Nel documento “Patto per la Basilicata 2019”, le proposte della Coldiretti di Basilicata al Governo Regionale, un capitolo importante è stato dedicato alle problematiche ed al disagio che i pensionati e le fasce più deboli del nostro tessuto sociale stanno affrontando nella nostra Regione. “Un capitolo” ha affermato Leonardo Gorgoglione, Presidente dell’Associazione Regionale Pensionati della Coldiretti di Basilicata “contenente indicazioni e proposte che saranno portate all’attenzione del Governo Regionale nei prossimi giorni sperando che possano contribuire a realizzare finalmente un Welfare equo e solidale per tutti i cittadini della nostra Regione”.
Con la perdurante crisi è aumentato il disagio sociale e si è allargata la fascia della popolazione a rischio indigenza, nella quale rientra una larga parte di pensionati, e anche il welfare sta cambiando, con il passaggio a pagamento di molti servizi con conseguente aggravio sui cittadini di oneri che prima non avevano.
In Basilicata ci sono circa 30.000 pensionati coltivatori diretti con pensioni inferiori o integrate al minimo di 500 euro al mese che stanno vivendo un periodo estremamente difficile ma che, nonostante questo, contribuiscono in misura determinante al sostegno delle famiglie. Non soltanto nel ruolo dei nonni, ma i coltivatori pensionati sono una risorsa per la società, sono impegnati nel presidio territoriale nelle aree rurali e sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali, economiche e di solidarietà, dalle fattorie didattiche per insegnare i segreti della campagna ai più piccoli, ai tutor dell’orto nelle città fino ai progetti di integrazione dei soggetti più deboli.
La famiglia lucana è diventata il nuovo Welfare. Spesso considerata superata si sta dimostrando, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini (due giovani su 3 vivono in famiglia – 65,8% e la stragrande maggioranza degli stessi è disoccupata).
La presenza degli anziani all’interno della famiglia in generale e di quella agricola in particolare, è stata considerata come una forma arcaica da superare mentre con la crisi si sta dimostrando fondamentale per affrontare le difficoltà economiche e sociali di molti cittadini. La solidarietà tra generazioni sulla quale si fonda l’impresa familiare è un modello vincente.
Mai come ore si rende necessario avere una visione complessiva e concreta dei problemi e che, se da una parte occorrono interventi di stimolo nei confronti delle imprese, dall’altra è indispensabile salvaguardare i redditi delle famiglie e il tessuto sociale. Per queste ragioni abbiamo formulato all’Ente Regione alcune nostre proposte:
– privatizzazione di alcuni servizi sociali di prossimità sul territorio realizzabili dal sistema diffuso delle imprese agricole in piena applicazione del principio di sussidiarietà;
– riconoscimento dei pensionati e delle famiglie che operano e vivono in campagna quale tessuto sociale garante di una legalità diffusa, di una nuova inclusione sociale e di prevenzione della criminalità;
– piano di investimento per la realizzazione di infrastrutture e sostegno alle reti telematiche;
– favorire la permanenza dell’anziano nel proprio ambiente familiare, garantendo l’assegno di cura e l’eventuale integrazione con i servizi socio sanitari pubblici dell’assistenza domiciliare;
– garantire agli anziani una corsia preferenziale per le visite specialistiche con la necessaria riduzione dei tempi di attesa per la loro effettuazione, evitando così di rivolgersi ad altre strutture ed a sopportare ulteriori aggravi di costi;
– promuovere momenti di socializzazione, di svago e di integrazione sociale attraverso i centri di soggiorno locale;
– rivedere la normativa sulla non autosufficienza ed integrare il fondo con maggiori risorse economiche;
– dare la possibilità a tutti i soggetti interessati di partecipare alla formazione del piano socio sanitario regionale ed a quelli dei nuovi piani intercomunali dei servizi sociali e socio sanitari.
“Il capitolo sul Welfare” ha ricordato infine Gorgoglione “si conclude ricordando agli Enti preposti che la Coldiretti, la sua Associazione Pensionati e la sua Area Sociale, vivendo in quotidiano contatto con la loro base associativa, conoscono bene i problemi che oggi vivono i pensionati e le difficoltà che le loro famiglie sono costrette ad affrontare. L’Organizzazione vuole così essere partecipe delle nuove scelte di politiche sociali che le istituzioni andranno ad individuare e, nel contempo, essere attori di un nuovo mondo che si apre ai problemi sociali”.