Il 21 maggio 2018 si è ufficialmente concluso il contest “Matera, city of culture. A museum for the ancient city”, dopo il lungo lavoro della giuria composta da: PardiniHall architecture, studio internazionale con sede a Londra e Lucca – Walter Leone Santos, architetto Venezuelano UNDER 35 – Oscar Moreira, architetto Uruguaiano UNDER 35 – Riccardo Renzi, architetto e docente presso Università degli studi di Firenze – Marima De Pace, architetto di Matera – Pierangelo Laterza, fotografo di architettura e paesaggio di Matera – Elisa Pieralli, tecnologo per la conservazione ed il restauro dei Beni Culturali.
Il concorso prevedeva la realizzazione del nuovo Museo della Cultura, in Via d’Addozio presso la Chiesa di Sant’Agostino, un contenitore di tradizioni capace di valorizzare al meglio le istanze storiche che compongono l’identità della città. Sale per l’esposizione dell’artigianato locale e laboratori didattici costituiranno un tramite tra i visitatori e la popolazione per innestare sinergie nuove. Il Museo per Matera dovrà porsi quale elemento di connessione tra la tradizione del passato e istanze di stampo contemporaneo.
Tra i progetti premiati, vi è quello di Marica Acito e Donato Gallo, studenti materani della facoltà di Architettura dell’Università degli Studi della Basilicata – Matera.
Si riporta la relazione integrale dell’idea progettuale e la tavola del concorso:
Lamione. Pietra. Cisterna. Rupestrian
Museo culturale | Materia.
L’essenza della città di Matera è percepibile nella storia della sua costruzione, è esplicita e innegabile; l’essenza della città è la pietra. Gli umili architetti o, forse, artigiani materani, hanno plasmato la materia, concretizzandola negli archetipi architettonici come il lamione o la cisterna e questo senza mai rinnegare le origini della città, ossia la cultura rupestre. Il centro culturale “MATERIA” è, dunque, il manifesto dinamico della città e la racconta senza sottrarsi all’innovazione: ad assolvere a questo compito sono i materiali e le scelte formali. I materiali che rivestono l’edificio sono l’acciaio brunito, associato al vetro per l’innovazione e il mazzaro per la tradizione. Le scelte formali, invece, raccontano mediante un percorso ascensionale la tradizione storico-architettonica di Matera e si rivelano espedienti per odierne soluzioni tecnologiche innovative.
La disposizione interna e funzionale del centro culturale è la seguente:
– al livello inferiore sono ubicati: un foyer d’ingresso, un coffee space, due sale espositive, uffici, servizi, un deposito ed una cisterna. Particolare attenzione è rivolta alla controsoffittatura realizzata con una concatenazione di volte che rievocano gli ambienti ipogei delle architetture rupestri, ma tecnologicamente consentono di dissimulare gli impianti di aerazione e illuminazione indispensabili per la gestione e salubrità degli ambienti. Su questo livello è presente un altro elemento tipico della tradizione locale: una cisterna, in cui sono convogliate le acque meteoriche e destinate al riutilizzo.
– al livello intermedio sono ubicati: un auditorium, due laboratori (pittura e scultura), servizi e una corte esterna. L’auditorium è dotato di cento posti a sedere e un palco che sullo sfondo presenta una particolarità: il rivestimento esterno in acciaio brunito stirato associato al vetro elettro-climatico, consentono di avere un’estensione del palco nello scenario della città, ma questo sfondo, per la tecnologia del vetro, può essere oscurato in caso di necessità. L’attitudine ad un aspetto scenografico, in questo livello, si esplica nell’ambiente dei laboratori, in cui si inscena una cisterna con apertura dall’alto, da cui proviene luce zenitale, e con una corte di affaccio nella sala espositiva. Questa corte è di collegamento per esigenze funzionali (montacarichi a scomparsa per il trasporto di opere fragili dedicate all’esposizione), ed è anche un espediente sonoro, che rende partecipe il visitatore della sala espositiva di tutto il processo di produzione delle opere esposte. Come detto il livello è dotato di uno spazio esterno, in cui è situa una cavea all’aperto che si presenta come una corte racchiusa tra la curva del giardino preesistente e i due edifici del centro culturale. Formalmente questo ambiente è analogo a quegli spazi residuali tra lamioni, in cui si verificavano le relazioni di vicinato. Funzionalmente, oltre a luogo di relazione, è un ulteriore spazio pubblico da utilizzare all’aperto, per occasioni di manifestazioni esterne. Alla stessa quota è presente l’area dell’attuale parcheggio, destinata ad essere di collegamento all’hub, ma con una certa versatilità: allestimenti temporanei per mostre o manifestazioni di altra natura aperte al pubblico.
– all’ultimo livello sono presenti, su di un’ampia terrazza panoramica, tre volumi, dotati di un’unica stanza voltata (ma collegati ai laboratori sottostanti), che rievocano il lamione. Questi sono destinati a botteghe e quindi store del museo culturale.
La permeabilità dei tre livelli è garantita a chiunque, dai fronti stradali di via d’Addozio e dall’ingresso del giardino preesistente. Ogni livello ad ogni modo presenta ambienti che specificamente possono essere utilizzati come elementi autonomi: l’auditorium, le sale espositive, i laboratori e le botteghe infatti possono essere utilizzati anche per più eventi differenti fra loro.