“Riguardo alla individuazione e perimetrazione delle aree ZES occorre innanzitutto evidenziare che, al contrario di quanto acclamato dal consigliere ed ex assessore Cifarelli, le aree ZES individuate, in molti casi, non ricadono in zone infrastrutturate; addirittura le stesse risultano di proprietà di privati e necessitano di varianti urbanistiche e di essere acquisite alla pubblica disponibilità. Sperando che nel frattempo non si inneschino fenomeni di speculazione, di cui si sente già parlare, per l’acquisizione delle stesse.Fermo restando che la delimitazione delle aree ZES è stata effettuata solo con il ricorso a ‘googlemaps’, senza alcun approfondimento in loco, dalla sovrapposizione delle ortofoto con i documenti catastali sono emerse delle criticità che necessitano di essere sanate con il recupero e la ridistribuzione di ettari non produttivi”.
Lo ha dichiarato l’assessore alle Attività produttive della Regione Basilicata, Francesco Cupparo, replicando alle affermazioni del consigliere regionale del Pd Roberto Cifarelli. A parere di Cupparo, “infatti analizzando i dati catastali è risultato che in alcuni casi i capannoni risultano, addirittura, tagliati a metà tra quelli che rientrano nella delimitazione e quelli invece che ne sono esclusi, mentre in altri casi – due o più immobili della stessa sede produttiva – uno rientra in area ZES e un altro no. Capita anche che aziende rientranti nello stesso settore produttivo, ubicate in lotti affiancati, una rientra nei benefici delle agevolazioni ZES per il credito d’imposta e l’altra no, facendo insorgere anche problematiche circa il mancato rispetto della normativa antitrust”.
“Pertanto – ha aggiunto Cupparo -, il contestato impegno dell’assessorato di voler recuperare ettari da ridistribuire, è proprio finalizzato a sanare queste situazioni anomale, che un maggior approfondimento in fase di individuazione delle aree avrebbe potuto determinare la riduzione dei problemi.Solo per fare qualche esempio: nell’area industriale di Tito degli 86 ettari che costituiscono l’area ZES circa 70 ettari ricadono in aree private e prive di infrastrutture e solo parzialmente urbanizzate; nell’area di Jesce a Matera la totalità degli ettari che costituiscono l’area ZES, circa 83 ettari, ricade in area agricola non urbanizzata e non infrastrutturata; nell’area industriale di Senise la perimetrazione delle aree ZES ricomprende due lotti di proprietà di imprese in concordato preventivo”.
“A questo si aggiunga la notevole frammentazione e distribuzione a macchia di leopardo delle aree ZES – ha detto ancor l’assessore – all’interno delle 11 aree industriali individuate per complessivi 1.060 ettari. Ci sono aree industriali dove in alcuni casi le aree ZES individuate si estendono per pochi ettari a beneficio di singole imprese ben individuate. A titolo esemplificativo, a Vitalba, l’area ZES individuata ricomprende lotti di una sola impresa. La stessa cosa per le aree industriali di Policoro, Scanzano e Balvano. L’Unica area ZES che ricomprende quasi per intero tutta l’area industriale è quella di Galdo di Lauria.Per partire immediatamente con il piano di Marketing e di promozione delle aree ZES, come sostiene Cifarelli, dovremmo essere in presenza di un congruo numero di aree immediatamente disponibili, e poiché così non è, la nostra azione è tesa a reperire i finanziamenti per poter acquisire al pubblico e infrastrutturare le aree individuate, altro che ‘millantare possibili rimodulazioni’. Tutte le aree individuate hanno la necessità di interventi per poter esplicare, per quanto possibile, i benefici rivenienti dalla inclusione nella ZES.Altro che alimentare ‘egoismi e contrapposizioni territoriali’. Si tratta di operare per cercare di uniformare organicamente un progetto di ZES rispetto a quello ereditato che, così come è stato approvato, rende vana ogni possibilità attrattiva per i territori inclusi”.
“Tenuto conto di questa situazione – ha concluso Cupparo – e che le aree ZES sono una occasione importante per sviluppare le politiche industriali della nostra Regione, si sta lavorando, d’intesa col Comitato d’indirizzo, sui seguenti obiettivi: creazione del pacchetto delle offerte localizzative tra cui alcune di natura fiscale che sarà presentato entro dicembre, recupero nell’ambito dei 1.000 ettari assegnati, di ettari non produttivi (viabilità, servizi, ecc.) da utilizzare per ampliare le aree già infrastrutturate o intervenire per sanare situazioni come quelle descritte (nella seduta di insediamento del Comitato di indirizzo è stata deliberata la richiesta di autorizzazione), reperimento, d’intesa con I Consorzi ASI interessati, delle risorse necessarie per acquisire le aree individuate, per realizzare le infrastrutture necessarie per rendere usufruibili e appetibili le aree individuate, costruzione di un piano di marketing serio con una chiara indicazione dei lotti disponibili e attrezzati con servizi e tutto quanto necessario”.