Natuzzi, Ministero convoca tavolo urgente, nota del Presidente della Regione Vito De Filippo: “Bene convocazione Ministero, ora responsabilità”.
Il presidente De Filippo richiama il gruppo al suo ruolo nel progetto di rilancio del polo murgiano. “Non alziamo i toni, ma nessuno ha il diritto di tirarsi indietro e far fallire un programma a cui si lavora da tempo tutti insieme”
“La convocazione dell’incontro al Ministero sulla vertenza Natuzzi rappresenta un punto di ripartenza dopo un annuncio choc”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo commentando la notizia della convocazione.
“Ho rispetto della storia industriale del Gruppo Natuzzi – ha aggiunto De Filippo – e per questo ritengo che non possa agire del tutto svincolato da un senso di responsabilità di impresa come lascerebbe presupporre la chiusura di due stabilimenti e la messa in mobilità di oltre 1.700 lavoratori mentre è in atto uno sforzo corale per il rilancio del mobile imbottito. Per questo ritengo che dal confronto al ministero non possano che arrivare elementi utili e confortanti”.
Il presidente lucano ha sottolineato che “è sempre opportuno, nelle fasi di confronto, evitare toni aspri e contrapposizioni radicali, ma è altrettanto giusto chiarire che la responsabilità del Paese è una responsabilità collettiva e che se si decide di marciare tutti insieme in una direzione, in questo caso di tentare il rilancio del polo murgiano del mobile imbottito, nessuno può tirarsi indietro e far fallire tutto, men che meno chi giustamente rivendica e ha rivendicato un ruolo chiave in un distretto produttivo. E appena qualche giorno fa il ministro Giovannini ha ripetuto che alla politica sta il compito di costruire condizioni di contesto per favorire le politiche industriali, ma poi sono gli imprenditori ad essere chiamati direttamente in causa. E, ripeto, sono certo che girare le spalle al problema non è quello che, a dispetto degli annunci, può fare il gruppo Natuzzi anche se, evidentemente, quanto annunciato è il sintomo di una difficoltà che, ancora una volta tutti insieme, dobbiamo affrontare. E anche per questo la sede ministeriale credo sia quella più appropriata”.
Crisi Natuzzi, assessore regionale Braia: “Serve concertazione per individuare soluzioni”. L’assessore annuncia che parteciperà all’incontro di venerdì a Roma.
Si tratta di un tema delicato che coinvolge migliaia di famiglie, di cui oltre 600 lucane, da affrontare con responsabilità e determinazione”. Lo dichiara l’assessore regionale alle Infrastrutture, Opere pubbliche e Mobilità, Luca Braia, che annuncia la diretta partecipazione all’incontro sulla crisi aziendale dell’azienda Natuzzi che si terrà nella mattinata di venerdì prossimo a Roma al Ministero dello Sviluppo economico.
“La Regione Basilicata – sottolinea – farà tutta la sua parte, consapevole che solo una concertata azione tra associazioni datoriali, sindacati e istituzioni può creare le condizioni migliori per la ricerca di un’ipotesi di soluzione che tuteli il maggior numero possibile di posti di lavoro, in questo momento di straordinaria difficoltà per il Paese e per la Basilicata. In questo momento – conclude Braia – non ci sono spazi per pericolosi tatticismi”.
Crisi Natuzzi, Adduce: occorre una soluzione unitaria
“La decisione del Gruppo Natuzzi di aprire una procedura di mobilità per 1726 lavoratori con la conseguente dismissione anche degli stabilimenti di Matera – La Martella e di Matera – Jesce 1 apre uno scenario drammatico per il nostro territorio e la nostra comunità proprio in un periodo in cui si provava, con il noto accordo di programma sottoscritto recentemente, a rilanciare questo comparto produttivo”. Lo afferma il sindaco di Matera, Salvatore Adduce. E aggiunge: “Questa decisione non ci lascia indifferenti, ma ci preoccupa moltissimo non solo per le conseguenze che determinerà nelle famiglie interessate, ma anche per gli effetti negativi che provocherebbe sull’intero sistema economico del Materano.
Pur comprendendo le gravi difficoltà economiche del gruppo Natuzzi, in questo difficile momento che sta attraversando l’Italia e l’Europa con conseguenze devastanti per tante imprese e tantissimi lavoratori, crediamo che occorra una risposta forte e corale attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti, imprese, lavoratori, parti sociali, istituzioni in modo da trovare insieme una strada per il rilancio del brand. In questo senso va vista con fiducia la decisione del ministero dello sviluppo economico di convocare per venerdì prossimo un incontro sulla vicenda Natuzzi.
