“Sono per ora solo 7 le società lucane su 1.114 costituende o già costituite da non oltre 48 mesi, aventi come obiettivo sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Un numero ancora basso, da quanto emerge dalla lettura effettuata da InfoCamere dei dati della sezione speciale del Registro delle imprese gestito dalle Camere di commercio dedicata alle start-up innovative a sei mesi dalla sua creazione, comunque incoraggiante quale esempio da seguire, che deve stimolare giovani, associazioni di imprese e Regione a fare di più a sostegno delle cosiddette “startup”. E’ il commento del capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale Michele Napoli sottolineando che “in un mercato del lavoro dove le parole ricorrenti sono “disoccupazione” e “precariato” molti giovani hanno capito che per resistere e reagire alla crisi l’opportunità devono costruirsela da soli. Tanto che il fenomeno degli “startupper” è fiorito improvvisamente e, forse, in modo inaspettato in una fase recessiva come quella che sta attraversando il Paese. Da noi in Basilicata – continua Napoli – questo fenomeno ha un significato particolare perché sottrae i giovani dal circuito della dipendenza politica, del chiedere in cambio del sostegno-consenso. Anche per questo l’autoimprenditoria giovanile è un percorso da incoraggiare e sostenere sia attraverso aiuti finanziari sottratti alla grande spesa clientelare ed improduttiva dei programmi comunitari (Fse e Feasr in primo luogo), soprattutto per la formazione professionale e quei programmi che si sono rilevati improduttivi come il cosiddetto Reddito Ponte, che attraverso azioni di consulenza, assistenza tecnica e promozione di mercati. Se infatti come sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, anche in un momento di crisi come quella attuale, il nostro Paese si conferma terra di imprenditori, è compito specie dei giovani laureati e specializzati perseguire l’innovazione. Ci sono in particolare alcuni settori e servizi di intervento “ad utilità sociale” previsti dal Dlgs 155/06 e dalla Legge 381/91 che richiedono particolare attenzione: assistenza sociale, assistenza sanitaria, assistenza socio sanitaria, educazione, istruzione e formazione, tutela ambientale e dell’ecosistema, tutela dei beni culturali, turismo sociale, formazione post-universitaria, ricerca ed erogazione di servizi culturali, formazione extrascolastica”.
Set 20