Riportiamo di seguito il testo di una lettera aperta del sito Reforming.it che intende richiamare l’attenzione delle Istituzioni competenti e della società civile sui lavori di profonda modifica dei luoghi che stanno interessando il plateau murgiano prospiciente gli storici Rioni Sassi della Città di Matera, Patrimonio dell’Umanità sotto l’egida dell’UNESCO e già Capitale europea della cultura nell’anno 2019.
In molte altre occasioni Reforming ha affrontato tematiche all’incrocio tra storia, cultura, economia e sviluppo, ma questa volta l’oggetto è molto specifico.
Riguarda un luogo in particolare: la Città di Matera.
E non è, come abitualmente, un lavoro di analisi, ma una lettera aperta per richiamare attenzione sugli interventi in corso di svolgimento nell’area della Murgia direttamente prospiciente gli storici Rioni dei Sassi.
Si tratta di un’area parte integrante del sito che anni fa fu iscritto nella lista dei Patrimoni dell’Umanità.
Non è facile trovare equilibrio tra la preservazione dei luoghi e il richiamo e la soddisfazione di quei flussi di visitatori di cui l’economia ha bisogno soprattutto in frangenti di crisi come quelli che stiamo vivendo, ma è un dovere non eludibile.
Uno sforzo necessario non solo per conservare testimonianze, valori, bellezza, emozioni a beneficio di tutti e delle generazioni venture, ma anche per dare basi solide e durature a quegli stessi percorsi di sviluppo economico che possono innestarsi sulla ricchezza ereditata dalle diverse civiltà dell’uomo che ci hanno preceduto.
Più di qualcosa suggerisce che questa lettera aperta, pur riferita a un territorio specifico e a delle condizioni precisamente localizzate, sia tutt’altro che estranea al più ampio dibattito, che si sta svolgendo in queste settimane, sulle vie di sviluppo del Mezzogiorno e sulle modalità migliori di impiego delle risorse del Recovery Fund.
Di seguito il testo integrale
C.A. Commissione UNESCO per l’Italia
e Ufficio UNESCO presso MIBATC
e, p.c., dott.ssa Silvia Merli
(Patrimonio Mondiale, Riserve MAB e Club e Associazioni per l’Unesco)
e dott. Matteo Paoletti
(Patrimonio Immateriale, Geoparchi e Cattedre Unesco)
e dott. Domenico Bennardi
(Sindaco di Matera)
Oggetto: Lettera aperta – Verifiche urgenti per la tutela del patrimonio archeologico, culturale, artistico, naturalistico dell’Area Murgiana prospiciente i Rioni Sassi della Città di Matera, parte integrante del sito iscritto alla lista dei Patrimoni dell’Umanità sotto l’alta tutela dell’UNESCO
Spettabile Commissione UNESCO presso il Ministero degli esteri italiano,
Spettabile Rappresentanza UNESCO presso il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo,
Si ritiene necessario riportare a codesti Uffici quanto sta accadendo sul plateau murgiano direttamente prospiciente gli antichi quartieri dei Sassi di Matera.
-In premessa-
Si tratta di un’area sotto doppia tutela: sia quella del “Parco archeologico storico naturale delle Chiese rupestri del Materano” (o Parco della Murgia) istituito dalla Regione Basilicata nel 1990, sia quella dell’UNESCO che dal 2007 la ha accorpata ai Sassi in una definizione onnicomprensiva di sito Patrimonio dell’Umanità. Questa estensione è stata necessaria perché i Sassi si sono sempre collocati, sin dalla notte dei tempi, in stretta corrispondenza con il dirimpettaio territorio murgiano e la grande forra del torrente Gravina che scorre di mezzo, formando un unico habitat biologico e culturale per le comunità che qui si sono avvicendate nei millenni e un ecosistema integrato uomo-natura sul filo di sottili equilibri rimasti intatti dalla preistoria a noi.
È esattamente il valore di queste antiche radici, rinnovate nel tempo dalla spontanea misurata azione dell’uomo, che è stato riconosciuto dall’UNESCO. Si legge, infatti, nella descrizione consultabile sul sito web istituzionale dell’UNESCO: “This is the most outstanding, intact example of a troglodyte settlement in the Mediterranean region, perfectly adapted to its terrain and ecosystem. The first inhabited zone dates from the Palaeolithic, while later settlements illustrate a number of significant stages in human history. Matera is in the southern region of Basilicata”. Dove, al centro della valutazione, campeggia la caratteristica di perfetto adattamento al terreno e all’ecosistema.
