Osservatorio regionale sulla forestazione, Nardiello (Uila-Uil): “Programmiamo il futuro, investiamo con lungimiranza. Di seguito la nota integrale.
La forestazione non è un impiccio, un orpello poco gradito, un problema da risolvere per non creare dissapori soprattutto in prossimità di una competizione elettorale. Se si concepisce la forestazione secondo gli standard classici di un sud immaturo e non ancora pronto ad approcciare alle tematiche con lungimiranza, la convocazione dell’Osservatorio regionale sarà una semplice comparsata, buona solo per qualche selfie.
Se invece vogliamo ragionare sul futuro del comparto, dobbiamo andare oltre e guardare all’operatore forestale come ad un lavoratore che può fare la differenza. E può farla solo se si scommette sulla formazione della platea dei lavoratori forestali.
La Basilicata ha bisogno di figure professionali all’altezza delle sfide che l’Europa da tempo ci propone. Siamo sommersi in un immenso patrimonio boschivo, ma non abbiamo sviluppato alcun tipo di economia, legata alla filiera del legno, che sia minimamente competitiva con altre realtà nazionali e internazionali.
Non abbiamo le professionalità giuste nei posti appropriati. I forestali si interfacciano con le criticità che attanagliano il nostro territorio e spesso non hanno gli strumenti per essere propositivi. Il patrimonio boschivo presente in Basilicata è una miniera d’oro da tutelare, da conservare, da promuovere. Immaginare la forestazione come un primo passo per incentivare lo sviluppo di una filiera del legno competitiva, investendo sulla raccolta e la trasformazione del cippato, sulla promozione di una politica ambientale a impatto zero, sulla valorizzazione degli scarti della manutenzione boschiva utilizzabili per produrre energia, non è mera accademia o retorica ridondante.
Per mettere in piedi un sistema virtuoso, la politica deve pensare alla forestazione come a una risorsa su cui investire. E il turnover diviene un elemento imprescindibile: spendiamo circa 48milioni di euro ogni anno per tenere in piedi l’intero comparto e nel giro di un decennio la platea sarà ridimensionata dai pensionamenti. Cominceranno a mancare figure importanti e soprattutto esperte, senza che si provveda ad un ricambio generazionale. Ma il ricambio, se si intende farlo, dovrà prefigurare l’inserimento di figure professionali altamente specializzate.
Agronomi, biologi, dottori in scienze forestali, geologi, oltre alle operaie e agli operai da sempre impegnati nei cantieri con abnegazione e spirito di sacrificio, saranno punti di riferimento imprescindibili per un comparto strutturato e in grado di affrontare la scommessa del turismo, della rivoluzione energetica, delle politiche green che nel giro di un ventennio soppianteranno la concezione novecentesca di uno sfruttamento intensivo delle risorse naturali.
Da giorni campeggiano sui giornali le statistiche sull’inverno demografico lucano. La fuga delle migliori intelligenze dalla regione è un fenomeno davvero preoccupante. La forestazione, almeno per alcune figure professionali, potrebbe essere la risposta giusta. Siamo obbligati a guardare nella direzione del futuro: parlare di quello che faremo nei prossimi mesi è riduttivo, miope e francamente fuori luogo.
Redigiamo un piano decennale per la forestazione,prevediamo delle assunzioni che portino qualità all’interno del comparto, prospettiamo soluzioni e smettiamo di rincorrere le emergenze: investiamo su un progetto di sviluppo proteso verso le prossime generazioni e non rattrappito in vista delle prossime elezioni.