Il Gruppo Natuzzi informa che il giorno 28 gennaio, presso lo stabilimento produttivo di Iesce-Santeramo, si è tenuto un incontro con le organizzazioni sindacali. Pasquale Natuzzi, Presidente ed Amministratore Delegato, si è soffermato sul permanere della crisi economica in Europa e in Italia e delle relative conseguenze sull’assetto produttivo italiano. La situazione è resa ancora più difficile dal persistere di una produttività al di sotto degli standard aziendali e dagli effetti negativi della concorrenza sleale e del lavoro nero.
Per far fronte a questo complesso scenario economico, il Gruppo Natuzzi ha presentato le proprie proposte per completare il Piano di Riorganizzazione alla base dell‘accordo di Cassa Integrazione siglato nel settembre del 2011 e in scadenza nel prossimo ottobre, con l’obiettivo di rendere economicamente sostenibile la produzione del Gruppo in Italia.
Allo stato attuale, alcune strutture produttive e logistiche sono sottoutilizzate. Pertanto, sono state individuate delle azioni che permettono un notevole risparmio dei costi di gestione ed il recupero della produttività aziendale. Durante l’incontro, le parti si sono impegnate a proseguire il confronto nelle prossime settimane, in tavoli tematici riguardanti la produttività, l’efficientamento e la razionalizzazione dei processi produttivi.
Il Piano di Riorganizzazione comporterà nel 2013 un investimento complessivo di 29 milioni di euro (che si sommano agli oltre 20 milioni già investiti nel 2012) a riconferma della volontà dell’azienda e degli azionisti di valorizzare le produzioni Made in Italy, percorrendo la strada obbligata del recupero della competitività, da raggiungere attraverso la riduzione dei costi, l’innovazione di processo e una maggiore produttività.
Il Gruppo Natuzzi ribadisce l’urgenza di agire al più presto, in un clima di condivisione e rispetto reciproco per ridurre il numero degli esuberi, diminuire il costo industriale e sollecitare il Governo a finalizzare l’Accordo di Programma per l’Area Murgiana. Dal 2002 ad oggi nel Distretto del Mobile Imbottito di Puglia e Basilicata si sono persi 8.000 posti di lavoro; dei 6.000 lavoratori ancora a ruolo circa il 50% è in cassa integrazione. Infine, è necessario contrastare con ogni mezzo la piaga della concorrenza sleale e del lavoro nero che stanno mettendo in serio pericolo la sopravvivenza delle aziende etiche e trasparenti come la Natuzzi.
Natuzzi S.p.A.
Il Gruppo Natuzzi, fondato nel 1959 da Pasquale Natuzzi, disegna, produce e vende una vasta collezione di poltrone, divani e complementi d’arredo. Con un fatturato nel 2011 di 486,4 milioni di euro, Natuzzi è il più grande produttore italiano nel settore dell’arredamento. Il Gruppo esporta divani e poltrone innovativi e di elevata qualità in 123 mercati nei 5 continenti, con i brand Natuzzi Italia (prodotto esclusivamente in Italia) , Leather Editions e Softaly. Design, superiorità artigianale italiana, innovazione ed un’avanzata struttura verticalmente integrata rappresentano le caratteristiche che hanno fatto del Gruppo Natuzzi il leader di mercato. Natuzzi S.p.A. è quotata al New York Stock Exchange dal 13 Maggio 1993. Il Gruppo Natuzzi è certificato ISO 9001 e 14001.
Natuzzi taglia 1800 posti di lavoro, Benedetto (CD): incalzare il governo dopo annuncio choc.
“L’annuncio choc della Natuzzi di chiusura di due impianti produttivi, uno a Ginosa e l’altro a Matera, insieme alla presentazione del piano industriale che prevede ulteriori tagli per 1.800 lavoratori, giunge mentre si stanno consumando gli ultimi passaggi per la firma dell’Accordo di programma per il Polo murgiano del “Mobile Imbottito” con il ministero dello Sviluppo Economico e le Regioni Basilicata e Puglia. L’intesa, che doveva essere sottoscritta entro la fine di questo mese di gennaio, rappresenta l’unico strumento per dare attuazione agli investimenti indispensabili al rilancio del distretto del salotto”. A sostenerlo è Nicola Benedetto, consigliere regionale e capolista al Senato per il Centro Democratico, sottolineando che “adesso non resta che incalzare il Governo nazionale a mettere fine alla telenovela dell’Accordo di Programma che quest’estate ha registrato una prima puntata con una visita di esperti del Ministero nell’area murgiana e una seconda con l’insediamento di un gruppo di lavoro, con il coordinamento del Direttore Generale Sappino e di Invitalia. Oltre al Ministero dello Sviluppo Economico è necessario coinvolgere il Ministero del Lavoro per pensare in tempo alla proroga degli ammortizzatori sociali che interessano già 1.500 dipendenti della Natuzzi. Anche il management Natuzzi va incalzato tenuto conto che i cosiddetti esuberi potrebbero ridursi a 1.300 facendo rientrare in Italia quote di lavoro attualmente sviluppate tra Cina e Romania”.
