“I Consorzi di Garanzia Collettiva Fidi (Confidi) potrebbero esercitare un ruolo importante nell’allentare le condizioni di accesso al credito da parte delle piccole imprese, soprattutto meridionali. Purtroppo, come segnala il Rapporto Svimez 2012, i Confidi operanti in Basilicata come numerosi meridionali, oltre ad essere sottodimensionati rispetto a quelli operanti nel Centro-Nord, hanno problemi di equilibrio reddituale, non dipendenti dall’erogazione delle garanzie ma piuttosto da una struttura delle voci di costo e di ricavo non in linea con gli obiettivi di equilibrio gestionale”. A sostenerlo è Michele Napoli (Pdl) per il quale anche nel settore del credito “è palpabile il fallimento delle misure messe in campo dalla giunta regionale attraverso diverse misure. Alcune cifre: il Fondo di garanzia per gli investimenti ha una dotazione di 35 milioni di euro, il Fondo di garanzia per il capitale circolante 10 milioni di euro, il Fondo di Venture Capital 8 meuro, il Fondo rotativo 24,5 meuro e 10 meuro per i Cofidi lucani. Dunque l’impiego quantitativo del denaro c’è stato, ma – continua –non ha dato gli effetti auspicati al punto che no ha intaccato il forte gap del tasso di interesse, al Sud attestato al 7,9% contro il 6,2% del Centro-Nord. In generale, il deterioramento del quadro macroeconomico ha spinto le imprese a limitare i prestiti per investimenti, con conseguente peggioramento della qualità del credito, più marcato per le regioni meridionali. Al Centro-Nord infatti criteri più selettivi di valutazione del merito creditizio permettono alle banche maggiori possibilità di erogazione di finanziamenti. Per le imprese è oggi urgente individuare forme integrative, se non alternative, al credito bancario e nello specifico alle famiglie del Mezzogiorno per le quali secondo Bankitalia è calato in pochi mesi di un ulteriore 1,4%, rispetto a uno 0,5 del Centro Nord. La strada istituzionale da perseguire invece è quella del rafforzamento dei Confidi evitando di polverizzare le misure destinate al credito”.
Ott 21