Paolo Fanti è stato rieletto oggi segretario generale della Flc Cgil di Potenza. Al centro del congresso, alla presenza del segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa, i rischi per l’istruzione derivanti dal progetto di autonomia differenziata del governo Meloni. “La Flc Cgil ha detto Fanti – ribadisce il proprio no a qualsiasi ipotesi di regionalizzazione della scuola e dell’istruzione ed è assolutamente contraria all’idea stessa di autonomia differenziata. Esistono prerogative di cittadinanza che devono essere garantite a tutti, nella loro pienezza di diritti costituzionali, a prescindere dalla regione in cui si vive: il diritto alla salute, il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione”. Fanti ha sottolineato come “proprio la recente crisi pandemica ci ha fatto comprendere come, in una società complessa, l’esercizio di alcuni diritti non sia indipendente dal funzionamento complessivo del sistema sociale ed economico. Abbiamo visto ad esempio, come nell’emergenza sanitaria il diritto allo studio fosse strettamente collegato al funzionamento del sistema dei trasporti. Questo significa che la semplice esclusione del sistema dell’istruzione da temi sottoposti al controllo regionale potrebbe non essere sufficiente a garantire equità ed eguaglianza nel diritto all’istruzione. Quest’ultima infatti – ha precisato – investe dimensioni non solo di carattere economico/finanziario, ma di organizzazione del sistema scolastico che impattano con la libertà di insegnamento dentro una visione strettamente legata all’idea stessa di unità nazionale”.
Il segretario ha ricordato in proposito la raccolta di firme avviata dalla Flc Cgil, insieme a Uil Scuola-RUA, a Gilda Unams e al Coordinamento per la Democrazia costituzionale sulla riforma del titolo V e contro la regionalizzazione del sistema di istruzione. Un riferimento, infine, al discorso sulla meritocrazia del nuovo ministro all’Istruzione, “terreno di scontro con le organizzazioni sindacali. Nostro compito – ha evidenziato Fanti – sarà non solo di contrastare una condizione di potere autoritario e discriminatorio, mascherato da indicatori oggettivi che selezioneranno i migliori, gli eccellenti per assunzioni, avanzamenti, incentivi e finanziamenti, ma anche contrapporsi al principio educativo, implicito nel modello neoliberista, della concorrenza e del mercato come riferimento culturale di ogni sistema, e da cui discendono l’idea di scuola – azienda, la valutazione competitiva, la retorica delle eccellenze, le competenze come capacità di prestazione e di esecuzione contrapposte alla competenza come capacità di usare l’intelligenza in un contesto non predeterminato, la torsione autoritaria della governance a danno delle autonomie educative funzionali del nostro ordinamento”. Quanto ai lavoratori della scuola, sono due le priorità della Flc Cgil: “Il salario – ha concluso Fanti – e la capacità di sviluppare politiche di riunificazione del lavoro, con l’obiettivo di proseguire e rafforzare l’inclusione e la diminuzione del ricorso a forme di lavoro precario”.
“La prima azione reale da fare per ricostruire le condizioni democratiche di giustizia sociale – ha aggiunto Angelo Summa – è prendere le risorse dove ci sono. La manovra del governo Meloni è una manovra sbagliata, iniqua e regressiva. Se il governo avesse messo mani al fisco giusto, in un paese che ha 26 miliardi di evasione fiscale, se avesse tassato gli extraprofitti, tassando al 100% e non al 50% chi si è arricchito con il costo energetico a danni d’imprese e famiglie, avrebbe prodotto un’entrata complessiva di oltre 20 miliardi. Anziché avere 35 miliardi di legge di bilancio, ne avremmo potuti avere 60, da indirizzare a scelte di politica economica diverse, che vanno nella direzione dei lavoratori e dei pensionati, della scuola e della sanità”.