Anche se ancora confinata nelle zone pugliesi, la complessa patologia Xylella fastidiosasi sta rivelando distruttiva verso gli oliveti, colpendoli indifferentemente alla loro coltivazione per produzioni familiari o specializzate, pertanto non si deve abbassare la guardia. Per questa ragione AGIA Basilicata e CIA – Agricoltori Lucani hanno invitato a Matera nell’incontro “Olio Futuro” esperti internazionali e locali per illustrare la pericolosità del batterio Xylella ad agricoltori, tecnici e associazioni culturali locali.
I saluti di Giuseppe Mecca, vicepresidente regionale AGIA, uniti a quelli di Giuseppe Stasi, Presidente provinciale di Matera, hanno preceduto l’introduzione congiunta fatta da Giuseppe Silvaggi per i periti agrari e da Carmelo Mennone per gli agronomi di Matera.
Il prof. Antonio Saltini ha ricordato il confronto millenario tra produzioni alimentari e patologie che si ritenevano senza scampo. I ricercatori Donato Boscia del IPSP – CNR ed Enza Dongiovanni del CRFSA “Basile Caramia” hanno portato le esperienze maturate in questi 5 anni di lotta al patogeno in Salento, contribuendo a rendere il quadro più chiaro sul pericoloso allargamento delle zone colpite dalla patologia e infondendo alcune piccole speranze per il contenimento e la futura gestione dell’ecosistema oliveto.
Nel contempo sono state divulgate le corrette pratiche di gestione dei terreni olivetati in caso di tempestiva segnalazione, assieme alla relazione di Vitantonio Fornarelli dell’Ufficio Fitosanitario di Basilicata sul monitoraggio costante che da 4 anni vede i funzionari impegnati, ribadendo inoltre che nel territorio lucano non c’è presenza della Xylella.
Le conclusioni affidate a Mauro Di Zio, vicepresidente nazionale CIA – Agricoltori Italiani, hanno confermato l’impegno della confederazione nella costante attenzione verso questa patologia distruttiva, riassumendo le posizioni espresse ai tavoli ministeriali. Ad esempio ricordando la proposta per la creazione di una cabina di regia ministeriale sull’emergenza causata da Xylella fastidiosa che coinvolga tutte le parti interessate, in primis le organizzazioni di categoria, che informi in modo certo e univoco tutti gli agricoltori e che coordini le istituzioni, in modo da poter garantire da subito i provvedimenti necessari. Mantenendo ben chiaro l’intento di porre in campo tutte le decisioni utili a frenare la fitopatologia, Di Zio ha ricordato anche le proposte di mantenere gli aiuti PAC accoppiati anche in caso di estirpazioni e di una misura straordinaria da riconoscere per gli olivi secolari e monumentali.
Per il vicepresidente Di Zio l’olio futuro si produce innanzitutto ammodernando i vecchi impianti olivicoli che nel 63% dei casi hanno più di 50 anni di vita. Modernizzare dunque valorizzando le potenzialità dell’olivicoltura italiana e meridionale che può contare sul 42% delle essenze-olive a livello mondiale (ben 538) ristrutturando contestualmente la filiera dell’olio dall’agricoltore al frantoiano sino all’ultimo anello della catena di vendita che è quello della grande distribuzione. Le Organizzazioni Professionali – ha detto – hanno compiti importanti da svolgere sia per mantenere alta la qualità dell’olio made in Italy che la remunerazione duramente attaccata dalla concorrenza sleale e dalla contraffazione. Di qui l’impegno e le proposte CIA e Agrinsieme sia quello di non lasciare da soli gli agricoltori che dovranno affrontare questa grave minaccia per l’agricoltura mediterranea, attraverso un piano agricolo di ammodernamento e sviluppo e anche grazie a seminari di aggiornamento tempestivi. Tutte queste azioni devono essere pensate e messe in campo con la coscienza che solo la fiducia nelle ricerche scientifiche e nelle attività su esse basate potrà essere d’aiuto per affrontare nel futuro questo e altri problemi.