Ma l’importanza di non separare i Sassi dal contesto murgiano emerge chiaramente delle tre motivazioni specifiche sulla cui base Matera è stata iscritta nella lista dei Patrimoni dell’Umanità: “1) Matera’s I Sassi and park represent an outstanding example of a rock-cut settlement, adapted perfectly to its geomorphologic setting and its ecosystem and exhibiting continuity over more than two millennia”; 2) “The town and park constitute an outstanding example of an architectural ensemble State of Conservation of World Heritage Properties in Europe SECTION II and landscape illustrating a number of significant stages in human history”; 3) “The town and park represent an outstanding example of a traditional human settlement and land-use showing the evolution of a culture which has maintained over time a harmonious relationship with its natural environment”.
Ancora una volta si cita il Parco della Murgia, parte integrante dell’habitat dei Sassi, rispetto al quale i nostri progenitori hanno costruito e mantenuto un costante rapporto di intimo adattamento e scambio e di cui bisogna conservare i tratti salienti di integrità e autenticità. Sono precisamente queste le due qualità distintive sottolineate dall’UNESCO: integrity e authenticity.
Infine, all’interno della parte del sito web istituzione dedicato a Matera, l’UNESCO cita due degli interventi legislativi più importanti adottati negli ultimi tempi per il recupero e la valorizzazione dei Sassi e del loro contesto murgiano. Si tratta della Legge speciale n. 771/1986, il cui obiettivo era quello di portare a conclusione un processo complesso e lungo avviato dalla prima Legge speciale che ha riguardato i Sassi in età repubblicana, la n. 619/1952 che ne dispose lo sfollamento e indirizzò gli abitanti verso le nuove borgate. “The special Law 771 led to the establishment of a management plan between private and public parties to ensure the architectural, urban, environmental and economical conservation of the ancient Sassi districts and to safeguard the Murgia highland plateau”. Anche qui la salvaguardia dei Sassi è non scindibile, anzi viene vista tutt’uno, con quella del loro involucro murgiano.
L’altro intervento è la già menzionata Legge regionale n. 11/1990, di creazione del “Parco archeologico storico naturale delle Chiese rupestri del Materano” (o Parco della Murgia). Molto apprezzata anche dall’UNESCO che così la commenta come fosse un completamento fisiologico del riconoscimento già avvenuto anni prima con l’iscrizione dei Sassi tra i Patrimoni dell’Umanità: “This institution provides protection for some 6,500 ha to effectively protect the natural open space and archaeological sites of the Murgia, including the recovery and valorization of areas of prehistoric and historic archaeology. This law further provides for the protection, conservation, safeguarding, valorization and management of the rupestrian habitat, of the natural ecosystems, biotic communities and their habitat, biotypes and the relevant geological, geomorphologic and speleological formations, watercourses and related hydrological systems”.
È forse il passaggio più bello e pregnante rinvenibile sulle pagine web dell’UNESCO dedicate a Matera, perché se ne mette in evidenza l’aspetto raro di concentrare, in un’area ristretta a cavallo della forra del torrente Gravina, rocce e grotte formatesi durante ere geologiche, testimonianze archeologiche (preistoriche e storiche) di comunità che su queste rocce e in queste grotte hanno vissuto, in un contesto di un vero proprio ecosistema con accesso all’acqua, rimasto vitale dalla notte dei tempi e nel quale l’uomo si è sempre collocato in maniera sostenibile, non come protagonista dominatore ma come tassello di equilibri minuziosi da non alterare nei passaggi generazionali. E anzi da ammirare, potremmo dire oggi noi di fronte alle sfide ambientali del nostro tempo. “Fra la gariga e la macchia mediterranea, nei boschetti residui di roverella e di fragno, si nasconde, oltre all’interessante flora rupestre, una fauna ricca e pittoresca” (si legge sul sito web istituzionale del Parco della Murgia).
