Nella Cabina di Regia Natuzzi che si è svolta a Roma è stata comunicata alle parti coinvolte il testo delll’ordinanza del giudice del lavoro presso il Tribunale di Bari che contiene la decisione di reintegrare, all’interno di Natuzzi S.p.A., 3 dei 176 lavoratori che avevano rifiutato il ricollocamento presso la New.co e impugnato il licenziamento dell’ottobre 2016.
Natuzzi ha preso atto con pieno rispetto della sentenza del giudice e darà seguito a quanto deciso: il prossimo 3 luglio, i tre lavoratori reintegrati verranno collocati in formazione per la riqualificazione e successivo reinserimento nel ciclo produttivo.
L’azienda, tuttavia, non ha potuto negare di trovarsi di fronte a uno scenario che potrebbe avere impatti significativi sull’attuale assetto industriale, poiché l’inserimento di ulteriori 176 lavoratori nel ciclo produttivo non è sostenibile, né economicamente né industrialmente.
Di seguito la nota integrale di Natuzzi SpA.
Pieno rispetto della sentenza del giudice del lavoro su Ginosa.
Subito necessarieazioni per mantenere in equilibrio i conti della società e i numeri previsti dal Piano Industriale.
Santeramo in Colle (Bari), 27giugno2017 –In occasione della Cabina di Regia – tenutasi ieri presso il Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza del Vice Ministro Teresa Bellanova, delle Organizzazioni Sindacali e dei rappresentanti istituzionali di Regione Puglia e Basilicata – Natuzzi ha informato le parti coinvoltesull’ordinanza del giudice del lavoro presso il Tribunale di Bari di reintegrare – all’interno di Natuzzi S.p.A. – 3 dei 176 lavoratori che avevano rifiutato il ricollocamento presso la New.co e impugnato il licenziamento dell’ottobre 2016, contestando l’iter della procedura di Mobilità applicata limitatamente ai collaboratori in CIGS presso lo stabilimento di Ginosa.
Natuzzi ha preso atto con pieno rispetto della sentenza del giudice e darà seguito a quanto deciso: il prossimo 3 luglio, i tre lavoratori reintegrati verranno collocati in formazione per la riqualificazione e successivo reinserimento nel ciclo produttivo.
L’azienda, tuttavia,non ha potuto negare di trovarsi di fronte a uno scenario che potrebbe avere impatti significativi sull’attuale assetto industriale, poiché l’inserimento di ulteriori 176 lavoratori nel ciclo produttivo non è sostenibile, né economicamente né industrialmente.
Pertanto, quando il quadro della situazione sarà definito e si conoscerà il numero esatto dei lavoratori da reintegrare, l’azienda provvederà contestualmente alla loro reintegra al licenziamento, secondo i criteri di legge, di altrettanti lavoratori attualmente in organico.
Inoltre, in ragione dell’impatto economico/finanziario derivante anche dagli altri contenziosi inerenti le differenze retributive per mancata rotazione CIG nel corso degli ultimi 10 anni – per la cui gestione la società ha già stanziato un fondo di 13,5 milioni di euro –Natuzzi si vede costretta a sospendere i nuovi investimenti previsti dal Piano Industriale e a non sottoscrivere il Contratto di Programma.
Circa la New.Co di Ginosa che Natuzzi si era impegnata a costituireper dare un’altra occasione lavorativa a dipendenti da oltre 12 anni in Cassa Integrazione, vista l’esiguità dei lavoratori che hanno accettato la ricollocazione, l’azienda si vede impossibilitata ad avviare l’implementazione del relativo Piano Industriale. Come sostenuto durante la Cabina di regia, Natuzzi si impegna – entro ottobre 2017 – a trovare una soluzione per i 32 collaboratori assunti.
Il Grupposottolinea che in questi anni – in sinergia con i Sindacati e le Istituzioni – ha sempre lavorato con l’obiettivo di recuperare la competitività delle produzioni italiane e salvaguardare l’azienda, sostenendo, dal 2001 ad oggi, investimenti per circa 1 miliardo di euro.