Il Comune di Matera segue da vicino e con grande apprensione questa vertenza con l’auspicio che tutte le parti sappiano trovare una soluzione unitaria capace di preservare il destino di questa importantissima azienda e quello dei tantissimi lavoratori che ne fanno parte”.
Il sindaco di Matera parteciperà domani, insieme a tutti gli altri sindaci dell’area del distretto, all’incontro organizzato nell’aula consiliare del Comune di Santeramo.
Matera, 2 luglio 2013 – Il presidente della Provincia di Matera Franco Stella ha inviato una nota al capo del governo Enrico Letta, al ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato e al presidente della Regione Vito De Filippo chiedendo la convocazione urgente di un tavolo nazionale sulla questione Natuzzi.
I timori sulle sorti del futuro della regione alle prese con l’ennesimo problema lavoro hanno contrassegnato questa 624esima edizione della Festa della Bruna. “Le drammatiche notizie che, ancora una volta, sconvolgono il nostro territorio condannandolo a una retrocessione senza eguali – ha commentato il presidente Stella – ci impongono una immediata presa di posizione. Il piano di riorganizzazione della Natuzzi prevede 1.726 esuberi in Italia, ma siamo ben consci che a venire colpito sarà principalmente il distretto del mobile imbottito che vanta nel Materano centinaia di lavoratori. Professionalità e competenze che ci hanno resi protagonisti di un settore chiave per l’economia italiana e che ora vengono spazzati via da una concorrenza sleale. A pochi mesi dalla firma dell’Accordo di programma che stanziava 101 milioni per la salvaguardia e il consolidamento delle imprese che operano nel settore del mobile imbottito, concentrandosi sull’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali e sul sostegno al reimpiego dei lavoratori espulsi dalla filiera produttiva nel distretto del mobile imbottito, la Regione deve tornare a discutere con il governo centrale della questione.”
Per il presidente Stella, che condivide le fortissime preoccupazioni espresse dai sindacati, non c’è alcuna possibilità se non intervenire subito, prima che una nuova emorragia occupazionale decreti la fine di una polo industriale che, come ricordava il presidente della Regione solo poco tempo fa, “una volta rappresentava la punta di diamante dell’export italiano”.
Nota del presidente della Camera di Commercio di Matera Angelo Tortorelli su vertenza Natuzzi – “L’annuncio della Natuzzi spa di mettere in mobilità oltre 1700 lavoratori, parte dei quali negli stabilimenti di Matera, rappresenta un duro colpo al sistema produttivo e occupazione del nostro territorio. Ma è auspicabile che l’azienda possa rivedere la decisione in tempi e modalità da definire, alla luce della convocazione dell’incontro al Ministero per lo sviluppo economico il prossimo 5 luglio a Roma’’. E’ il commento del presidente della Camera di commercio di Matera, Angelo Tortorelli, che ha espresso preoccupazione per l’ennesimo stato di crisi che colpisce il tessuto produttivo materano e del distretto del mobile imbottito murgiano, con effetti negativi sull’occupazione e sulla competitività del settore. “ E’ auspicabile –ha detto il presidente Tortorelli- che un annuncio di forte impatto per l’economia locale di due regioni seguano atti di responsabilità, che aiutino a ripensare decisioni che avranno effetti devastanti sull’economia locale e sulle famiglie, in una fase che ha attivato comunque percorsi per l’attuazione dell’accordo di programma per il rilancio del distretto del mobile imbottito. Seguiremo con attenzione gli sviluppi del confronto di Roma, come Casa di tutti gli imprenditori, attenta ai fatti anche piccoli che possono portare Natuzzi a riprendere la strada della ripresa con il patrimonio di risorse, anche umane, di un grande gruppo internazionale’’.
Roma, 1 luglio 2013 – Si è svolto oggi, presso la sede romana di Confindustria, l’ incontro tra i sindacati di categoria di Puglia e Basilicata e la Natuzzi spa. All’ordine del giorno l’illustrazione del nuovo, ed ennesimo, piano industriale. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole: esuberi strutturali con conseguente avvio della procedura di mobilità per 1726 unità lavorative. Altra nota dolente è rappresentata dal fatto che, nonostante l’ Accordo di Programma, l’ Azienda abbandona definitivamente la produzione nel territorio materano dismettendo i siti produttivi di Matera-La Martella e Matera-Jesce 1.