-Lavori e movimentazioni inerti in corso a fine 2020-
È avendo in bene in mente questa rarità, che mette assieme le motivazioni per l’iscrizione tra i Patrimoni dell’Umanità e quelle per l’istituzione del Parco della Murgia, che con molta preoccupazione si sta assistendo, da diversi mesi ormai, a una serie di lavori che interessano sia il plateau della Murgia prospiciente i Sassi sia il primo tratto della parete della forra degradante verso il torrente Gravina. Si tratta di lavori di movimentazione inerti, costruzione di muretti e cordoli in pietra, apertura di vie di accesso e di sentieri in terra battuta, allargamento di zone di sosta, posizionamento di lunghe passerelle e balaustre e, da ultimo, collocazione, proprio sul limitare tra il plateau e l’inizio della forra, di appariscenti panchine dotate di spalliere di protezione. I lavori sono condotti anche ricorrendo a mezzi pesanti come furgoni, camion, pale meccaniche ed escavatori. A dimostrazione di tutto ciò, come allegato a questa lettera, si propongono alcuni scatti fotografici, tra i tanti che in questi giorni di fine 2020 e inizio 2021 stanno circolando all’interno della comunità materana che inizia a interrogarsi sulla reale utilità e soprattutto sui potenziali danni che possono scaturire per le singole vestigia (tracce della presenza dell’uomo su un orizzonte di tempo lunghissimo, antiche sepolture, chiese rupestri) e per l’ecosistema murgiano nel suo complesso.
I materiali, i mezzi, il tipo di opere, il tipo di manodopera, l’ampiezza degli interventi, la natura di definitiva alterazione dei luoghi intuibile in monte delle opere, tutto farebbe pensare o a lavori di sistemazione di un giardino o di una pubblica piazza non soggetta a particolari vincoli, oppure alla creazione di un parco “avventura” come ne stanno nascendo anche in Italia (ma non nel cuore di Patrimoni dell’Umanità!) sull’esempio di esperienze nord-europee, oppure, in alcuni punti, a lavori straordinari di compattamento di terreni franosi e di messa in sicurezza di carreggiate di montagna. Le panchine design, alcune delle quali già sistemate fronte Sassi, potrebbero, per dimensioni e corredo di spalliera e piantana, tranquillamente svolgere la loro funzione nei parchi che circondano le grandi sale per i banchetti matrimoniali o su qualche lungomare.
Insomma, più o meno consapevole che sia, si percepisce un progetto di fondo di standardizzazione, di adattamento alle più ampie finalità di svago e di ricreazione, e di commercializzazione del tutto incompatibile con gli sforzi di conservare e valorizzare ricchezza e bellezza archeologica, storica, naturalistica e paesaggistica. Del tutto incompatibile con la sensibilità e le attenzioni con cui si dovrebbe vegliare su un Patrimonio dell’Umanità, anche quando, anzi soprattutto quando, lo si renda giustamente fruibile a tutti. Non è facile trovare equilibrio tra la preservazione dei luoghi e il richiamo e la soddisfazione di quei flussi di visitatori di cui l’economia della Città ha bisogno, ma i lavori in corso sulla Murgia sembrano eludere alla radice questa necessità.
-Richiesta di verifiche-
Alla luce di quanto sopra sintetizzato, si scrive perché codesti Uffici possano valutare di:
– Chiedere dettagliate spiegazioni al Comune di Matera e alle altre Istituzioni coinvolte nella amministrazione dei Sassi e dell’area murgiana;
– Chiedere la immediata sospensione in via cautelativa di ogni nuovo lavoro nell’area murgiana prospiciente i Sassi, sino alla piena chiarificazione dei fatti;
– Inviare una missione in situ per confrontare lo stato dei luoghi rispetto agli obblighi e agli obiettivi di cui una Città Patrimonio dell’UNESCO, e già Capitale europea della cultura per il 2019, deve sentirsi assegnataria.
Si ritiene non sarebbe risolutiva una semplice verifica formale, di regolare ottenimento di permessi e autorizzazioni. Non si dubita, infatti, della correttezza procedurale di quanto sta accadendo. Si teme che, pur nella pienezza della legalità, vengano profondamente intaccate integrità e autenticità dei Sassi e del loro universo murgiano. C’è urgenza, perché lavori e movimentazioni sono in pieno corso.
Grazie per ogni attenzione, vive cordialità e auspici per l’anno nuovo,