Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uil Pensionati Basilicata: “La solidarietà fa la differenza”.
Non so quanto di casuale ci sia nella scelta dell’Inps di inviare, dal primo maggio, la busta arancione, il documento che permetterà ai contribuenti di calcolare la data precisa in cui, secondo le norme ad oggi in vigore, potrà andare in pensione. Per la Uil Pensionati è la conferma della necessità di rendere più consapevoli i lavoratori dell’assegno previdenziale su cui potranno contare durante la loro vecchiaia. E da questa operazione di informazione trasparente che partiamo per una lettura sempre preoccupata del primo maggio 2015 per riproporre le nostre rivendicazioni prioritarie: una legge per la rivalutazione delle pensioni per frenare una discesa verso la povertà dei pensionati italiani che non ha fine; una legge per la non autosufficienza, visto che la crisi sta sempre di più mettendo in difficoltà le famiglie che hanno in casa una persona non autosufficiente; l’adeguamento dei servizi di assistenza sanitaria riducendo il peso dei ticket che scoraggiano prima di tutto gli anziani a curarsi.
Il filo conduttore è la parola d’ordine scelta da Cgil, Cisl, Uil: “la solidarietà fa la differenza”. Noi la coniughiamo in due modi.
Primo: in questi anni sono aumentate le diseguaglianze, si è ristretto il perimetro dei diritti e l’emarginazione sociale ha esteso la propria platea di ultimi, deboli e meno fortunati. Il sistema produttivo si sta sgretolando, si sta esaurendo la sua spinta propulsiva e la sua capacità progettuale. Per la prima volta, molti figli vivono e sono destinati a vivere peggio dei loro genitori. La sostenibilità economica e sociale di questi sistemi si basa sulla loro capacità di produrre beni attraverso il lavoro dei cittadini che vivono e si riconoscono in essi. Laddove il lavoro si riduce, diminuiscono anche i consumi, le imprese entrano in crisi, lo Stato è destinato a incamerare meno introiti, la sua legittimità e credibilità diminuiscono e inevitabilmente è destinato a non poter garantire adeguati servizi ai cittadini e alle imprese.
Secondo: la necessità del “patto intergenerazionale” che eviti lo scontro tra nonni-padri e figli-nipoti in una fase di “contrazione dei diritti” mettendo al primo posto il diritto al lavoro dei giovani e di conseguenza il diritto ad una pensione giusta. Oggi sono i nonni che riescono a far studiare i nipoti, una situazione che non può più reggere. Per questo abbiamo indicato la strada per uscire dalla crisi economica. Secondo noi l’unico modo per far uscire il Paese dalla crisi è aumentare il potere d’acquisto di salari e pensioni.
Occorre riformare e rilanciare il Welfare. A partire dal Reddito Minimo di Reinserimento perché sono soprattutto le famiglie con anziani che vivono sulla soglia di povertà.
La Uil non intende rassegnarsi a questo processo di declino e vuole dare il proprio contributo nella ricerca della smarrita strada per lo sviluppo. La crisi politica e quella economica, congiunte, hanno prodotto effetti pericolosi. Hanno modificato, nelle persone, la percezione del rapporto con la politica, l’economia e le Organizzazioni intermedie, compreso il Sindacato. In particolare, la disaffezione e la scarsa credibilità che si sono diffuse nell’opinione pubblica riguardo al sistema dei partiti rischiano di estendersi sempre più a macchia d’olio, investendo ogni forma istituzionale pubblica o associativa organizzata. Noi non dobbiamo smarrire l’idea che la nostra credibilità e la nostra forza dipendono dalla capacità di proiettare ciò che concretamente facciamo e non sono commisurate, invece, ai nostri rapporti con i Governi né, tantomeno, con i partiti.
Il Presidente Pittella e la politica regionale ne tengano conto dando peso alla rappresentanza di tutela sociale.