Nel giorno in cui il parlamento vota la legge anti corruzione, i sindaci
delle aree rurali denunciano di essere costretti a fare falso in
bilancio da una legge dello stato o ad essere commissariati.
Nel giorno in cui il Parlamento approva la legge sul falso in bilancio,
i sindaci e le comunità rurali lanciano l’urlo d’allarme “Per via della
legge sull’IMU agricola migliaia di Comuni italiani (ameno 3.500)
saranno costretti a commettere in massa il falso in bilancio o a farsi
commissariare”.
Lo ha ripetuto e spiegato a gran voce la delegazione del Coordinamento
Nazionale NO IMU che ha tenuto incontri in Parlamento con la
Vicepresidente della Camera On.le Marina Sereni e con i rappresentanti
delle Forze Politiche prima della manifestazione in P.zza Montecitorio
al cui interno si è tenuto il Consiglio Comunale aperto di Gravina di
Puglia.
Diversi i parlamentari presenti all’incontro, fra di loro: Antonio
Placido, Daniele Farina e Arturo Scotto (Sel); Giuseppe L’Abbate (5
stelle) Cosimo Latronico e Rocco Palese (Forza Italia); Nicodemo
Oliviero, Maria Antezza, Gianni Farina, Colomba Mongiello (PD). Diversi
i parlamentari e i rappresentanti di forze politiche che sono venuti
direttamente in P.zza Montecitorio all’iniziativa di mobilitazione, fra
di loro: i rappresentanti di Azione Civile, del PRC, l’On.le Rampelli
per Fratelli d’Italia, l’On.le Massimiliano Bernini del M5S, i Senatori
Campanella (Misto), Petrocelli (M5S), Centinaio (LegaNord)-
Nell’invìcontro alla Camera, ai parlamentari la delegazione di sindaci e
agricoltori coordinata da Gianni Fabbris (coordinatore di
Altragricoltura) e dal Sindaco di Gravina di Puglia Alesio Valente ,
dopo aver illustrato le proposte del movimento per porre rimedio agli
effetti disastrosi della norma voluta dal Governo sull’IMU agricola, ha
sottolineato il paradosso in cui si troveranno i sindaci già nella fase
di approvazione dei bilanci preventivi: ai comuni rurali cui sono state
già sottratte dallo stato somme ingenti (circa 300 milioni) ed altre
saranno sottratte sulla base della previsione che questa tassa dovrebbe
produrre un gettito che, in realtà, sarà notevolmente inferiore sia
perché cittadini proprietari di terre e agricoltori non ce la faranno a
pagare sia perché i calcoli su cui si è realizzata la stima sono
palesemente sbagliati.
Questo indurrà, inevitabilmente, i sindaci ad una scelta fra il
dichiarare un falso approvando in virtù di una legge dello Stato un
bilancio con voci in entrata che non incasseranno mai (dunque false) o
a farsi commissariare.
E’ solo una delle distorsioni e profonde ingiustizie che si stanno
determinando nelle aree rurali e fra i 3.500 comuni coinvolti dalla
nuova norma sull’IMU agricola che colpisce i Comuni, i sindaci e le
aziende agricole ed è per questo che ieri i Sindaci e i rappresentanti
di 32 comuni di Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Lazio e Campania
si sono riuniti in P.zza Montecitorio nel Consiglio Comunale convocato
dal Comune di Gravina di Puglia per lanciare l’appello alla
mobilitazione e sostenere le ragioni dell’unità delle proprie comunità.
Co loro una parte importante delle loro comunità con una forte presenza
da Puglia e Basilicata (epicentro nelle settimane scorse di una vasta
mobilitazione popolare) da cui sono partiti sei autobus e da diversi
centri del Lazio, dell’Abruzzo, della Sicilia, della Sardegna e della
Campania che alla fine del Consiglio comunale, nel primo pomeriggio, ha
votato all’unanimità per alzata di mano il documento e le proposte di
iniziativa assunto come deliberato finale dell’incontro.
Parte cosi una campagna di mobilitazione nazionale di informazione sui
guasti che la norma sta producendo fra le comunità delle aree rurali e
di mobilitazioni la cui agenda prevede due prime iniziative: l’appello a
tutti i 3.500 comuni italiani per tenere (possibilmente fra i giorni 9 e
10 giugno) consigli comunali straordinari e aperti che discutano e
adottino lo stesso ordine del giorno rivolto al governo con le richieste
adottate all’unanimità dall’assemblea davanti a Montecitorio e per una
nuova manifestazione a ridosso delle due date del 16 e 17 giugno.
Il 16 giugno scade la rata di anticipo del 2015 per l’IMU agricola (il
movimento ne chiede l’immediata sospensione) e il 17 giugno il TAR del
Lazio prenderà in esame le centinaia di ricorsi (400 circa) presentati
da Comuni e Anci Regionali) cui si stanno aggiungendo quelli di diverse
associazioni.
Nel mentre sono in corso i contatti per organizzare l’incontro con la
struttura della Presidenza del Consiglio dopo che nei giorni scorsi il
Coordinamento NOIMU aveva incontrato il Sottosegretario alle finanze
Zambetti che ha la delega del Governo, il movimento si prepara alla
nuova fase di mobilitazione nazionale forte della prova importante messa
in campo nella giornata del 21 davanti a Montecitorio e dell’unità che
sta riuscendo a realizzare.
Per la prima volta da decenni un movimento di base attivo nelle aree
rurali italiane riesce a tenere insieme in una forte iniziativa comune i
Sindaci, i cittadini e gli agricoltori. “La nostra non è una battaglia
contro le tasse” ha ribadito ieri Gianni Fabbris portavoce del movimento
Riscatto “ma è una mobilitazione per il Riscatto e la dignità delle
comunità rurali e per chiedere alla politica la responsabilità che si
deve ad una parte tanto delicata e importante per le sorti del Paese e
la sua Sovranità”.
La classe dirigente è avvisata: è il momento delle risposte alla crisi
delle aree rurali e il primo gesto di responsabilità è quello di
ritirare il provvedimento sull’IMU agricola.
In allegato il documento approvato dal Consiglio Comunale aperto e parte
del dispositivo che verrà proposto dall’appello ai 3.500 comuni italiani
ed alle loro comunità.