Se in Italia quasi un pensionato su due vive con meno di 1.000 euro al mese, nelle aree rurali la media percepita si abbassa notevolmente, ed è proprio qui che si registra la massima concentrazione di pensioni minime, inferiori alla soglia di 500 euro mensili. In Basilicata ben il 78 per cento dei pensionati della regione (circa 125 mila) percepisce un’indennità che è inferiore di un terzo alla minima. Lo afferma l’Anp (Associazione Nazionale Pensionati) aderente alla Cia-Confederazione italiana agricoltori, che ha promosso per domani 18 novembre a Garaguso (sala consiliare ore 17) un incontro-dibattito sul tema: “Equità e giustizia sociale per una migliore qualità della vita degli anziani e dei pensionati nelle aree rurali”. Il programma dei lavori, coordinati da Paolo Carbone, prevede dopo i saluti istituzionali di Franco Auletta – Sindaco di Garaguso, l’introduzione di Girolamo Costanzo – CIA – Garaguso ed interventi: di Rocco Cavallo – Patronato INAC e Domenico Guaragna – Esperto Terzo settore. Le conclusioni sono affidate a Donato Distefano – Direttore CIA Basilicata
Nelle aree di campagna gli effetti della crisi sono amplificati, soprattutto per gli “over 65”, perché agli assegni pensionistici mediamente più bassi si unisce la carenza a volte strutturale dei servizi sociali -sottolinea l’Anp- aggravata dai continui tagli alla sanità e in particolare al Fondo per la non autosufficienza. La conseguenza è che oggi sono 7 su 10 i pensionati delle aree rurali a rischio di povertà o esclusione sociale: un rapporto ancora più allarmante di quello relativo alla popolazione italiana, che tocca il 30 per cento.
Fortunatamente nelle aree rurali è ancora molto viva e radicata quella rete di protezione sociale costruita su relazioni familiari e amicali basate sull’idea di reciprocità, sostegno, collaborazione e solidarietà. Senza contare i servizi e le attività innovative messe in piedi dal settore agricolo, a partire dalle “fattorie sociali”, volte proprio a promuovere diverse forme di assistenza e inclusione sociale, solidarietà e cura, in primis nei confronti degli anziani. E’ chiaro, però, che bisogna agire al più presto sullo “stato di salute” dei servizi nelle arre rurali colmando il divario qualitativo e quantitativo tra regioni e territori, in particolare al Sud, e garantendo i livelli essenziali di assistenza sociale. Di qui il progetto di “Polo integrato dei servizi alla persona” quale strumento per lo sviluppo sinergico delle attività di Cia, Anp (Associazione nazionale pensionati), Inac (Patronato) e Caf (Centro assistenza fiscale). Un progetto che sarà concretizzato attraverso l’apertura sul territorio e specie nelle contrade rurali di Circoli Anp e di Sportelli anziani.
Nov 17