Di seguito il comunicato sindacale con il quale Feneal-UIL Filca-CISL Fillea-CGIL Matera annunciano lo sciopero generale in tutti i siti della Natuzzi spa
Le Segreterie Nazionali FeNEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL, unitamente alle Segreterie Regionali di Puglia e Basilicata, alle Segreterie Territoriali di Bari, Taranto, Matera, ed alle R.S.U. delle Unità Produttive del Gruppo Natuzzi,
• RESPINGONO i contenuti del Piano Industriale presentato in data 1 luglio 2013 presso la sede di Confindustria in Roma;
• DICHIARANO INACCETTABILE la decisione della Direzione Aziendale di aprire una procedura di mobilità per n. 1.726 lavoratori senza nessuna possibilità di effettuare un confronto per verificare e/o proporre soluzioni orientate al mantenimento dei posti di lavoro.
Inoltre, questa decisione evidenzia il fallimento della Dirigenza del Gruppo che dopo un lunghissimo periodo di concessione della cassa integrazione non ha saputo trovare nessun progetto credibile per il rilancio del brand.
Le Segreterie Nazionali chiedono alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dello Sviluppo Economico, al Ministero del Lavoro, la convocazione urgente di un tavolo alla presenza dei Presidenti delle Regioni Puglia e Basilicata, anche per dare esigibilità ai contenuti dell’Accordo di Programma recentemente sottoscritto.
Invitano tutte le lavoratrici ed i lavoratori a sostenere unitariamente e compattamente tutte le iniziative che verranno programmate con
L’IMMEDIATA DICHIARAZIONE DELLO SCIOPERO GENERALE IN TUTTI GLI STABILIMENTI DEL GRUPPO NATUZZI
FeNEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL, Regionali di Puglia e Basilicata effettueranno assemblee informative a tutte le lavoratrici e lavoratori del Gruppo.
Roma, 1 Luglio 2012
Vertenza Natuzzi, segretario Cisl Basilicata Falotico: “È una calamità sociale”.
Il segretario della Cisl durissimo con il gruppo Natuzzi che ha annunciato la chiusura di due stabilimenti e la mesa in mobilità di 1.726 lavoratori. “Natuzzi prima si lamenta della concorrenza cinese e poi trasferisce la produzione in Brasile, Romania e Cina”. Ora intervenga il governo con vere politiche industriali per salvare il polo del salotto e lotta senza quartiere al lavoro sommerso
Potenza, 2 luglio 2013 – “Natuzzi non può pensare di fare fagotto infischiandosene delle conseguenze sociali delle sue decisioni”. È durissimo il commento del segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, alla decisione del gruppo Natuzzi di cancellare con un colpo di spugna due stabilimenti, tra cui quello di Matera, e licenziare 1.726 lavoratori. “È un atto irresponsabile e totalmente inaccettabile che combatteremo strenuamente e senza alcuna indulgenza nei confronti della Natuzzi”. Per Falotico “stanno venendo al pettine i nodi di una gestione fallimentare che, è ben ricordarlo, è stata sostenuta con lauti contributi pubblici e che ora Natuzzi vorrebbe scaricare sulle spalle dei lavoratori. La chiusura di due stabilimenti e la messa in mobilità di quasi 2 mila persone è una vera e propria calamità sociale in un territorio già martoriato dalla disoccupazione di massa e dalla povertà”.
Secondo il segretario della Cisl lucana “è contraddittorio giustificare la chiusura di due stabilimenti con la concorrenza sleale dei cinesi, salvo poi delocalizzare la produzione proprio nei paesi a basso costo del lavoro come Brasile, Romania e la stessa Cina. È bene sottolineare che con questa improvvida e poco ponderata decisione Natuzzi ha scelto di mettersi al livello della sua concorrenza nella più bieca tradizione di una certa imprenditoria italiana che predica bene per gli altri e razzola male per sé. La fuga della Natuzzi, che resta pur sempre il più importante player del settore per fatturato e occupati, rischia di dare il colpo mortale al futuro del polo murgiano del salotto e di bloccare sul nascere ogni speranza di rilancio. La smobilitazione dal territorio che ne ha decretato il successo in tutti questi anni, infatti, mette a repentaglio anche l’attuazione dell’accordo di programma per il rilancio del mobile imbottito siglato nello scorso febbraio dopo anni di attesa”.
