“La situazione di ulteriore difficoltà della piccola e media impresa lucana che emerge dal rapporto Unioncamere con una crescita estremamente lenta, performance peggiori rispetto al 2013 e nuovo allarme per l’artigianato, da sempre con oltre 11mila ditte comparto storicamente importante per la nostra economia, richiede scelte coraggiose da assumere già in occasione della manovra di assestamento del bilancio che attende il Consiglio Regionale nei prossimi giorni”. E’ quanto sostiene il capogruppo di Forza Italia alla Regione Michele Napoli per il quale “quel che è mancato, e che purtroppo continua a mancare, e’ un progetto di crescita e con esso una visione strategica a sostegno dell’imprenditoria locale. Negli ultimi decenni alcune criticità si sono cronicizzate e la classe politica non ha mai compreso a fondo la necessità di cogliere, nel mutamento imposto dalla crisi, l’opportunità di rivedere il proprio atteggiamento ed il proprio agire politico. Per la serie la responsabilità è sempre altrove. Ci sono invece strumenti e risorse – aggiunge Napoli – per venire incontro alle impellenti necessità delle aziende tenuto conto che il saldo positivo di 222 imprese è solo il risultato matematico della differenza tra le 780 iscrizioni e le 558 cessazioni registrate dal Registro Imprese delle Camere di commercio di Potenza e Matera nel secondo trimestre di quest’anno, si traduce in un +0,37% che è tra le percentuali più basse in Italia e la peggiore nell’ambito delle regioni del Sud. Le nostre proposte formulate in occasione della sessione comunitaria per una svolta nell’utilizzo dei fondi Ue sono perciò ancor più valide ed attuali. Tutto ciò mentre il Premier Renzi ha mosso un attacco alle Camere di Commercio con l’infelice definizione di ‘corpi morti’, oltre che alle imprese italiane e ai lavoratori del sistema camerale che hanno fatto sentire oggi forte e chiara la loro voce di protesta alla quale ci associamo. La cancellazione dei diritti camerali annunciata dal ministro Madia nel ddl delega per la riforma della P.A. porterà con sé anche la cancellazione di un sistema efficiente e virtuoso. E’ la conferma di un intestardimento incomprensibile del governo: siamo al paradosso per cui si decide di tagliare l’importo versato annualmente dalle imprese alle Camere di Commercio laddove le stesse imprese ritengono quell’importo congruo rispetto ai servizi ricevuti. Riformare il sistema camerale è un conto, lanciarsi in una crociata ingiusta e insensata è un altro”.