La grande partecipazione di dirigenti, iscritti, lavoratori, studenti, pensionati e famiglie, ha ripagato ampiamente l’importante sforzo organizzativo messo in campo dalla Ugl che quest’anno ha celebrato il Primo Maggio a Napoli con una tradizionale manifestazione di piazza, che ha visto protagonisti tutti, da nord a sud, di una grande festa corale sul suggestivo Lungomare partenopeo con il tema della manifestazione: Viaggio nel Futuro, Legalità e Lavoro.
Pino Giordano, Segretario Provinciale della Ugl Matera ha portato e fatto sentire a alta voce, con la sua folta delegazione, il disagio economico e sociale del materano.
“All’impoverimento ed al degrado che sta investendo la Provincia di Matera, bisogna rispondere invertendo le tendenze in atto ed affermare il diritto al lavoro, alla formazione, alla sicurezza, alla salute: nel territorio materano una famiglia su 4 vive in situazione di disagio economico e un giovane su 4 è un cosiddetto ‘Neet’, cioè non è né lavoratore né studente. E – aggiunge – ben venga convocare tutti i giorni, magari anche di notte, un Consiglio dei Ministri se ciò fa bene alle famiglie e non solo il Primo Maggio. Per l’Ugl Matera è un bel segnale, invece, per chi come noi è un privilegiato, onorare con il nostro impegno, in questo giorno di festa, i lavoratori e le risposte che attendono”. Pino Giordano anche in veste di consigliere nazionale Confederale Ugl, da Napoli, dal palco in presenza del Segretario Generale Ugl Paolo Capone, sostenuto dal Consigliere Nazionale Ugl Tlc Francesco Stigliano, il dirigente Angelo Lardo, il Segretario Provinciale Ugl Giovani Matera Domenico Giordano, rincara la dose: “la grave crisi economica ha messo in ginocchio il territorio di Matera. Il settore industriale è fortemente indebolito dalla crisi, Ferrosud ridimensionata, nell’area industriale di Pisticci e Val Basento, nel corso di questi anni, si è assistito ad una vera e propria decadenza di fabbriche e questa tendenza è stata abbastanza generalizzata per tutta la provincia: il fenomeno – ha aggiunto l’esponente Ugl – non ha riguardato solo le piccole e piccolissime aziende, ma anche aziende medie. Accanto alle difficoltà storiche, i comuni di Matera registrano un fattore di arretratezza in più, determinato da una politica nazionale che fino al nuovo inserimento di Meloni, è stata incapace di produrre un progetto di sviluppo e di valorizzare le risorse locali. Abbiamo da spendere i fondi del Pnrr, bisogna fare presto e bene perché è un’opportunità irripetibile e la sua necessaria rivisitazione è anche l’occasione per mettere in campo interventi per rilanciare tutti i settori, dal turismo e, in generale, il terziario di mercato. Un’opportunità per il Sud e la Basilicata da non sprecare. Nel primo trimestre 2023, dell’anno 420 piccole imprese materane hanno cessato l’attività per lo più di famiglia, individuali, Pmi. Sulla crisi che ha ormai travolto tutto il nostro territorio non possiamo ancora stare fermi ed aspettare che qualcosa accada e si risolva il tutto o, vivere nell’illusione che una vincita della lotteria Italiana risolva definitivamente i nostri problemi: occorre risollevare l’economia, e giustamente come ha affermato il S.G. Ugl Capone pochi giorni fa, è evidente che per Matera e per tutto quanto il sud la crisi si è manifestata in maniera più drammatica. C’è l’opportunità: il ‘piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, potrebbe essere lo strumento che rilancia l’economia soprattutto al sud laddove si creino reti logistiche, reti immateriali. Il Presidente Bardi e agli assessori regionali sono obbligati ad effettuare un cambio di passo perché il territorio materano-ionico-metapontino ha le risorse e le capacità per uscire da questo gap sfruttando tutte le iniziative che si possono mettere in campo. L’apporto politico-sindacale dell’Ugl – ha concluso Giordano – sarà come al solito forte e determinato: urge cambiare passo anche e soprattutto in merito alla sicurezza sui luoghi di lavoro, partendo da una diversa sensibilizzazione che inizi dalle scuole. Oggi si muore sul lavoro con una frequenza impressionante e nel 2023, con la tecnologia di cui si dispone, non è più tollerabile”.