“Bene hanno fatto l’assessore regionale alle Attività produttive, Marcello Pittella, e il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, a chiedere l’immediato intervento del governo e, nella fattispecie, del ministro Zanonato affinché la vertenza venga ricondotta al tavolo negoziale con le organizzazioni sindacali e il governo. In questo senso la notizia della convocazione di un incontro al ministero dello Sviluppo economico per venerdì prossimo è uno spiraglio positivo. Ci sono ritardi storici che vanno colmati, in particolare sulle politiche industriali per il rilancio della competitività del sistema produttivo nazionale e meridionale in particolare, ma occorre fare presto altrimenti ci resterà ben poco da rilanciare. Una delle piaghe che andranno affrontare con modalità radicali è quella del lavoro sommerso, pratica sempre più diffusa e sempre più spesso annidata negli interstizi dei nostri distretti industriali messa in atto da una concorrenza cinese sempre più agguerrita che è venuta a sfidare le leggi e i contratti del nostro paese permettendosi il lusso di pagare salari da fame, pari a circa un quarto del salario contrattuale, e calpestando i diritti fondamentali dei lavoratori”.
Investimenti, allineamento della struttura operativa alle effettive esigenze dei mercati e ritorno alla competitività i punti cardine del Piano.
Natuzzi S.p.A. comunica di aver presentato oggi a Roma, alle Organizzazioni Sindacali nazionali e locali, il piano industriale di riorganizzazione dell’assetto del Gruppo in Italia (Piano di Salvaguardia del Polo Italia, il “Piano”), volto a riportare la Società in condizioni di redditività e a creare i presupposti per un solido percorso di crescita futura, salvaguardando, quanto più possibile, l’occupazione nel territorio pugliese e lucano.
Il Piano presentato alle parti sociali è il risultato di un’approfondita analisi condotta sui cambiamenti strutturali in atto nel settore dell’arredo, e conferma il ruolo strategico per Natuzzi S.p.A. delle produzioni “made in Italy” di qualità e delle competenze professionali presenti nel territorio.
Il Distretto del Mobile Imbottito in Puglia e Basilicata ha visto calare le aziende del settore da 520 dei primi anni del 2000 a 100 nel 2012, mentre gli addetti sono scesi da 14.000 a soli 6.000, di cui circa 4.500 rivenienti dalle attività del Gruppo Natuzzi (3.175 dipendenti di Natuzzi S.p.A. e 1.340 dell’indotto). In questi anni il settore è stato fortemente impattato dagli effetti della globalizzazione, dal forte apprezzamento dell’euro verso le principali valute, dalla crescente pressione sui prezzi esercitata dei paesi emergenti con produzioni a basso costo di manodopera e dal dilagare del fenomeno della concorrenza sleale e del ricorso al lavoro nero.
Oggi la situazione si è ulteriormente aggravata. Nonostante gli investimenti e gli sforzi della Società negli ultimi anni, la crisi del mercato immobiliare e l’ulteriore calo dei consumi in Europa e in Italia impongono al Gruppo Natuzzi un obiettivo prioritario: la salvaguardia dell’azienda.
Le linee guida strategiche del Piano prevedono, da un lato l’allineamento dell’attuale struttura operativa alle effettive esigenze dei mercati, e dall’altro un ritorno alla competitività, da realizzarsi attraverso forti investimenti in innovazione di prodotto e di processo, in marketing e comunicazione e nello sviluppo dei punti vendita Natuzzi Italia nel mondo. Il tutto per un investimento complessivo di oltre 190 mln di euro.
Tuttavia, il gap che attualmente separa i costi industriali di Natuzzi S.p.A. da quelli dei principali competitors stranieri e di alcuni concorrenti sleali insediati nel distretto è enorme, come dimostrano i risultati registrati negli ultimi sei anni (2007-2012) in cui il Gruppo ha registrato un EBIT negativo per circa 140 milioni di euro, largamente imputabile agli elevati costi industriali e all’altissimo costo del lavoro. Gli attuali organici in Italia non sono più sostenibili e tecnicamente non possono più essere gestiti attraverso la Cassa Integrazione Straordinaria, che ha già coinvolto circa 1.450 collaboratori nel 2012, dei quali 674 a zero ore.
