Nel suo report sull’usura la Cgia di Mestre segnala un rischio di usura in Basilicata del 135%, vale a dire un terzo in piu’ rispetto alla media nazionale, argomentando che la situazione e’ piu’ a rischio nelle aree dove ci sono piu’ disoccupazione, alti tassi di interesse, maggiori sofferenze, pochi sportelli bancari e tanti protesti. Una situazione che Confesercenti attraverso la sua specifica associazione SOS Impresa continua a monitorare costantemente, tenuto conto per gli artigiani, i commercianti ed i piccoli imprenditori con carenza di liquidita’ anche le tradizionali scadenze fiscali sono motivo di ricorso a forme di finanziamento illegali. Nel contesto italiano fa un certo effetto vedere la Basilicata ai primi posti in senso negativo. Questo spiega benissimo l’allarme lanciato dal procuratore generale Lucianetti quando ha parlato di “una delle regioni a piu’ alto rischio di usura”.
Anche per questo l’iniziativa “Parlaimpresa”, lanciata nei giorni scorsi in occasione dell’Assemblea nazionale Confesercenti e dedicata agli imprenditori in difficoltà, da noi assume un significato e un valore maggiori. Nell’ultimo anno le caselle di posta elettronica delle no¬stre sedi sono state letteralmente martellate da una mi¬riade di “lettere-mail” da parte di soci, non soci, impren¬ditori in genere. Mail che “suonano” come urla di chi è disperato e non riesce a farsi sentire come grida di allarme e di aiuto, come voce ferma e perentoria di chi vuole denunciare abusi ed ingiustizie, come incitamento e sprone perché si faccia di più, come critica per ciò che non si è riusciti a fare. “Parlaimpresa” nasce dunque per raccogliere, ascoltare e amplificare dubbi ed esperienze degli imprenditori, che in questo momento si sentono accerchiati perché oberati da problemi con banche, debiti, crediti, tasse, scadenze e lavoro, o perché sono isolati dall’impossibilità di trovare soluzioni ed interlocutori disposti ad aiutarli. Si qualifica come uno spazio completamente libero, aperto a tutti gli imprenditori, dotato di acustica eccezionale dove anche la voce più flebile sarà captata. E, soprattutto, avrà risposta. All’iniziativa si aggiunge la petizione “Cambiamo Equitalia”, per cambiare i metodi di riscossione e ridare un volto umano al fisco.
“Parlaimpresa” si raggiunge facilmente:
www.parlaimpresa.it
un sito leggero, contenitore dedicato
al dialogo ed alle novità.
TWITTER
informazioni in tempo reale,
capacità di comunicazione immediata
FACEBOOK
una pagina dedicata al confronto e allo scambio
SMS
Un numero dedicato ai messaggi veloci
Per la Confesercenti – che come tutte le altre associazioni di impresa che hanno sottoscritto “Pensiamo Basilicata” è sempre in attesa delle proposte concrete annunciate dal Governatore De Filippo per l’alleggerimento del Patto di Stabilità – sarebbe necessaria una scossa che non può arrivare da un ulteriore aumento della pressione fiscale. Servirebbe invece una spallata alla spesa pubblica. L’analisi della situazione non è certo rosea: davanti a noi c’è un futuro che non riesce ad assumere forma. Quello che è certo è che con un prelievo fiscale molto elevato, un debito che continua a rappresentare il 120% della ricchezza prodotta e una dinamica del Pil che, da decenni, è la più bassa di tutti i principali partners europei, sarebbe necessaria una scossa di ben altre proporzioni e di diversa qualità, rispetto alla solita solfa fiscale. La scelta di puntare pesantemente sull’aumento dell’Iva e la volontà di stressare la pressione fiscale, con l’intento di mettere al riparo il nostro Paese dalla speculazione e dalla sfiducia rischia di produrre l’effetto opposto. Con le spallate non si governa un Paese già in affanno e non lo si tiene unito scaricando 680 euro all’anno su ogni famiglia con inevitabili effetti sui consumi, sulle imprese e sulla crescita economica.
Giu 11