Importanti novità delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, aggiornate dopo dieci anni, che definiscono i principi da seguire per il progetto, l’esecuzione e il collaudo delle costruzioni e specificano le prestazioni che gli edifici devono raggiungere in termini di resistenza meccanica e stabilità, riguardano la caratterizzazione del sottosuolo ai fini sismici per la quale il geologo professionista è chiamato a fornire parametri fondamentali per la progettazione di opere che possano rispondere ai canoni di sicurezza richiesti. E’ stato questo il tema centrale della giornata di studio che si è svolta presso la sala Inguscio della Regione Basilicata, promossa dall’Ordine dei Geologi di Basilicata (OGB), insieme all’Assessore Castelgrande del Dipartimento Infrastrutture e Mobilità. Tra gli intervenuti, il Prof. Vincenzo Simeone e geol. Raffaele Nardone componenti del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il geol. Gabriele Tarabusi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il geol. Maurizio Lazzari del CNR, gli ing. Maurizio Ponte e Anna Lipelli, il Vice Presidente dell’OGB Luigi Vignola e Mary William referente della Commissione APC. Nel corso della giornata c’è stato anche il contributo del Commissario Straordinario per il Dissesto Idrogeologico in Basilicata Avv. Antonio Di Sanza che, facendo riferimento all’incontro avuto a Matera con la rete delle professioni tecniche lucane, ha evidenziato l’importanza del dialogo con il mondo professionale, le esigenze degli operatori economici del settore inerenti l’affidamento di lavori e servizi tecnici ed il ruolo del geologo nelle diverse fasi di progettazione e intervento.
Importanti novità delle nuove norme tecniche – è stato sottolineato nell’incontro di perfezionamento mirato in modo specifico a quelle che sono le novità introdotte dalle NTC 2018 mettendo a confronto tutti i passaggi del nuovo testo che riguardano gli aspetti geologici e multidisciplinari della progettazione – riguardano nello specifico gli interventi sul patrimonio edilizio esistente dove viene rafforzato il concetto che il geologo deve esprimersi al fine di valutare la sicurezza dell’opera in funzione ai possibili fenomeni di instabilità di pendii e di cedimenti permanenti causati ad esempio da fenomeni di liquefazione. In pratica viene affermato un principio fondamentale, già presente nel codice appalti, e ripreso nelle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, che è quello che impone al progettista di valutare anche le pericolosità geologiche che interferiscono con la costruzione non solo nel caso in cui si interviene sulla struttura della costruzione ma anche negli interventi di miglioramento, adeguamento e nella valutazione più generale della costruzione stessa.
L’Ordine dei Geologi di Basilicata già da tempo ha messo in campo iniziative per aggiornare le competenze dei professionisti al nuovo testo; nello scorso mese di giugno sono state svolte due giornate formative con docenti universitari che ha visto coinvolti circa 40 geologi che si sono specializzati nell’utilizzo di specifici codici di calcolo per la valutazione degli effetti dei terremoti sulla superficie del terreno e l’interazione con le strutture.
L’OGB – afferma Gerardo Colangelo, Presidente dell’Ordine dei Geologi di Basilicata –soprattutto alla luce del Rapporto ISPRA ritiene che l’unica arma vincente per affrontare la questione della mitigazione deirischi geologici, con una visione più ampia di quella sinora dominante, è quella di attuare una collaborazione sinergica fra il mondo delle professioni tecniche e quello accademico e della ricerca al fine di essere sempre al passo con le innovazioni, riqualificare le proprie competenze professionali e rispondere a quelle che sono le esigenze del territorio. In questa ottica sono stati promossi corsi SPIC organizzati da enti di formazione coinvolgendo autorevoli docenti universitari e che hanno interessato otre il 60% dei geologi lucani. Durante le 60 ore di corso i professionisti hanno acquisito tecniche ed utilizzato strumenti all’avanguardia per la redazione degli studi di Micorzonazione Sismica secondo gli ultimi standard richiesti dalla Protezione Civile Nazionale. In questo modo l’OGB ha maturato la convinzione di poter mettere al servizio del territorio lucano geologi sempre più qualificati e capaci di affrontare, con competenza e con la necessaria innovazione che la professione richiede, gli aspetti legati alla coesistenza dello sviluppo in sicurezza del territorio e la salvaguardia dello stesso; Insomma uno sviluppo sostenibile e un contributo fondamentale per la sicurezza delle costruzioni.
I Geologi Lucani – conclude Colangelo – sono pronti per concludere i lavori di microzonazione sismica di primo livello degli ultimi 35 comuni della nostra Regione e ad affrontare gli studi di microzonazione di livello II e III di cui la nostra regione dovrà necessariamente dotarsi.
A tal proposito l’Assessore alle Infrastrutture Castelgrande ha confermato la ripresa degli studi di Microzonazione per la definizione puntuale della pericolosità sismica di sito evidenziando che il Dipartimento sta attuando gradualmente sul proprio territorio una politica organica di prevenzione sismica finalizzata alla riduzione del rischio sismico attraverso la conoscenza, la prevenzione e la pianificazione anche mediante la nuova Disciplina relativa alle Autorizzazioni a costruire di cui al D.L. 380/01.
Particolare attenzione va rivolta alle costruzioni esistenti; è sulla salvaguardia e la messa in sicurezza di quel patrimonio che dobbiamo scommettere e vincere la vera sfida che ci attende – secondo Raffaele Nardone, consigliere del Consiglio Nazionale dei Geologi e componente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici; l’aggiornamento delle Norme Tecniche sulle costruzioni, il Sismabonus e tutta una normativa che si sta sviluppando in Consiglio Superiore va proprio nella direzione della salvaguardia del patrimonio esistente. Noi Geologi stiamo cercando di far comprendere che la messa in sicurezza del Paese non può prescindere dal contributo del Geologo e non si può produrre una normativa miope ovvero che guarda con attenzione solo l’involucro strutturale della costruzione. I recenti terremoti, conclude Nardone, hanno dimostrato che una costruzione può resistere bene all’urto del terremoto ma poi viene travolta da una frana piuttosto che fenomeni di liquefazione del terreno ecc… Quindi occorre richiamare l’attenzione sulla necessità di valutare le pericolosità geologiche sempre e comunque anche nelle valutazioni della sicurezza di un edificio perché il nostro Paese presenta un elevato rischio geologico e poter convivere con questi rischi significa conoscerli e saperli valutare.