”Discriminatoria e penalizzante per gli effetti che avrà sul sistema scolastico della provincia di Matera: è la decisione che la Direzione scolastica della Basilicata intende realizzare nell’adeguamento degli organici per l’anno 2013-2014”. E’ quanto dichiarato in conferenza stampa dai segretari provinciali dei sindacati della scuola Eustachio Nicoletti (Flc Cgil), Giulia Arenella (Cisl Scuola), Antonio Mero (Uil scuola) e Lucia Fiore (Snals).
Organici dell’anno scolastico 2013-2014. Quali garanzie per il diritto all’istruzione e per la qualità dei servizi. Sono i temi affrontati dai sindacati per illustrare le conseguenze di ulteriori tagli che la Direzione Scolastica regionale intende realizzare nell’adeguamento dell’organico di diritto alla situazione di fatto dell’anno scolastico 2013/2014. “Con i tagli in arrivo – hanno illustrato i sindacati – il servizio scolastico continuerebbe a subire riduzioni eccessive, ingiuste, indiscriminate e, probabilmente, anche al di là delle pur discutibili norme ministeriali vigenti queste decisioni mortificano la scuola pubblica, tolgono risorse alla qualità della didattica e minano la stessa funzionalità del servizio, assestando un colpo mortale all’autonomia organizzativa delle stesse istituzioni scolastiche strette nella morsa dei tagli all’organico e dall’azzeramento dei fondi per il funzionamento didattico e amministrativo”.
Durante l’incontro i sindacati hanno annunciato che l’Ufficio Scolastico Provinciale intende dare seguito ad una diminuzione di ulteriori 205 posti a livello regionale (in particolare è previsto un taglio di 125 posti a Potenza e di 80 posti a Matera per quanto riguarda il personale docente.
In particolare la Direzione Scolastica Regionale ha imposto all’Ufficio Scolastico Provinciale di Matera una serie di provvedimenti: un intervento radicale per accorpare le classi autorizzate in organico di diritto; eliminare il tempo pieno e prolungato; diminuire le ore residue di inglese; individuare tutti i mezzi per recuperare ore, spezzoni e posti.
Eustachio Nicoletti di Flc-Cgil: “Un taglio del genere comporta la riduzione di classi, la trasformazione da tempo pieno a tempo normale e la riduzione di ore di lingua inglese nelle primarie che porrebbe Matera in una situazione inaccettabile. Viene meno la qualità della didattica e la sicurezza nelle classi. Tutto ciò a fronte della riduzione di soli 319 alunni nella provincia di Matera rispetto al dato regionale di 1600. Il ministero ha emanato la circolare sull’organico di fatto e la notizia del taglio di 250 posti è inaccettabile. Siamo preoccupati dal silenzio della Regione Basilicata che tra l’altro si prepara alle elezioni di novembre. Questo silenzio ci fa temere che il ridimensionamento sia solo rinviato e il prossimo anno ci si ritrovi con gli stessi problemi, come se non ci fosse l’interesse politico a risolverli realmente. Voglio ricordare che come sindacati siamo usciti all’unanimità dal Tavolo Tecnico. Bisogna trovare una quadra. E’ un decennio che cerchiamo di discutere seriamente su questa situazione del ridimensionamento senza mai riuscirci e la situazione si aggrava sempre di più”.
Lucia Fiore di Snals: “Su questa vicenda auspichiamo una politica di prospettiva per il futuro e non accettiamo di subire tagli che penalizzano alunni e personale della scuola. O rivediamo la questione della Regione Basilicata o Matera subirà questo taglio inevitabilmente. Sul ridimensionamento scolastico nel Materano alla Regione pensano in maniera ragionieristica e questi problemi non possono essere trattati in questi termini”.
Giulia Arenella di Cisl Scuola: “I tagli sono avvenuti anche sul sostegno, dove non esiste più il rapporto uno a uno. La vera parte lesa è l’alunno che viene a perdere l’assistenza. E’ un modo becero di gestire la scuola”.
Le organizzazioni dunque chiedono che il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale si assuma le proprie responsabilità e risponda alla necessità dio una scuola che non può abdicare al ruolo precipuo di sviluppo culturale del territorio. Meno scuola statale, sottolineano i sindacati, significa non solo meno democrazia, ma anche meno sviluppo sociale ed economico.
Carlo Abbatino
iniziamo a tagliare gli insegnanti di tutti i gradi FANNULLONI E INCAPACI di svolgere il lavoro per il quale sono pagati, che uccidono la scuola pubblica… iniziamo a falciarli tutti … forse rimarranno i più meritevoli per una scuola e un futuro migliore
Meno male che ci sei tu!!!