Potere al Popolo! Basilicata esprime vicinanza e solidarietà ai compagni di Jimmy Kumar, giovane operaio indiano di 24 anni che è morto dopo essere scivolato con il suo trattore in una vasca di liquami nella mattinata di lunedì 20 agosto in un terreno di un’azienda agricola in località Castelluccio del Principe, presso la frazione di Sant’Antonio Casalini nel territorio del Comune di Bella.
La Procura della Repubblica di Potenza ha aperto una indagine con l’ipotesi dei reati di infortunio e omicidio colposo sul lavoro. Il giovane era assunto per un’azienda agricola di Baragiano, e stava trascorrendo alcuni giorni di ferie. Le indagini dovranno quindi accertare le motivazioni che hanno portato il giovane a mettersi alla guida del trattore adibito al trasporto dei liquami da sversare in una vasca.
Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione da Potere al Popolo! Basilicata.
Per esperienza diretta noi di Potere al Popolo! Basilicata (precari, disoccupati, pensionati e studenti) sappiamo bene come il continuo ricatto della precarietà ci costringa a lavorare in silenzio, ad accettare la crescente pericolosità delle condizioni lavorative per la nostra salute, per la nostra stessa vita; e conosciamo fin troppo bene cosa possa significare vivere con la paura della ribellione cucita addosso, con la speranza sempre più evanescente del rinnovo contrattuale a fine mese, ma sappiamo altrettanto bene che in Italia le morti sul lavoro non sono “incidenti”, non sono “casualità”!
Sono 260 i morti sul lavoro da gennaio a maggio, e di questi almeno 6 sono lucani.
È una vera e propria strage, silenziosa, pianificata, voluta da politiche che negli anni hanno smantellato lo Statuto dei Lavoratori, disinvestito negli organismi di controllo e tutela, innalzato oltre ogni limite concepibile l’età pensionabile e precarizzato i contratti, il tutto con l’effimera protesta dei sindacati corporativi, fino a giungere allo stato attuale: un mondo del lavoro nel quale i grandi e piccoli padroni hanno sempre più possibilità di sfuggire ai controlli, e quando pure vengono sorpresi nell’illegalità, il calcolo costi – benefici li porta a preferire il pagamento della multa alla regolarizzazione dei contratti e delle condizioni di sicurezza sul posto di lavoro.
In caso di morte di un lavoratore, poi, essi possono fare affidamento su un sistema legale e giudiziario che sovente non applica pene severe, come ci si aspetterebbe nel caso di un omicidio.
Perché di omicidio si tratta, e non di “casualità” o “incidente”, perché non ci si ammala e non si muore sul lavoro per “fatalità”, ma perché così è orchestrato l’intero sistema.
A questo sistema, noi di Potere al Popolo! Basilicata diciamo basta e contro questo sistema continueremo a lottare per maggiori controlli e tutele, per l’abolizione del Jobs Act e la riduzione dell’età pensionabile!