Bruno Paolicelli, Presidente Comunicazione CNA Basilicata: “Rivedere i criteri per il bonus pubblicità ampliando la platea degli strumenti di comunicazione possibili da quelli più tradizionali a quelli più innovativi”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Anche nell’anno 2018 il Governo ha pensato di stimolare le aziende ad investire in pubblicità dando loro l’opportunità di recuperare parte dell’investimento con il credito di imposta.
Radio, carta stampata, testate giornalistiche on line e tv sono i mezzi da utilizzare per godere di tale agevolazione perché così è stato deciso dagli organi competenti, senza pensare che se questi strumenti di comunicazione stanno vivendo un calo di interesse da parte di investitori, dipende solo dallo scarso interesse ad investire in questi mezzi. L’evoluzione digitale ha creato strumenti per raggiungere i clienti ben più efficaci, facebook oppure google.
Purtroppo abbiamo un problema culturale. Quando i nostri imprenditori sono in difficoltà con i fatturati, la prima decisione che viene presa è quella di ridurre gli investimenti in comunicazione.
È un grave errore. Ma in prima battuta è la decisione più facile da prendere?
Ma da sola non basta.
Avendo vissuto sempre anni di prosperità i nostri artigiani o piccoli imprenditori non hanno mai avuto la capacità o l’intenzione di investire in formazione comunicativa.
I nostri occhi da clienti raramente vedono pubblicità in giro promossa dalle nostre piccole realtà imprenditoriali.
Si investe veramente poco e non credo proprio che un’azione forte come il credito di Imposta possa generare un fermento innovativo e rinnovativo dal punto di vista della comunicazione per i micro e piccoli imprenditori.
Esiste la necessità di sapere “COSA” comunicare ancor prima di sapere con quale strumento.
Occorre investire in formazione rivolta agli imprenditori per far conoscere l’importanza che il marketing offre, in qualunque realtà imprenditoriale.
E per dare corso a questa importante azione formativa Cna è pronta a fare la sua parte.
La maggior parte degli aiuti economici da parte delle istituzioni vengono destinate all’industria, ma il cuore pulsante dell’economia italiana si basa sulle piccole attività, sugli artigiani, sui commercianti che insieme rappresentano oltre 3.ooo.ooo di partite IVA.
I numeri parlano chiaro: milioni di partite iva di piccoli imprenditori, a presidio delle Città e dei territori soprattutto nelle aree interne più disagiate e svantaggiate, come nella nostra Basilicata.
Occorre destinare maggiori fondi di aiuto alle micro realtà perché sono i reali pilastri della nostra economia.