Niente fondi per gli alluvionati di Puglia e Basilicata: è questa la decisione inserita nella Legge di Stabilità e pertanto riparte la mobilitazione del Comitato Terre Joniche. Sabato 5 gennaio 2013 alle ore 10 presso il Bar 77 di Marina di Ginosa è in programma una conferenza stampa per illustrare l’azione di protesta che partirà nel pomeriggio a partire dalle ore 18 a Metaponto con l’assemblea del Comitato convocata presso l’Hotel San Marco, sulla statale 175 di collegamento Matera – Metaponto.
Il parlamento ha approvato nell’ultima legge di stabilità la norma che finanzia con oltre 100 milioni di Euro i territori e le comunità colpite dalle alluvioni. Tutti i territori sono stati finanziati tranne le regioni Puglia e la Basilicata. E’ una vergogna ed un’offesa per gli agricoltori di Puglia e Basilicata e il Comitato Terre Jonico chiede conto di quanto avvenuto a Roma ai 13 parlamentari lucani, ai 56 parlamentari pugliesi ed alle forze politiche che avrebbero dovuto tutelare gli interessi dei cittadini e del territorio. Il Comitato TerreJoniche precisa che riprende la mobilitazione: “Gli impegni assunti con le comunità e il territorio li rispettiamo e insieme sapremo scongiurare anche questa ennesima offesa”.
Comitato Terre Joniche e Altragricoltura dopo aver convocato una conferenza stampa in piazza Vittorio Veneto per sollecitare il pagamento dei contributi agli agricoltori danneggiati dall’alluvione di marzo 2011 il Parlamento confeziona un “bel regalo” per il mondo agricolo di Puglia e Basilicata. La beffa è raccontata nella nota che riportiamo integralmente.
Ieri pomeriggio, stavamo per spedire due delle tre lettere che abbiamo annunciato in conferenza stampa a Matera: quella al Presidente De Filippo per chiedere un incontro urgente del tavolo e definire la soluzione dei problemi aperti e quella ai parlamentari eletti in Basilicata per valutare con loro come andare avanti nel percorso di individuazione delle risorse ulteriori necessarie (che noi stimiamo in circa 50 milioni di Euro per risolvere i problemi aperti sul territorio alluvionato e per i risarcimenti danni) e stavamo per prepa5rare la conferenza stampa in Puglia per annunciare le prossime mosse del Comitato. Ma ci siamo fermati.
Abbiamo ricevuto una telefonata da Roma e abbiamo letto con incredulità l’ultima Gazzetta Ufficiale pubblicata: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilita’ 2013). In particolare abbiamo letto il comma 290 dell’articolo 1 (che alleghiamo).
Scopriamo, così, un emendamento dell’ultima ora (di quelli che si realizzano con tutti i parlamentari che si precipitano a perorare le ragioni del proprio elettorato e ad infilare tutto quello che è possibile) ha integrato il fondo a disposizione degli interventi per le alluvioni di oltre cento milioni di Euro per i prossimi tre anni. Bene, dunque? Poi abbiamo letto a quali territori vengono destinati gli interventi:
….. per realizzare interventi in conto capitale nei territori colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi dal dicembre 2009 al gennaio 2010 in Liguria e in Toscana, dagli eventi alluvionali verificatisi dal 31, ottobre al 2 novembre 2010 in Veneto, dalle eccezionali avversita’ atmosferiche verificatesi nei mesi di febbraio e di marzo 2011 e il giorno 22 novembre. 2011 nel territorio della provincia di Messina, dagli eventi alluvionali verificatisi nel marzo 2011 nelle Marche, dalle eccezionali precipitazioni nevose verificatesi nel febbraio 2012 nelle Marche e nell’Emilia-Romagna, nonche’ dal sisma verificatosi il 26 ottobre 2012 in Calabria e Basilicata e dagli eventi alluvionali verificatisi in Piemonte nel marzo e nel novembre 2011, ed in Toscana ed in Umbria nel novembre 2012….
Dunque l’alluvione di Puglia e Basilicata del Marzo 2011 (che è richiamata per le Marche) semplicemente scompare, non c’è. Una beffa clamorosa contro cui gridiamo tutta la nostra indignazione. Ieri ci chiedevamo come reperire le risorse necessarie a risolvere i problemi ancora aperti e indicavamo nella strada già tracciata, quella utile: il Parlamento ci metta una parte e la Regione un’altra. Del resto così abbiamo ottenuto i primi risultati: 7 milioni dal Parlamento e 8,5 dalla Regione Basilicata prima 3 milioni dal Parlamento e 1,6 per la Puglia poi.
Questa avrebbe dovuto essere la strada cui avremmo voluto chiamare tutti a lavorare fidando sull’interesse ed il coinvolgimento di tutti. Evidentemente, però, così non è: dobbiamo prendere atto che se i cittadini non premono tutti i giorni (con o senza i forconi) le istituzioni, c’è sempre qualcosa di più importante da fare e, dunque, accade (ancora una volta) che Puglia e Basilicata sono “dimenticati” dai provvedimenti e che, ancora una volta, i cittadini dovranno farsi carico dell’ennesima fase di mobilitazione e di sacrificio perchè sia ristabilito quello che è dovuto.
NON LO PERMETTEREMO.
Gianni Fabbris a nome del Comitato per la Difesa delle Terre Joniche ha dichiarato: “Il Governo ha trenta giorni per adottare il decreto attuativo: i due presidenti delle regioni si facciano sentire immediatamente perchè sia corretto ciò che il parlamento non ha saputo fare.
Chiediamo un incontro urgente con il Commissario De Filippo che, oggi più di ieri si impone, ed un incontro altrettanto urgente con il Presidente Vendola. Domani saremo a Potenza per avere risposte dal Presidente della Regione Basilicata ed oggi stesso ci muoviamo per fare lo stesso con il Presidente Vendola di cui daremo conto nei prossimi giorni nella Conferenza stampa che faremo a Taranto.
Chiediamo anche un incontro urgente ai segretari di tutte le forze politiche: i loro candidati dovranno chiedere il voto, noi stiamo preparando i manifesti con cui saremo comunque presenti in questa campagna elettorale. Ci sarà pubblicato il testo della legge con cui la Puglia e la Basilicata sono privati delle risorse per risolvere le alluvioni di Marzo e i nomi e le sigle politiche di chi li ha votati.”
Gianni Fabbris, Comitato Terre Joniche e Altragricoltura
Da troppo tempo l’agricoltura lucana “aspetta” disgrazie (visto che i fondi europei sono finiti) per avere soldi, visto che di guadagnare dalla vendita dei prodotti (e dalla loro promozione) non se ne parla nemmeno. I contadini lucani sono sempre pronti a frignare per avere il più possibile anche per un chicco di grandine, dimenticando che dovrebbero vivere dei prodotti della loro terra dalla loro vendita, invece che di sussidi, contributi a fondo perduto ecc. La festa è finita!