Consigliere regionale Braia: “Lotta al dissesto idrogeologico. Basta inerzia”. Di seguito la nota integrale.
Non solo lamentele, emergenza e calamità ma appaltare opere pubbliche entro la scadenza nota del maggio 2020 per la prevenzione e per il rilancio del comparto edilizio e contrattualizzare tutto il possibile, per non perdere quasi 100 milioni di euro di finanziamenti acquisiti e inseriti nel Patto per il Sud, ad oggi fermo. Presenterò una interrogazione urgente.
“Occorre mettere in campo – prosegue il Consigliere Braia – ogni azione possibile per superare un immobilismo pericoloso della Regione Basilicata che, oltre a non avanzare con la prevenzione, tiene bloccato un settore come quello edilizio in grande difficoltà.
La debolezza del sistema geologico regionale e la necessità di mettere in campo tutti gli sforzi possibili finalizzati alla sua difesa, partendo dalla realizzazione delle opere legate alla lotta al dissesto idrogeologico, è nuovamente emerso in tutta la sua drammaticità il 12 novembre scorso, questa volta nel materano e nel metapontino.
Opere alcune già previste, di cui una parte anche finanziate e che non risultano ancora avviate nel loro iter amministrativo: è una grave responsabilità della quale si deve rendere conto la comunità lucana. Solo per la costa ionica trattasi di ben 7.6 milioni di euro per il tratto di mare di Scanzano e ben 9 milioni per il tratto di Metaponto/Bernalda.
Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, Avanti Basilicata.
“Oltre ai sopralluoghi, alle richieste di stato di emergenza e di calamità, da fare celermente, ad oggi circa 30 comuni della nostra regione rischiano di perdere tutto ciò che si è costruito in questi anni, se non si concluderanno progettazioni e appalti entro maggio 2020, a meno di una proroga che le regioni interessate al “Patto per il Sud” stanno proponendo in Conferenza Stato Regioni al Governo Nazionale per riportare al 31 dicembre 2021 il termine massimo per affidare i lavori, come previsto dalla Delibera Cipe precedente.
Con l’immobilismo oramai palese di questa regione, anche quella data (se sarà accordata) risulterà impossibile da rispettare vista la quantità delle opere da appaltare, tra cui, per non dimenticare le principali: 7 milioni di euro per la frana di Stigliano, messa in sicurezza e consolidamento dei paesi di Senise per 1,1 milioni, Satriano per 1.8 milioni, San Severino per 1.8 milioni, Salandra per 2.4 milioni, Montescaglioso 1.7 milioni, Gorgoglione per 500 mila euro, Accettura per 870mila , Latronico 1 milione di euro. Insieme a tanti altri lavori di ripristino della funzionalità idraulica per cui sono interessati comuni come Ferrandina (fiume Basento) per 7 milioni di euro, zona Bernalda per 8.5 milioni, Grassano per 400 mila euro. Ad integrazione di tutto questo, vanno segnalati anche i 23 milioni che saranno gestiti dalla provincia di Matera per ripristinare e riqualificare gli argini del Fiume Basento e Bradano per circa 23.5 milioni di euro.
Presenterò lunedì una interrogazione urgente al Presidente della Giunta Bardi, nonché attualmente anche Commissario Straordinario per chiedere, oltre che programmare una audizione nella commissione che presiedo Bilancio e programmazione, dato che sono passati 8 mesi dal suo insediamento, quali siano le ragioni del ritardo nella nomina del soggetto attuatore (forse si aspetta anche per questo il gioco delle nomine politica?), fondamentale per accelerare l’attuazione delle procedure e degli iter istruttori utili ad appaltare le opere possibili e interloquire continuamente con i ministeri competenti per accelerare le procedure e chiedere il resto dei finanziamenti necessari.
Quando si prevede di avviare gli interventi previsti nel piano stralcio 2019 per i quali abbiamo, come Regione Basilicata, dichiarato l’urgenza e la immediata cantierabilità e per cui è stato già liquidato il 60% delle risorse assegnate? Cosa si aspetta ancora?
