Il cittadino Antonio Raucci in una nota invita a firmare la petizione on line per favorire il pagamento del trattamento di fine rapporto ai lavoratori nel momento in cui si registra il licenziamento. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione
Grazie alla sensibilità e al bisogno di reagire alle ingiustizie dei cittadini la petizione ha raggiunto ad oggi 400 firme. Non siamo molto lontani dalle mille firme; a questo traguardo la petizione sarà consegnata ai destinatari e ne seguiremo poi lo sviluppo.
Rinnovo l’invito a firmare la petizione aggiungendo altre considerazioni su questo pasticcio all’italiana.
Non si tocca il diritto acquisito al vitalizio dei parlamentari, ai privilegi delle varie caste, non si pone freno allo spreco della risorsa pubblica, alla corruzione, all’evasione fiscale che minano il bilancio dello stato, mentre si mortifica il diritto acquisito dai lavoratori del pubblico impiego al trattamento di fine servizio dopo una vita lavorativa.
Rigettando il ricorso il giudice del lavoro di Matera ha ritenuto che non sussiste “la rilevanza e la non manifesta infondatezza delle questioni di legittimità costituzionale sollevate in merito all’art.2, comma 11, lett.a) n. 2 del D.L. n. 95/2012”, che rimanda il pagamento del TFS dei dipendenti delle province licenziati nel 2015 e collocati in pensione in deroga alla legge Fornero a quando matureranno i requisiti previsti dalla stessa legge, cioè fino a sei anni dopo il licenziamento.
A nulla è valso il richiamo della difesa a vari articoli della nostra Costituzione e della legge europea; a nulla è valso il richiamo alla sentenza della Corte Costituzionale n. 116 del 2013 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 18, comma 22-bis, del decreto-legge 6 luglio 2011,n. 98; l’articolo, dichiarato illegittimo, assoggettava i trattamenti pensionistici di importo superiore a 90.000 euri l’anno ad un contributo di perequazione pari al 5% della parte eccedente il predetto importo.
Anche a nulla è valso il richiamo alla sentenza della Corte Costituzionale n. 70 del 2015 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 24, comma 25, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201; questo comma bloccava la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il trattamento minimo Inps per gli anni 2012 e 2013 .
Dopo queste due sentenze l’INPS ha restituito ai pensionati le somme illegittimamente trattenute.
Il giudice del lavoro di Matera non ha ritenuto analogo il diritto al TFS dei lavoratori in questione al diritto rivendicato e ripristinato dalle due sentenze della Corte Costituzionale, creando così una evidente discriminazione fra categorie di persone di fronte agli stessi diritti acquisti, il TFS che matura per tutti i lavoratori al licenziamento, vanificando anni e anni di lotte e sacrifici per la conquista dei diritti dei lavoratori.
Antonio Raucci
Link per firmare la petizione:
https://www.change.org/p/petizione-diretta-al-ministro-del-lavoro-e-delle-politiche-sociali-ministro-della-giustizia-restituiteci-i-nostri-soldi-pagateci-il-tfs-al-licenziamento?recruiter=516247925&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink&utm_campaign=psf_combo_share_initial.undefined&utm_term=share_petition