di esclusione sociale e dove papa Francesco, nel suo discorso finale, ha ricordato, tra l’altro, ancora una volta il fenomeno degli “scarti” nella società dell’opulenza e dei consumi, persone cioè che non godono di nessuna considerazione sociale.
La vicenda degli “invisibili” è stata seguita da vicino dalla Chiesa diocesana; mons. Ligorio, qualche mese prima delle dimissioni, prestò loro la voce scrivendo una lettera personale al presidente Bardi sollecitando per loro un lavoro dignitoso nel rispetto delle persone. Nella risposta il Presidente assumeva l’impegno ad affrontare il problema ; poi vennero le elezioni. Ora la vertenza riprende con la nuova giunta e la Chiesa è nuovamente al suo posto vicino a coloro che si battono per una dignità personale in una società di comune destino.