Dino Colangelo, presidente Ordine Geologi Basilicata: “Serve una nuova legge sulla difesa del territorio dal rischio sismico e non restyling della legge regionale 38/1997″. Di seguito la nota integrale.
La L.R. 38/97 riguardante le “Norme per l’esercizio delle funzioni regionali in materia di difesa del territorio dal rischio sismico” rappresenta oggi una legge superata e non più al passo con i tempi sia per le sopravvenute norme nazionali sia per il grado di conoscenza del territorio in termini di rischio sismico.
Sono diverse le criticità rilevabili dall’esame dei progetti e sulle costruzioni. Il controllo sul progetto tende ad accertare la corretta applicazione delle Norme Tecniche vigenti ed in particolare, la corretta qualificazione delle condizioni geomorfologiche e geotecniche del sito, l’idonea definizione dei livelli di scurezza per le opere in progetto, nonché l’idonea illustrazione di tutti gli elementi che qualificano la costruzione e le modalità di analisi e verifica della sicurezza. Le difficoltà che possono verificarsi nella fase di controllo del progetto sono molteplici e chiaramente da queste dipende la sicurezza degli abitati, delle infrastrutture e del territorio più in generale.
Non è sufficiente un mero restyling della L.R.38/97 per ridurre il rischio sismico sul territorio, c’è bisogno di una nuova legge, moderna e al passo con i tempi, con un regolamento attuativo chiaro ed esaustivo, che rappresenti il vero punto di forza di una Regione che in materia di “difesa del territorio dal rischio sismico” ha tanto ancora da fare. Gli studi di microzonazione sismica ne sono solo un esempio, apprezzabile lo sforzo per gli aggiornamenti al DPR 380/01 modificato dalla legge 156/2019 cd “sblocca cantieri” ma definire in Basilicata interventi di adeguamento o miglioramento sismico in zona 2 con ag compresi tra 0.15 e 0.20 “interventi di minore rilevanza” significa non tener conto della complessità geologica e del relativo rischio sismico che caratterizza buona parte del territorio regionale, pur tenendo conto delle “Disposizioni urgenti in materia di microzonazione sismica” L.R. n.9 del 7 giugno 2011 con la quale è stata definita la nuova classificazione sismica dei comuni lucani.
Dal punto di vista geologico, è necessario che le modifiche alla L.R. 38/97 tengano conto quantomeno di uno studio geologico redatto con tutta la cartografia e gli elaborati previsti dalla D.C.R. n.575/2009 prevedendo per tutte le opere la ricostruzione del modello geologico-tecnico supportato da adeguate indagini geognostiche con indicazioni del grado di affidabilità raggiunto in funzione della complessità geologica e geomorfologica dell’area e alla tipologia di opera prevista dal progetto, per la taratura del modello deve essere utilizzata almeno un’indagine di tipo diretto, prove geotecniche e/o rilievo geomeccanico.
Indispensabile inoltre, che l’utilizzo dell’approccio semplificato per la caratterizzazione sismica del sito sia adeguatamente motivato facendo riferimento al contesto geologico e all’opera in progetto e che sia accompagnato da una dichiarazione da parte del geologo che ne attesti l’applicabilità.
In questo contesto, gli studi di microzonazione sismica dovrebbero portare un grosso contributo nella valutazione della pericolosità sismica locale attraverso l’individuazione di zone del territorio caratterizzate da comportamento sismico omogeneo.
Purtroppo la Basilicata è fanalino di coda di questo programma nazionale per quanto riguarda lo stato di avanzamento degli studi rispetto alle altre regioni italiane. Da quattro anni è in fase di svolgimento la terza annualità, su sette previste, con fasi di ripresa e blocco delle attività che ad oggi non hanno ancora consentito la chiusura degli studi di livello 1 sui tre livelli di approfondimento previsti che consiste nella raccolta e nell’elaborazione di dati preesistenti allo scopo di suddividere il territorio in microzone con comportamento sismico qualitativamente omogeneo.
Occorre intervenire con azioni concrete e decise, bisogna pretendere sicurezza da chi ha il compito e la responsabilità della governance del territorio, abbiamo bisogno di una politica che sappia governare un territorio complesso come quello Lucano con la responsabilità di garantire, a chi vive il territorio, una migliore qualità della vita. Da tempo proponiamo e invochiamo un nuovo modello di Governance del nostro territorio che si basa su: rafforzamento degli uffici regionali che devono fare programmazione e controllo, ottimizzazione delle risorse umane ed economiche, aumento dei controlli, impiego delle libere professioni che sono preposte all’attuazione della programmazione regionale.