La catena di morte dei lavoratori lucani non si spezza. Un operaio di 65 anni, Salvatore Briamonte, originario di Sant’Arcangelo, è l’ennesima vittima. E’ accaduto in un cantiere per la realizzazione della nuova tangenziale di Tirano (Sondrio), in Valtellina, una delle opere progettate nell’ambito dei giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026. Una morte orrenda. Dalle prime parziali ricostruzioni sarebbe rimasto incastrato nel macchinario per il trattamento del cemento. Si aggiunge ai due lavoratori morti a Calenzano in Toscana, a seguito dell’esplosione nel Centro Eni, e ad altri due che sono morti nei mesi di ottobre e novembre fuori regione rispettivamente in provincia di Terni e in un cantiere del Bolognese. Proprio oggi durante il Consiglio Regionale Uilm abbiamo ricordato le vittime di Calenzano e rilanciato la mobilitazione per la sicurezza dei lavoratori. Non possiamo e né vogliamo tenere il conto delle stragi sul lavoro. Adesso basta. La Premier Meloni assuma come priorità le morti bianche.
Operaio morto in Valtellina, Cavallo (Cisl): “Troppi lavoratori costretti a lavorare in età avanzata, urge riforma del sistema pensionistico”
«Mentre ancora piangiamo la vite spezzate nella strage di Calenzano, un’altra vittima lucana del lavoro si aggiunge al tragico elenco delle morti bianche. Questa volta le cronache parlano di un operaio di 65 anni che ha perso la vita in un cantiere della Valtellina. Un episodio che ripropone nel mondo più crudele l’ingiustizia di un sistema pensionistico che allunga la vita lavorativa oltre ogni limite sopportabile». È quanto ha dichiarato in serata il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo. «Saranno gli inquirenti ad accertare l’esatta dinamica di questo incidente e le relative responsabilità, ma come forza sindacale non possiamo rimanere in silenzio di fronte all’ennesima tragedia che colpisce un lavoratore e fa sprofondare nel dolore una famiglia e una comunità. Non è accettabile che tanti, troppi lavoratori siano costretti a lavorare in età avanzata, spesso con mansioni fisicamente logoranti e senza tutele adeguate al loro status anagrafico. La terribile escalation di questi giorni ci avverte che siamo di fronte ad una vera e propria emergenza infortuni che va affrontata con mezzi straordinari, tra i quali una revisione del sistema pensionistico che sollecitiamo da tempo e che non può più attendere. È nostro dovere come società fare tutto il possibile per garantire che nessuno debba più pagare con la vita il prezzo del troppo lavoro. Nell’esprimere il nostro profondo cordoglio alla famiglia della vittima – conclude Cavallo – assicuriamo il nostro impegno affinché tragedie come questa e come quelle che l’hanno preceduta non siano dimenticate, ma diventino occasione per un cambiamento concreto delle condizioni di lavoro nel nostro paese».
Operaio morto in Valtellina, intervento Carmine Ferrone (PD), vice presidente Provincia Potenza
Ancora un “omicidio bianco”. Perché le morti sul lavoro bisogna chiamarle per quello che sono, vale a dire “omicidi”. Un operaio di 65 anni, Salvatore Briamonte, di Sant’Arcangelo, è l’ennesima vittima. Il tributo di vite umane è pesantissimo: dall’inizio dell’anno sono 10 i lavoratori lucani che hanno perso la vita per portare a casa il salario. E come è accaduto per Briamonte, sono sempre più numerosi i nostri lavoratori che muiono fuori regione dove o sono in trasferta o trovano un lavoro fisso. Mettere fine a questa strage è una priorità. Lo deve diventare specie per il Governo. Esprimo vicinanza alla famiglia Briamonte e alla comunità di Sant’Arcangelo.