La risposta a questo scenario è la riorganizzazione dell’assetto italiano del Gruppo, che coinvolgerà complessivamente 1.726 dipendenti (1.580 negli stabilimenti produttivi, 146 negli uffici centrali) per i quali la Società si vede costretta ad avviare le procedure di mobilità in vista della scadenza della Cassa Integrazione Straordinaria prevista per ottobre 2013. Attraverso questa riorganizzazione la Società intende salvaguardare la posizione di 2.789 lavoratori, di cui 1.449 interni e 1.340 nell’indotto.
Il Gruppo Natuzzi, che in tutti questi anni ha sempre agito in virtù della sua responsabilità sociale, è pienamente consapevole dell’impatto nel territorio derivante dalla riorganizzazione e auspica che attraverso il dialogo e l’intervento congiunto di Istituzioni, Sindacati e di Natuzzi S.p.A. possa scaturire un percorso condiviso per trovare soluzioni efficaci e sostenibili.
Crisi Natuzzi, interviene l’assessore Pittella: “E’ necessario avviare iniziative nazionali per la definizione di piani di rilancio ad hoc per le crisi complesse che interessano i comparti del salotto e dell’automotive”.
“Il Governo nazionale deve ritrovare un ruolo centrale nella soluzione delle crisi complesse che interessano i comparti produttivi del salotto e dell’automotive”.
E’ quanto dichiara l’assessore alle Attività Produttive della Regione Basilicata, Marcello Pittella, in relazione al primo anticipo del piano industriale elaborato dalla Natuzzi, illustrato oggi a Roma nella sede di Confindustria.
“Chiudere gli impianti produttivi e presentare domanda di mobilità per i lavoratori non significa risollevare le sorti di un’azienda, ma solo fare una mera operazione di management, con nessuna possibilità di futuro. Per questo motivo – ha aggiunto Pittella – nelle prossime ore inoltrerò una missiva al Ministero dello Sviluppo Economico per ribadire con forza le richieste della Regione Basilicata, già fatte proprie dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni di riprendere le iniziative centrali per la definizione di piani di rilancio ad hoc per i comparti del salotto e dell’automotive”.
NATUZZI: ROMANIELLO (SEL), CI ATTENDE UNA DURA LOTTA
“Dobbiamo prepararci ad una lunga battaglia politico-istituzionale e al sostegno di una stagione di lotta operaia durissima, come ha già annunciato la Fillea, il sindacato di categoria della Cgil, per contrastare con ogni mezzo il piano industriale della Natuzzi che prevede la chiusura di tre stabilimenti tra cui quello di Matera e in totale 1726 lavoratori a casa (di cui 146 impiegati). Rimarrebbero a lavoro, dunque, tra le sedi di Santeramo e di Laterza, 733 operai in tutto”. E’ quanto afferma il capogruppo SEL in Consiglio Regionale Giannino Romaniello, esprimendo “preoccupazione e sconcerto perché il 20 giugno scorso nell’incontro a Bari con la mediazione del Presidente pugliese Vendola, Pasquale Natuzzi aveva usato toni più concilianti lasciando trasparire la volontà di un’intesa con sindacati e Regioni. Ovviamente la posizione aziendale è semplicemente inaccettabile come è semplicemente ricattatorio l’annuncio dei licenziamenti”.
Nel valutare positivamente l’iniziativa dell’assessore Pittella per “ ‘stringere’ il Governo e in particolare il Ministero allo Sviluppo Economico ad assumere le sue responsabilità dirette”, il capogruppo Sel aggiunge che “è accaduto quello che si temeva. Il piano spacciato quale unico strumento di salvaguardia del polo del mobile imbottito si limita ad evidenziare le criticità ed i problemi di competitività derivanti da concorrenza sleale ed eccesso di costi, in particolare continuando ad utilizzare l’alibi del costo del lavoro quasi si volesse chiedere il permesso a pagar meno i lavoratori, senza delineare una strategia di fuoriuscita dalla crisi incentrata su un progetto più complessivo di trasformazione del polo del divano in polo per la produzione del sistema salotto/casa, come da tempo le organizzazioni sindacali e le stesse istituzioni locali hanno chiesto. A questo punto il Governo nazionale deve con urgenza intervenire, facendosi garante dell’Accordo di Programma sottoscritto e finanziato da 101 milioni di euro, oltre che sui fronti del cuneo fiscale e della definizione di politiche settoriali in grado di sostenere il settore”.
