Quella dei pensionati è la categoria sociale che più di ogni altra ha garantito negli anni la tenuta sociale ed economica del nostro Paese attraverso sacrifici ai limiti della sopportabilità. Un ruolo strategico che assume una valenza ancora più incisiva nel settore dell’agricoltura dove sono impegnati quotidianamente oltre che nei lavori in azienda sui temi della solidarietà, della difesa del suolo, del mantenimento del paesaggio e dello sviluppo dei territori rurali. Eppure tra impoverimento degli assegni, disagi socio-assistenziali e carenza di servizi nelle aree rurali, i pensionati sono ormai relegati ai margini del dibattito politico e istituzionale e ben 8 milioni vivono in semi-povertà, con assegni mensili sotto i mille euro e 2,2 milioni addirittura sotto i 500 euro. In Basilicata, sono 7 su 10 i pensionati delle aree rurali a essere vicini alla soglia di povertà: un rapporto di gran lunga più allarmante di quello relativo alla popolazione italiana, che sfiora il 30 per cento. Con l’obiettivo di rilanciare il ruolo e la figura degli agricoltori anziani, che si fanno carico di perpetuare il lavoro agricolo, di custodire l’ambiente, di trasmettere saperi alle giovani generazioni, domani 26 aprile l’Anp (Associazione Nazionale Pensionati) Cia ha organizzato a Tricarico (Casa Comunale Rocco Scotellaro, ore 18) un’assemblea.
Il nostro intento – spiega Donato Distefano, direttore Cia Basilicata – è quello di coniugare i temi del welfare con i valori della Cia, rafforzando l’associazione dei pensionati interessata a politiche maggiormente rivolte alla sostenibilità, e valorizzando l’antica attenzione alle persone, al territorio, all’ambiente, all’alimentazione, alla solidarietà tra le generazioni che è caratteristica del mondo agricolo. E’ nostra intenzione tutelare gli interessi dei pensionati e degli anziani, sollecitando le istituzioni a sviluppare interventi a livello locale e nazionale che abbiano come obiettivo quello di favorire un invecchiamento attivo e sano. Le materie di nostro particolare interesse sono la previdenza, la sanità e l’assistenza, che incidono sulla qualità della vita delle persone mature. Riteniamo che sia giunto il momento di cambiare rotta e di dare il giusto valore all’esperienza degli anziani, che hanno sacrificato gran parte della loro esistenza per il raggiungimento di una vita migliore. Per queste ragioni, con le oltre 100 mila firme che abbiamo presentato al Governo, chiediamo l’aumento delle pensioni minime e una rivisitazione dei cosiddetti ‘vitalizi d’oro’. L’ipotesi allo studio del Governo di estendere gli 80 euro anche ai pensionati al minimo – aggiunge Distefano – rappresenta un segnale positivo, che va nella direzione auspicata dalla Cia e ne riconosce l’impegno sostenuto nell’ultimo anno. Come se non bastasse, poi, si aggiungono i problemi legati alla sanità, vissuti sulla propria pelle ogni giorno, da ognuno dei pensionati. Abbiamo necessità di una sanità più equa, che possa dare risposta alle nostre esigenze. Studi recenti, infatti, hanno dimostrato che nove milioni di pensionati e famiglie a basso reddito non accedono alle prestazioni sanitarie per ragioni economiche. Le liste di attesa si allungano e, spesso, chi ha possibilità si rivolge a strutture private. I tagli alla sanità non fanno altro che peggiorare e abbassare la qualità delle prestazioni. Infine rilanciamo il patto intergenerazionale per favorire il ricambio alla guida delle nostre aziende agricole.
Apr 25