Vertenza Natuzzi, nota Felice Dileo, Unione Sindacale di Base-Lavoro Privato Puglia
Dopo tante mistificazioni, inesattezze e reticenze, si ritiene opportuno precisare alcuni punti in merito alla vertenza Natuzzi, affinché la lotta che i lavoratori hanno offerto nei mesi passati non possa essere strumentalizzata o fraintesa:
i licenziamenti alla Natuzzi Spa, in realtà, sono avvenuti il 3/3/2015, con un accordo sottoscritto da azienda, CGIL-CISL-UIL, Regione Puglia e Basilicata in cui, pur avendo la possibilità di collocare tutta la forza lavoro in Contratto di Solidarietà, incomprensibilmente si decideva di coinvolgere solo i circa 3/4, esiliando il resto presso lo stabilimento inattivo di Ginosa in attesa che il licenziamento fosse formalizzato, ciò che puntualmente è avvenuto lo scorso 15 ottobre. I lavoratori organizzati con l’Unione Sindacale di Base hanno subito denunciato che la finalità dell’accordo del marzo 2015 era quella di espellere lavoratori senza però selezionarli in base ai criteri previsti dalla 223/1991. Tuttavia, è bene chiarire che la posizione del Coordinamento USB-LP Natuzzi Spa era e rimane tutt’ora di estendere il Contratto di Solidarietà all’intero organico della Natuzzi Spa, così da evitare ogni licenziamento. Se Natuzzi, Istituzioni e sindacati complici avessero preso in considerazione questa proposta, oggi non ci sarebbero né licenziati, né impugnazioni di licenziamento e si sarebbero applicati gli ammortizzatori sociali in coerenza con il loro fine;
i soggetti sopra citati, poi, non contenti dello sciagurato accordo firmato a marzo 2015, il 15 novembre 2016 ne hanno sottoscritto un altro peggiore, disponendo che i licenziati ad ottobre fossero assunti in una New Co., a patto che rinunciassero al credito che avevano nei confronti di Natuzzi per contenziosi pregressi. Considerata la proposta indecente, l’accordo è stato rigettato dall’85% degli interessati, che si sono rivolti al Giudice per riavere il proprio posto di lavoro;
il 9 giugno è giunta la prima sentenza in merito all’impugnazione dei licenziamenti effettuati da Natuzzi. Va aggiunto però che la sentenza è stata interpretata in modo abbastanza fantasioso, sennonché va ammesso, molto a malincuore, che il Magistrato giudicante non ha annullato l’intera procedura di licenziamento, ma ha solo accolto la richiesta di 3 istanti che hanno dimostrato che il provvedimento avrebbe dovuto interessare altri colleghi (da loro indicati con nome e cognome) per quanto disposto dalla Legge 223. Naturalmente, Natuzzi ha preso subito la palla al balzo ed ha esplicitato quello che la sentenza implicitamente prelude, ossia che per quanti lavoratori saranno reintegrati, altrettanti di conseguenza ne saranno licenziati.
l’Usb ovviamente non ha mai disdegnato di tutelare i lavoratori anche per via giuridica, l’obiettivo però non è mai stato quello di togliere il lavoro ad uno per darlo all’altro, ma arrivare ad un accordo dignitoso così da garantire ai lavoratori quanto spettante economicamente e con le dovute clausole di salvaguardia circa il futuro di New Co. La Natuzzi aveva quasi ceduto a raggiungere un accordo con tali condizioni.
Per quanto sin qui esposto, si ribadisce che le lotte che l’Usb-Natuzzi ha intrapreso fin’ora, erano finalizzate a tutelare l’interesse collettivo dei lavoratori, rivendicando il principio che, se fattori contingenti lo impongo, si deve lavorare meno ma devono lavorare tutti, senza che nessuno sia espulso dal ciclo produttivo. Solo così sarà possibile arrestare il trend che preannuncia l’azzeramento di ogni livello occupazionale nel territorio.
E’ indispensabile l’unità e la solidarietà di tutti i lavoratori per bloccare la totale deindustrializzazione che persegue Natuzzi. Quando i lavoratori si fanno la guerra a vicenda per rientrare in produzione ad uscirne sconfitti sono entrambe le parti e l’unico vincitore è il padrone.
Queste sono le cose per cui l’Usb si è battuta e continuerà a farlo se i lavoratori vorranno darle ancora fiducia. Mai invece la lotta tra poveri. L’Usb non farà mai il gioco degli avversari.