“Dopo che la Confartigianato ha reso noto, attraverso un’indagine svolta, che soltanto il 2,9% delle imprese italiane assume personale selezionato dai Centri per l’Impiego e che gli imprenditori preferiscono cercare i loro collaboratori tramite le segnalazioni di conoscenti e fornitori (nel 61% dei casi) e attraverso le banche dati aziendali (24,6% dei casi), qualcuno dovrà pure spiegarci a cosa servono attualmente i Centri per l’Impiego gestiti dalle due Province con una spesa non certo irrilevante” . E’ quanto afferma il capogruppo del Pdl Michele Napoli sottolineando che “la presidente della Regione Friuli Serracchiani del Pd ha annunciato l’azzeramento dei Centri per l’Impiego mentre quelli del Pd lucano non solo si dimostrano indietro e conservatori ma, in tema di riforma dei servizi del mercato del lavoro, non hanno la più pallida idea”.
“La scarsa fiducia di imprese e lavoratori nei servizi pubblici per l’impiego è testimoniata dunque – continua – nel rapporto di Confartigianato dal quale emerge che nel 2012 sono state 40.534 le imprese italiane che hanno utilizzato il servizio pubblico per trovare il personale da assumere. La disaffezione di imprenditori e dipendenti verso i centri per l’impiego è aumentata negli ultimi anni: nel 2010 la quota di imprese che li ha utilizzati si attestava al 6,3% per diminuire al 2,9% nel 2012.
Confartigianato ha calcolato il costo per le finanze pubbliche dei 553 Centri per l’impiego operanti nel Paese e che occupano 8.781 addetti: si tratta di 471 milioni di euro l’anno e si traduce in una spesa di 13.391 euro per ciascun occupato a cui è stato trovato lavoro. Diversa la produttività dei Centri per l’impiego nelle differenti aree del Paese: dalla migliore performance nel Nord Ovest, con 418 utenti per addetto, si passa al Nord Est con 271 utenti per addetto, per scendere alle regioni del Centro (269 utenti per addetto) e al Mezzogiorno (220 utenti per addetto). Secondo Confartigianato, se si applicasse il criterio di efficienza del Nord Ovest a tutti i centri per l’impiego italiani sarebbero necessari 3.526 addetti in meno, con un risparmio di 137 milioni l’anno.
Sono dati – commenta Napoli – che non ammettono appello nel giudizio fortemente negativo nei confronti di chi nel Pd e nel centrosinistra, a parole riformista, continua a credere nei Centri per l’Impiego e in generale nelle politiche per il lavoro che in Regione sono affossate all’interno di un Piano Pluriennale Regionale del Lavoro sempre annunciato dagli assessori, che si sono succeduti dal 2005 ad oggi, e mai approvato”.