Reddito minimo di inserimento e misure in favore rilancio dell’economia le proposte dei capigruppo in Regione di Realtà Italia e Partito Socialista italiano.
Rivedere il sistema di welfare che dall’assistenzialismo si muova verso la promozione di lavori immediatamente destinati alla soddisfazione di bisogni sociali assoluti. E’ questo l’intento della proposta di legge “Reddito minimo di inserimento. Misure in favore dell’occupazione e del rilancio dell’economia” d’iniziativa dei consiglieri regionali Galante (Ri) e Pietrantuono (Psi).
“I bisogni sociali – spiegano Galante e Pietrantuono – sono i bisogni di comunità, ovvero bisogni che nascono dal sistema di relazioni autentiche e concrete che si esprimono non nello scambio o nell’uso reciproco, ma nell’essere insieme. Lavori prestati nella sfera della riproduzione sociale e della manutenzione dell’ambiente, della cura della persona, del decoro della città e della campagna, della cultura. Con il dettato normativo – aggiungono – si è voluto proporre un meccanismo che sotto la dicitura di ‘reddito minimo d’inserimento’ individui percorsi di attivazione di redditi da lavoro, offrendo un contributo al superamento dei Copes”.
“L’idea – proseguono di esponenti di Ri e Psi – è di costruire percorsi formativi e di impiego produttivo di soggetti svantaggiati appartenenti ad una platea ben individuata oltre che la possibilità di incentivare la formazione di cooperative sociali composte dagli stessi soggetti che in partenariato con soggetti pubblici possano porre in essere azioni in grado di soddisfare esigenze di pubblica utilità”.
Diciotto articoli tesi a individuare la platea di riferimento (disoccupati di lunga durata, i non percettori di ammortizzatori sociali e i soggetti in condizione di particolare fragilità sociale), i criteri per la definizione di priorità, i meccanismi di reinserimento lavorativo. Previsti partenariati pubblico-privato e la promozione della cooperazione sociale come soggetto in grado di dare forma al lavoro finalizzato ai bisogni sociali e la facilitazione incentivante al reinserimento nel mercato proponendo incentivi alle partita Iva e clausola sociale per gli affidamenti di lavori e servizi.
Forestazione, una pdl per il rilancio del settore. A proporla i consiglieri Pietrantuono (Psi) e Galante (Ri)
“Norme sul riordino ed il rilancio del settore forestale regionale” è il titolo della proposta di legge presentata dai consiglieri Francesco Pietrantuono (Psi) e Paolo Galante (Ri).
Programmazione delle attività, unitarietà delle politiche forestali, efficienza della spesa e destinazione produttiva delle risorse forestali, sono questi i principi su cui si basa il sistema forestale della Regione Basilicata proposto. “Principi guida – spiegano Pietrantuono e Galante – che portano più avanti le concezioni indicate nella legge regionale n.42/98, modificando e rivisitando gli istituti contenuti in quella legge, quali le linee-guida e il sistema di pianificazione centrati sui ‘piani di assestamento forestali’. Si tratta di un riposizionamento dei sistemi e della elaborazione e attuazione dei Piani che sono posti in capo ad una nuova entità, l’Agenzia agroforestale, assolutamente mancante nel sistema attuale che non pochi problemi pone nella certezza gestionale di una buona e moderna pianificazione forestale”.
“L’Agenzia agro-forestale regionale, che ha nella Regione e nelle istituente Unioni dei Comuni i cardini di mandato fondamentali – aggiungono i proponenti –, è uno strumento di collegamento tra l’elaborazione delle linee-guida e la loro tramutazione in Piani di assestamento forestali e in Piani di gestione comunali o intercomunali. Si tratta di una struttura dotata di un trust manageriale di elevata qualità che può assicurare apporti tecnico-operativi, interventi promozionali, azioni di sostegno lungo tutti i punti decisivi e critici dello ’schema di funzioni e di azione’ dell’agro-forestale. L’Agenzia – proseguono Pietrantuono e Galante – ha anche un compito di temporary agency centrato sulla definizione ed attuazione di un modello sperimentale di gestione dell’attuale offerta di lavoro forestale e di quel lavoro sociale o da reinserire che può essere coinvolto in progetti di politiche attive”.
“La proposta – concludono gli esponenti di Ri e Psi – contiene anche la ricerca dell’apporto di grandi privati capaci di investire e di mobilitare risorse nell’ambito agroforestale e dell’utilizzo energetico-produttivo del sistema forestale, a mezzo di appositi sistemi pubblici di ricerca del contraente, anche con la previsione di idonei incentivi. Questa operazione, replicabile nel tempo, prevede una clausola sociale di salvaguardia del lavoro in carico ai bacini di manodopera locale”.