Ci chiediamo se il Governo Regionale abbia contezza della Delibera CIPE 64 dell’Agosto 2019 con cui è stato anticipato al 10 Aprile 2020 (tra poco più di 5 mesi) il termine ultimo per affidare i lavori, pena il definanziamento degli interventi per i quali nessuna procedura di gara relativa ai lavori legati alla lotta al dissesto è partita.
Praticamente i lavori previsti dal Patto per il sud inferiori a 10 milioni di euro a oggi col DPCM in vigore, se non vengono appaltati entro maggio 2020 sono persi. Mentre le regioni chiedono una proroga in Conferenza Stato Regioni la Basilicata è ferma, il Commissario non nomina il soggetto attuatore e da otto mesi, dall’insediamento della Giunta, sul tema della spesa delle risorse del dissesto siamo immobili. Varie le opere sui luoghi oggetto della calamità del 12 novembre sulla costa potevano già essere, con prevenzione e fondi, già messe in sicurezza.
Domandiamo anche al Presidente se intende procedere alla nomina e conseguente insediamento dell’Osservatorio coste previsto dalla norma nel 2009 con funzione di continuo monitoraggio dell’evoluzione e misurarazione gli effetti delle azioni che si realizzano a tutela.
Passando dalle strutture balneari e turistiche danneggiate della costa alle aziende agricole del metapontino (Metaponto e Policoro in particolare) e fino alla città di Matera, il discorso si complica dopo l’evento metereologico straordinario della mattina del 12 novembre scorso e vorremmo comprendere quali le iniziative intraprese e come si intende soccorrere gli operatori agricoli ed economici colpiti e la popolazione, oltre a mettere in campo le classiche procedure di richiesta calamità che la Regione deve immediatamente attivare, per offrire sostegno immediato e una prospettiva per il futuro.
Le barriere soffolte, opera che conosco bene dal momento che sono state realizzate nei mesi in cui, nel 2013, il sottoscritto è stato assessore alle infrastrutture, sono state installate a protezione di alcuni chilometri di costa, con effetto benefico sul ripascimento naturale messo però a dura prova dalle ultime mareggiate.
Oggi tali opere necessitano di manutenzione e, soprattutto, di ampliamento su tutto il tratto lucano a partire dai tratti più critici individuati nelle zone di Metaponto e Scanzano.
Il nuovo corposo programma di mitigazione del rischio idrogeologico che questa Regione dovrà apprestarsi a conseguire è basato su risorse già disponibili, (P.O. Ambiente e relativo Addendum FSC 2014/2020, fondo progettazione, Patto Basilicata 2014/2020, risorse statali a valere sul piano stralcio 2019) di cui è accertata l’imputazione sul bilancio regionale per un totale complessivo di circa 140 milioni di euro.
C’è un piano ed un elenco di criticità e opere da realizzare in Basilicata, inserite nella piattaforma RENDIS del Ministero dell’Ambiente, che prevede interventi per più di mezzo miliardo di euro. Tocca al Presidente della Giunta Regionale che, per decisione del Governo Nazionale è anche il Commissario Straordinario del piano, gestire, organizzare e soprattutto avviare. Attendiamo che lo faccia, allora e attendiamo di sapere chi sta interloquendo con il governo nazionale e chi spinge per far sì che lo stesso governo finanzi le restanti opere.
Nel mentre – conclude Braia -si procede con gli accordi con Total ed Eni (dei quali sappiamo ancora poco o nulla, a cui si dovrebbe chiedere anche di finanziare parte di queste opere utili a manutenere il nostro territorio), si fanno tour negli ospedali e si annunciano, con sopralluoghi in lungo e in largo, richieste al Governo evocando attenzioni. Bisogna, piuttosto, strutturare delle autentiche “task force” in ogni settore, agricoltura primis, utilizzando le competenze che esistono in regione, per attivare tutto il possibile e già disponibile: la Basilicata è già in ritardo e non può continuare a produrre lamentele senza mettere in campo nessuna strategia che acceleri l’ordinario e utilizzi quanto recuperato già possibile fare per colpa di ritardi o immobilismo diventato inaccettabile.”