“La questione centrale riguarda l’idea di sviluppo industriale di quello che era uno dei fiori all’occhiello del made in Italy e che solo nel 2003 valeva 2,2 miliardi di euro, il 55 per cento della produzione italiana e circa l’11 per cento di quella mondiale e con ricavi scesi intorno ai 700 milioni di euro. Nell’area murgiana non ci può essere solo posto per produzioni da destinare all’Ikea, perché solo il rilancio della qualità del “made in Italy” può contrastare quello che è stato ribattezzato il ‘meid in itali’ cinese. Per questa ragione considero strategica – sottolinea l’esponente del CD – l’attivazione a Matera della Scuola internazionale di design, per favorire, attraverso la formazione, la ricerca e l’innovazione, la costruzione di un sistema capace di divenire attrattore territoriale e sviluppare fermenti creativi e iniziative.
Vorrei ricordare in proposito la seconda edizione del ‘Nicolettihome Award’, il concorso per giovani talenti del design. All’evento ‘Il divano cerca nuove idee nei giovani’, a Palazzo Lanfranchi, a Matera, ho partecipato anch’io ed ho toccato con mano la creatività di 42 studenti dell’Università dell’Immagine di Bari, dell’Istituto grafico Poliarte di Ancona e dell’Università di Basilicata, partecipanti al concorso con la presentazione di progetti di divani.
E’ questa – dice ancora Benedetto – la ricetta, l’unica che conosco, contro il ‘meid in itali’ cinese. Oppure si dovrà piegare il capo ai prezzi bassi di produzione, facendo i conti con salari e qualità, imposti oggi dall’Ikea e domani da non so chi. Se non vogliamo continuare a parlare più di fallimenti o di “necrologi” ma di progetti e proposte, accompagnati da strumenti nazionali e regionali, di cui due recentissimi (Contratto di Rete e Contratto di Sviluppo) in grado di delineare un futuro diverso, per me c’è un progetto concreto: realizzare una Filiera Territoriale Logistica tra la fascia jonica e la Valbasento. Le opportunità sono: Produzioni agricole ed agroindustriali di alta qualità; Presenza di aree industriali ben infrastrutturate e aziende/settori industriali già attivi; Viabilità stradale di buon livello; vicinanza con infrastrutture integrabili (Porti, Aeroporti, Autostrade, ecc.); strumenti di sostegno alla localizzazione di nuove realtà imprenditoriali”.
Chiusura Natuzzi, Casapound Italia: basta delocalizzazioni, lo Stato nazionalizzi.
All’indomani della presentazione del piano industriale del Gruppo Natuzzi che rischia di lasciare a casa circa 1800 persone con la chiusura degli stabilimenti di La Martella e Ginosa, CasaPound Italia interviene per criticare la classe politica che governa la regione.
“L’ennesima chiusura, – spiega l’associazione – l’ennesimo imprenditore che dopo aver aperto stabilimenti all’estero (ben 4 tra Cina, Brasile e Romania) inizia ad abbandonare l’ennesimo esercito di lavoratori in mezzo ad una strada. Il tutto nel silenzio della classe politica locale troppo presa dalla imminente riorganizzazione di potere per mezzo delle elezioni poltiche di febbraio e troppo incancrenita su logiche di lavoro clientelari ma come è evidente a tutti le politiche attuate fino ad ora non hanno dato i frutti sperati per questo ci batteremo per un’inversione di rotta che passi per la salvaguardia del lavoro e delle attività produttive”.
La soluzione, secondo CasaPound Italia è scritta nella stessa Costituzione delle Repubblica: “L’articolo 42 prevede la possibilità di nazionalizzare per motivi di pubblica utilità, come possono esserlo il tasso di povertà e l’elevata disoccupazione che si registrano nella nostra regione. Vogliamo pertanto che la Regione si doti degli strumenti necessari per acquisire, in compartecipazione con una cooperativa dei lavoratori, le aziende a rischio chiusura e per non abbandonare ulteriori lavoratori al triste destino che gli si prospetta”.
Sì, sì, firmate gli accordi di programma. Ormai c’è ben poco da programmare…
Uhm… chissà quanti di noi arrabbiati e polemici nei confronti degli imprenditori del salotto ha arredato la propria casa grazie ad Ikea…
La nazionalizazzione a questo punto servirebbe, purchè si inizia ad acquistare il made in Italy.
vedi che Ikea vende Natuzzi, ‘gnurant
aggiungo, che se il made in italy è comprare macchine FIAT scarse in tutto…
complimenti per la lungimiranza e per aver colto pienamente il senso della mia affermazione…
COME VEDETE LA RUOTA GIRA EX DIPENDENTE CALIA
Forse è giunto il momento di far oscillare le cerniere del portone della prefettura!!!!…..l’unica carta che ci rimane da giocare, è di non andare a votare, consegnare indietro al prefetto, le nostre schede elettorali!!!!, vedrete che qualche cosa si muoverà, ne sono certo!