VERTENZA NATUZZI, NAPOLI (PDL): NON BASTA MISSIVA GIUNTA A MINISTERO, INIZIATIVA PDL
“Nella “lista nera” dei tre stabilimenti Natuzzi che si vorrebbero chiudere figura anche quello La Martella a Matera. Credo che a questo punto la Giunta Regionale della Basilicata, sinora poco presente nelle fasi più importanti di confronto sulla vertenza, non possa limitarsi ad una missiva al Ministero allo Sviluppo Economico”. E’ il commento del capogruppo Pdl in Consiglio Regionale Michele Napoli ricordando che “21 milioni di euro dei 101 milioni complessivi che costituiscono il fondo dell’Accordo di Programma per il superamento della crisi del polo murgiano del salotto sono di provenienza della Regione Basilicata che non deve pertanto solo scaricare responsabilità sul Governo. Non so cosa sia successo per modificare la strategia aziendale a distanza di dieci giorni dall’incontro tra l’amministratore Pasquale Natuzzi e il Governatore pugliese Vendola che, evidentemente, troppo in fretta, alimentando aspettative tra i lavoratori, aveva parlato di annullamento del rischio licenziamenti. Al contrario – continua Napoli – le notizie che arrivano dall’incontro di oggi a Roma con la presentazione ai sindacati del piano aziendale fanno riesplodere la tensione sociale”.
Per il capogruppo Pdl “c’è bisogno di un intervento più deciso del Ministero allo Sviluppo Economico, partner istituzionale con le due Regioni dell’Accordo di Programma, procedendo all’immediata convocazione del Comitato di Coordinamento dell’Accordo per una prima valutazione del piano Natuzzi che prevede l’avvio delle procedure di mobilità in vista della scadenza della Cassa Integrazione Straordinaria prevista per il prossimo ottobre. In questa direzione – annuncia – lavoreranno i gruppi Pdl dei Consigli Regionali di Basilicata e Puglia e i parlamentari Pdl delle due regioni”.
Chiudere in Italia per aprire in Brasile, Cina e Romania.
L’operaio italiano a casa, la schiavitù a lavoro.
Ecco a voi lo splendido mondo della globalizzazione e il nuovo modello del Fake in Italy….
Se la gente non reagisce vuol dire che sta ancora troppo bene. Molti di questi 1700 lavoratori prendono cassa integrazione e lavorano a nero altrimenti come si spiega che a ogni manifestazione o sciopero si presentano solo quattro gatti?
Un piano che prevede 1726 licenziamenti hanno pure il coraggio di chiamarlo SALVAGUARDIA del polo italia!
Ora il copione prevede che per spendere meno andranno a fare divani nell’est europa, poi in sud america, poi in asia, poi sulla luna… fino a quando non troveranno qualcuno che lavora gratis ma non basterà neanche quello e allora, in nome della competitività, si metteranno alla ricerca di qualcuno disposto a pagare per lavorare.
Dopo anni di soldi regalati (leggi cassa integrazione) ora i lavoratori si sorprendono che si chiuda. Chi si è permesso di dormire fino ad oggi, senza cercar e altre strade, se l’è cercata alla grande. La pacchia è finita!
ora ti verro^ a rubare a casa tua giustiziere
giustizziere puo’ anche darsi che sei un bamboccione che prendi il LATTE DA TUA MADRE. o non ai mai saputo come si alza la mattina alle 5 e andare a lavoro, e stare nei tempi di produzione, e ritirarti sempre nervoso a casa.GIUSTIZIERE NON TI E MAI CAPITATO QUALCOSA DI ASSURDO O GRAVE NELLA TUA VITA DA BAMBOCCIONE??? SENON TI E MAI CAPITATO!!!
Già fatto con anni di cassa integrazione (spero senza lavorare a nero presso gli stessi cinesi che hanno distrutto il settore). Incazzatevi con voi stessi e i vostri imprenditori, non con i cittadini che dicono solo la verità!
Giustiziere del….. perché non vai a giustiziare quei signori che nonostante percepivano 12 mila euro al mese raccoglievano gli scontrini da terra facendosi rimborsare dalla regione invece di prendertela con un Poveraccio che preso dalla disperazione per non poter andare avanti è costretto a chiedere lavoro anche ai cinesi?
però è anche vero che tanta gente in cassa integrazione da anni vedi lavoratori Nicoletti non si è mai mossa alla ricerca di un lavoro stabile.ne conosco tanti che dicono:fin quando ci sarà la cassa integrazione….