Morti sul lavoro, Fp Cgil: “Potenziare i servizi pubblici che operano nella prevenzione e nel controllo della sicurezza nei luoghi di lavoro. Carenza anche in Basilicata: prevedere nuove assunzioni”. Di seguito la nota integrale.
Le recenti morti sul lavoro, susseguitesi in una così rapida escalation temporale, hanno contribuito a riportare al centro dell’attenzione il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Indubbiamente, durante questa pandemia, l’attenzione si è concentrata maggiormente sulle garanzie di sicurezza relative al rischio Covid.
Ma oggi siamo dentro ad una emergenza nell’emergenza e per uscirne occorre con immediatezza potenziare i servizi pubblici operanti nella prevenzione e controllo della sicurezza nei luoghi di lavoro. Investire in salute e sicurezza significa investire sulla qualità del lavoro.
Gli enti che dovrebbero fare le verifiche sono sotto organico: l’Ispettorato nazionale ha 4.500 dipendenti a fronte di una pianta organica di 6.500, i dipartimenti di prevenzione delle Asl 2mila contro i 5mila del 2009. All’Inail sono rimasti solo 246 ispettori.
Ecco perché occorre potenziare le professionalità del nostro Ispettorato territoriale del lavoro, dove mancano in particolare le figure degli ispettori tecnici, nonché prevedere un adeguato numero di assunzioni dei tecnici della prevenzione nei servizi di prevenzione e protezione dell’azienda sanitaria rafforzando i dipartimenti di prevenzione, a partire dall’ufficio Prevenzione del dipartimento regionale alle Politiche della persona, che dovrebbe assumere centralità nelle sue funzioni di indirizzo in un quadro di competenze ad oggi alquanto frastagliato.
Lo stesso Inail in Basilicata, che non ha più la sua direzione regionale essendo stato declassato a sede territoriale, ha il personale ridotto al lumicino col conseguente venir meno delle professionalità necessarie all’espletamento dei suoi compiti istituzionali; d’altronde il taglio delle risorse alla formazione, fatto nella legge di bilancio, riducendo gli investimenti in prevenzione non è rivelata di certo una scelta illuminata.
L’attuale assetto delle attribuzioni in materia di sicurezza e prevenzione, in un non fluido sistema costituzionale di competenze concorrenti tra stato e regioni, non aiuta a fare chiarezza e non consente di convogliare e finalizzare, in mancanza di un coordinamento generale e di una efficace cabina di regia a livello centrale, forze e risorse verso un unico grande obiettivo: quello di garantire a tutti i lavoratori e le lavoratrici la sicurezza sul loro posto di lavoro.