Il presidente confederale regionale Nicola Minichino esprime il suo parere su quello che
«rappresenta un grave danno per l’olivicoltura italiana e della nostra regione in particolare».
«La proposta della Commissione Europea di voler autorizzare, fino al 2017, un ingresso
temporaneo supplementare di olio d’oliva tunisino nel mercato dell’Unione Europea, al fine di
sostenere la ripresa della Tunisia dall’attuale periodo di difficoltà, così come presentata
rappresenta un grave danno per l’olivicoltura italiana e della nostra regione in particolare,».
Lo afferma Nicola Minichino, presidente della COPAGRI BASILICATA, che interviene sulla
iniziativa comunitaria a favore del Paese maghrebino. «Secondo la proposta della Commissione
europea – continua il massimo dirigente lucano di Copagri – si andrebbero ad aggiungere 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino alle già 57 mila previste nel biennio 2016/201. Tutto ciò non può che avere degli effetti devastanti per un comparto che proviene da un periodo di produzione tra i peggiori per il settore olivicolo. Si tratta di un autentico “autogol” per la Commissione, che per aiutare l’economia tunisina sceglie di sacrificare le nostre produzioni, sottoponendole ad un confronto penalizzante. Per non parlare, poi, dell’altro altro fattore importante che è rappresentato dai costi di produzione, che per gli agricoltori italiani e lucani, sono largamente superiori a quelli tunisini, e dunque ciò non permette affatto una leale competizione sul prezzo del prodotto».
Il presidente Minichino, dunque, prende posizione e annuncia che «COPAGRI e le sue OP di
settore, sin da ora si batteranno per la modifica della proposta, cercando tutte le vie e varie
iniziative di lotta per tutelare i nostri imprenditori e i nostri consumatori. Chiederanno, inoltre, a tutti i nostri Europarlamentari di voler insieme tutelare la nostra produzione e la sua tipicità. È risaputo infatti che i produttori tunisini non hanno le nostre regole tese ad assicurare gli standard di qualità e di produzione europei, a tutela della qualità del prodotto e della salute dei consumatori».
Set 23