“Dopo i nostri continui ed inascoltati appelli a non sottovalutare il pericolo del disimpegno dei fondi comunitari solo oggi il Dipartimento Agricoltura e il Presidente Pittella sono stati costretti ad ammettere che nel settore agricolo si perderanno consistenti risorse finanziarie per ora non quantificabili ma sicuramente per diversi milioni di euro”. Lo sostiene il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Michele Napoli per il quale “oltre ad alzare “bandiera bianca” dopo aver ostentato per tutto il 2014 un atteggiamento spregiudicato di sicurezza, nella nota di oggi c’è anche un’altra conferma che la macchina burocratico-amministrativa con tutti gli apparati, che hanno un costo elevato, non è in grado di reggere alla prova delle domande di aiuto comunitario (un imprenditore agricolo deve aspettare sino a 900 giorni per incassare un mandato). E’ dunque tardivo ed inutile annunciare, a fallimento raggiunto, tentativi da parte del Presidente in persona di affrontare il tema legato alla programmazione dei fondi europei in agricoltura. E’ da tempo – evidenzia il capogruppo azzurro – che sollecitiamo una riflessione sulla tendenza di spesa relativa alla programmazione 2007-2013 – che ha attribuito alla Basilicata un miliardo e 74 milioni di euro, (752 milioni da FESR e 322 dall’FSE) – a partire dal fornire risposte ad alcuni interrogativi: come mai la Regione Basilicata era tra le Regioni dell’Obiettivo 1 e tale è oggi nonostante la consistenza di queste risorse e questa capacità di spesa, con limiti specie per l’Asse 5 (sistemi urbani)? Perché abbiamo perso in termini di PIL il 13,6% rispetto alla perdita fatta registrare a livello nazionale che è dell’8,6% (fonte Prometeia) ?. E perché da noi gli investimenti si sono contratti del 24,2%, quando a livello nazionale la percentuale in termini di contrattazione si è arrestata al 19,5%?. Questi interrogativi – continua il capogruppo di Forza Italia – ci inducono a chiedere cos’è che non ha funzionato e perché la Basilicata nel panorama della spesa delle Regioni italiane è un “paradosso” nel rapporto spesa-indicatori socio-economici. Per questo, insisto: importante non sarà quanto si spende, ma come si spende. La vera grande svolta per la programmazione del sessennio 2014-2020 – aggiunge Napoli – dovrà essere quella di non sprecare nemmeno un euro e al tempo stesso badare alla qualità della spesa. Importante non sarà solo quanto si spende, tra l’altro con la grave smentita di “regione virtuosa”, ma come si spende, indirizzando le risorse al miglioramento della capacità amministrativa degli enti locali, alla ricerca, innovazioni, queste, utili ad innalzare la qualità della spesa, invisa invece da coloro i quali, e dobbiamo in qualche maniera evitare che prendano il sopravvento, mirano a difendere rendite di posizione e che parlano di nuovo centralismo lesivo delle prerogative regionali. Insomma si tratta di un cammino complesso, di una sfida importante, che però abbiamo il dovere, direi l’obbligo, di vincere: ce lo chiedono gli agricoltori che assistono alla restituzione di milioni di euro all’Ue nonostante il forte bisogno di aiuti per reggere la crisi e la competitività e per affrontare investimenti e che non possono accettare alibi giustificativi”.