Le nuove regole dell’Isee oltre a diventare un incubo per i pensionati e le famiglie monoreddito potrebbero tagliar fuori una fetta (sino al 20%) degli attuali beneficiari dei contributi pubblici per le politiche socio-assistenziali e di conseguenza le persone anziane. Di qui l’iniziativa della UIL Pensionati della Basilicata che, nell’ambito delle attività di approfondimento e formazione, ha tenuto oggi a Potenza un seminario di studio sulle linee guida per la contrattazione territoriale e il nuovo ISEE, che sono state illustrate da Luigi Veltro del Servizio Politiche Territoriali della UIL Nazionale.
Due le priorità, insistono i pensionati della Uil: contenere un effetto negativo delle nuove regole, migliorando se necessario i criteri rispetto agli standard minimi stabiliti a livello nazionale, e definire per gli utenti procedure chiare e quanto più possibile omogenee sul territorio, evitando pericolose sovrapposizioni tra la vecchia e la nuova normativa.
«Sarebbe infatti inaccettabile – afferma Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uilp – che le nuove regole determinassero un indebolimento del welfare, proprio nel momento in cui c’è bisogno di alzare al massimo le tutele e le protezioni per le fasce più deboli, duramente colpite dalla crisi e che è in atto uno sforzo particolare della Regione attraverso la continuità del Programma COPES in attesa di avviare quanto prima il Reddito di Inserimento. Bisogna evitare dunque che le Regioni tendano ad aggravare le proprie competenze istituzionali; che i Comuni tendano a incrementare i costi e conseguentemente limitare il più possibile all’utenza la compartecipazione alla spesa; chiedere (pretendere?), che l’ISEE, oltre ad essere uno strumento per l’accesso ai servizi e per misurare la capacità contributiva dell’utente, sia anche uno strumento vero di contrasto al fenomeno dell’evasione fiscale. Ancora – dice Tortorelli – a livello regionale, per dare coerenza all’impegno di contrasto alla povertà, è possibile (la norma lo consente), prevedere ulteriori parametri prettamente territoriali e sociali, al fine di rendere più equo l’ISEE anche per quelle famiglie monopersonali ormai sempre più numerose. Si tratta di apportare, con delle linee guida regionali in favore di un utilizzo più flessibile dell’ISEE, dei correttivi e di individuare un indicatore che a seconda del tipo delle prestazioni tenga conto di un modo diverso delle peculiarità familiari. In sostanza si tratta di far sì che l’accertamento dei “mezzi” possa essere diverso nel caso di un anziano che accede a una casa di riposo o RSA, rispetto a quello di un bambino che usufruisce del nido di infanzia. Inoltre le Regioni (anche i Comuni), per alcuni servizi, per i quali non sono stati definiti i livelli essenziali, possono prevedere accanto all’ISEE ulteriori parametri ci calcolo (ad esempio un’ulteriore correttore della scala equivalente, oppure un diverso modo di far pesare il reddito a seconda del grado di parentela ecc.). A livello comunale intendiamo aprire dei confronti con i Comuni per: adeguamento dei Regolamenti Comunali in materia di accesso ai servizi e agevolazioni tariffarie, che garantiscano l’universalità dell’accesso ai servizi e la presa in carico degli utenti; revisione delle Delibere Comunali che definiscono le soglie di compartecipazione alla spesa, in quanto, il rischio concreto è l’uscita di “persone deboli” dal sistema di protezione sociale; prevedere soglie di contribuzione improntate a criteri di progressività, ovvero prevedere un numero di fasce più alto in modo da distribuire il carico delle tariffe su più livelli reddituali; l’ISEE quale strumento “principe” per combattere l’evasione fiscale.