“Il forte disagio sociale che coinvolge, statisticamente, il 24,5 per cento del totale delle famiglie lucane in stato di povertà (ma purtroppo più numerose di quante ne calcola l’Istat) non si contrasta con il Programma COPES. Siamo vicini ai cittadini che finalmente hanno avuto dal Dipartimento reginale alla Salute la comunicazione che percepiranno la miserevole indennità del mese di agosto. Sappiamo che per chi vive in stato di indigenza anche poche centinaia di euro al mese sono essenziali per le spesde alimentari della famiglia. La verità è che le politiche sinora attuate dal Governo regionale per la riemersione dall’emergenza sociale, tutte improntate sull’assistenzialismo, sono contestate dai cittadini interessati dal Programma COPES, da volontariato sociale e civile e dai sindacati in particolare dei pensionati, la categoria sociale a “rischio povertà”. Il Programma COPES (Cittadinanza Solidale) che si ripete da qualche anno risulta ancor più inefficace perché le occasioni ed opportunità di impiego o, comunque, di reddito per le 2.200 persone a reddito zero ammesse al Programma sono state quasi del tutto inesistenti. Oggi sulla stampa regionale leggiamo l’ennesima denuncia: più soldi per corsi di formazione e “assistenti” che per i beneficiari del COPES.
Da questa Basilicata che è la Basilicata che non ce la fa a sopravvivere bisogna ripartire per costruire un nuovo modello di sviluppo e crescita civile e sociale basato sull’autentica solidarietà e opportunità di riemergere dal disagio economico”.